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politica

Elezioni Usa 2020, perché è in vantaggio Biden? Ecco le previsioni di Nate Silver e FiveThirtyEight

No, non è la scelta della senatrice Kamala Harris come candidata democratica alla vicepresidenza. Per chi, alla passione per la politica Usa, unisce anche quella per i dati, la notizia di ieri è che è stato pubblicato il 2020 Election Forecast di FiveThirtyEight. Ovvero quel portale che utilizza i dati dei sondaggi nazionali e locali per simulare l’esito delle elezioni. Lo stesso che predisse le due vittorie di Barack Obama e che, quattro anni fa, si sbilanciò meno in favore della vittoria di Hillary Clinton, in un contesto in cui l’elezione del presidente Donald Trump spiazzò tutti i sondaggisti.

Al momento Nate Silver, lo statistico ideatore del modello, riconosce al candidato democratico Joe Biden un 71% di possibilità di vittoria, contro un 29% di possibilità di riconferma per il candidato repubblicano, nonché presidente in carica. Trump che ha già ridotto uno svantaggio che a giugno dava 79 a 21 le probabilità di un cambio al vertice dell’amministrazione Usa dopo le elezioni del prossimo 3 novembre. Per capire meglio la situazione, Infodata ha utilizzato i dati di FiveThirtyEight per costruire questa mappa:

Una mappa, ricorderanno gli appassionati di politica Usa, che non differisce poi molto rispetto a quella delle presidenziali 2016, salvo alcune importanti differenze. I sondaggi danno infatti Biden in vantaggio in Arizona, ma soprattutto in Wisconsin e Michigan, stati del MidWest che quattro anni fa voltarono le spalle ai democratici e furono tra i principali artefici della vittoria repubblicana. Ancora, i Dem sono avanti in Pennsylvania e Florida, dove cinque anni fa vinse il Gop.

Finisse così, Biden avrebbe dalla sua 86 grandi elettori più dei 232 ottenuti dalla Clinton e arriverebbe a 318, ben oltre la maggioranza di 270 necessaria per entrare nello studio ovale. Per capire meglio come stiano andando le cose nei singoli stati, ecco un grafico che mostra le medie dei sondaggi calcolate da Silver e soci da marzo ad oggi:

Il filtro nella parte bassa del grafico (in alto a sinistra per chi legge da desk) consente di selezionare lo Stato cui si è interessati. ME e NE indicano la situazione nei collegi in cui sono suddivisi rispettivamente Maine e Nebraska. In questi Stati una parte dei grandi elettori è assegnata a chi vince a livello generale, una parte a chi si impone nei singoli collegi.

Detto dei numeri, restano sul tavolo due questioni. La prima riguarda la fiducia da porre in questi modelli previsionali quattro anni dopo il loro fallimento, più o meno clamoroso a seconda dei diversi casi. Nel ruolo dell’oste cui si chiede se il vino è buono, FiveThirtyEight risponde di sì, spiegando che la vittoria di Trump ricadeva comunque all’interno del margine di errore statistico. Al lettore il giudizio.

Il secondo tema, invece, riguarda il fatto che Trump sia da considerarsi politicamente spacciato. In un editoriale firmato da Silver e pubblicato di concerto all’Election forecast, si spiega che è troppo presto per dichiararlo sconfitto. Al di là di questo, basti ricordare che il 12 agosto di quattro anni fa FiveThirtyEight assegnava alla Clinton un’87,5% di possibilità di vittoria. Le cose andarono diversamente e quindi prima di festeggiare, o disperarvi a seconda che siate simpatizzanti democratici o repubblicani, è meglio aspettare novembre.