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economia

Aids: meno contagi, ma più decessi della media. I numeri sui nuovi positivi

È una pandemia che non ha risparmiato nessun Paese del mondo. Ancora non è stato messo sul mercato un vaccino. Presenta serie difficoltà sul piano del tracciamento dei positivi. E no, il Sars-CoV-2 non c’entra nulla. Il riferimento è a quella pandemia che negli ultimi 40 anni ha ucciso più di 32 milioni di persone in tutto il mondo: l’Aids.

Nonostante ormai siano note da anni le modalità di trasmissione del virus, ancora in Europa si registrano dei casi di infezione. A monitorarle ci pensa lo European center for disease prevention and control (Ecdc), che in questi giorni ha pubblicato il suo rapporto 2020 sul tema. Utilizzando i dati contenuti all’interno di questo documento, Infodata ha costruito la mappa dei contagi registrati lo scorso anno. O, per usare un’espressione alla quale tutti si sono purtroppo abituati, dei nuovi positivi.

I territori tendono all’arancione quando l’incidenza supera la media europea di 4,87 casi ogni 100mila residenti, all’azzurro se è inferiore. Come si può notare, la situazione più grave si vede nei Paesi Baltici. Con 15,46 nuovi positivi ogni 100mila abitanti è la Lettonia la nazione più colpita. Al di sopra della media ci sono però anche il Regno Unito, la Francia, il Portogallo e la Spagna. Mentre l’Italia, con i suoi 4,2 casi ogni 100mila residenti, è al di sotto della media europea.

Così come sta avvenendo anche con il Sars-CoV-2, una delle principali problematiche nella gestione della pandemia riguarda il tracciamento dei contagi. Secondo l’Ecdc, il 53% delle diagnosi sono tardive, avvengono cioè quando il sistema immunitario del paziente ha già iniziato a cedere. Per continuare nel paragone con il Covid-19, è come se sfuggisse al controllo una parte importante degli asintomatici. Ovvero persone che non presentano i sintomi della malattia, ma che possono comunque infettarne altre.

Il risultato è che di Aids si continua a morire. Questi i dati di mortalità aggiornati al 2017 raccolti da Eurostat su base regionale (Nuts2).

Anche in questo caso, i territori si colorano di arancione se il dato dei decessi supera la media europea di 0,56 ogni 100mila abitanti, di azzurro altrimenti. La situazione più grave sotto il profilo dei decessi riguarda l’area metropolitana di Lisbona, in Portogallo. Qui si è infatti registrato il valore di 4,86 decessi ogni 100mila abitanti. Ma in generale è tutta la penisola Iberica a presentare valori superiori alla media europa.

Lo stesso vale per i Paesi Baltici, che peraltro sono quelli con la più alta incidenza dei contagi, e per la Romania. Ma anche per l’Italia, che soprattutto al centro e nel Nord-Ovest presenta un’incidenza dei decessi più alta rispetto alla media europea. Il che ci porta a un paradosso per cui nel nostro Paese si registrano meno casi rispetto alla media continentale, ma quelli con esito infausto sono di più.