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cronaca

Violenza domestica e lockdown: +119% di chiamate al numero verde 1522 da marzo a giugno

 

Si è parlato molto del problema dell’acuirsi della violenza domestica nei mesi di lockdown, ma finalmente abbiamo dei dati. Da marzo a giugno 2020 il numero di richieste di aiuto per sé o per altri, arrivate al numero verde 1522 per la violenza e lo stalking sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2019 (+119%). Gli operatori hanno ricevuto 15.280 fra telefonate e messaggi validi, e quasi 5000 delle quali erano richieste di aiuto per violenza (4.899 chiamate pari al 32,1% del totale delle chiamate valide).

 

Molto interessante osservare che hanno anche telefonato al numero 766 molestatori, per denigrare il lavoro degli operatori, mentre 3.585 persone hanno fatto scherzi telefonici. Tranquill*: non si tratta di un lieto fenomeno dovuto alla pandemia. 697 molestatori avevano chiamato il 1522 anche nel 2019, e gli scherzi telefonici erano stati anche di più.

 

Certo, per amore di statistica dobbiamo dire che l’aumento delle telefonate non significa necessariamente l’aumento della violenza, ma sicuramente indica un incremento delle persone che hanno sentito la spinta e la forza di alzare un telefono o di usare un servizio come la messaggistica. La crescita delle richieste di aiuto tramite chat è quintuplicata passando da 417 a 2.666 messaggi totali. I dati mostrano infatti che la maggior parte delle chiamate giunte in questi mesi di pandemia non ha riguardato episodi nuovi, inediti. 4.236 chiamate hanno raccolto i racconti di persone che da anni vivono violenza in casa. Si tratta del doppio delle chiamate ricevute per lo stesso motivo nel 2019.

 

Accanto alla richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza sono cresciute anche le chiamate per avere informazioni sulla tipologia di servizi offerti dal 1522 (3.655 pari al 23,9%). 2.979 persone (il 19,5% del totale) hanno telefonato invece per chiedere informazioni e consulenze. Queste ultime telefonate non vanno sottovalutate: non è detto che la vittima si esponga alla prima chiamata. Alcune persone possono avvicinarsi a un servizio chiedendo informazioni prima di sentirsi a proprio agio e raccontare una propria condizione di violenza.

Grazie al servizio il 77,2% delle vittime è stato inviato ad altri servizi (psicologo, servizi sociali,…).

 

Sono i dati pubblicati in questi giorni da Istat, che mostrano che forma ha preso la violenza fra generi nel corso della pandemia. Vediamola punto per punto:

 

– Anzitutto si è trattato quasi sempre di violenza contro le donne. Ci sono state 6.254 vittime donne e 253 vittime uomini. Gli autori indicati sono stati 5.540 uomini e 440 donne. Fermi tutti: teniamo sempre presente che qui non si conteggia solo la violenza fra partners o ex partners, ma anche quella fra genitori e figli, fra fratelli e sorelle e persone al di fuori della famiglia. 442 autori indicati dalle vittime erano i loro figli (erano 128 nel 2019) e 172 fratelli o sorelle (erano 49 nel 2019).

 

– La crescita più significativa che ha caratterizzato questi mesi riguarda la violenza domestica. Nel 2019 2.251 persone avevano chiamato per denunciare violenza in casa, mentre nel 2020 lo hanno fatto 5016 persone. Sono anche raddoppiate le chiamate per episodi di violenza in case altrui, ed è aumentata, nonostante il lockdown, la violenza per strada: 74 telefonate in quattro mesi, contro le 15 del medesimo periodo del 2019.

 

– Sebbene in numero assoluto la violenza fisica (percosse e simili) è la prima ragione che ha spinto ad alzare la cornetta, il secondo motivo è la violenza psicologica: 2.285 telefonate di segnalazione 1.100 in più dell’anno precedente. Un aumento altrettanto significativo in termini percentuali ha riguardato la violenza sessuale: 277 chiamate nel 2020 contro le 127 del 2019, a cui si aggiungono 61 chiamate per denunciare molestie sessuali, contro le 35 del 2019.

 

– Sempre e ancora sempre: la maggior parte della violenza avviene in casa, per mano del partner. Quest’anno sono più che raddoppiate le segnalazioni di violenza da parte del marito o della moglie (da 1.085 a 2.263), del convivente (da 445 a 997), e del partner non convivente (da 156 a 257).

 

Le denunce vere e proprie sono state 695, mentre 4.738 hanno preferito non farlo, e 164 hanno denunciato e poi ritirato la denuncia. Perché? Lo vediamo nella prossima puntata.