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cronaca

Lockdown, quando tempo passiamo sui social media? Ecco come è cambiata la nostra dieta “sociale”

Altro che second screen: i social media stanno diventando centrali nel consumo di contenuti degli italiani durante questa quarantena e ne catturano sempre di più l’attenzione (e il tempo).

Toluna, società digital nel settore delle ricerche di mercato, ha chiesto ad un campione rappresentativo di italiani quale fosse il loro rapporto con i social: ebbene, il 70% ha dichiarato di avere avuto un notevole incremento nell’utilizzo.

Facebook è ancora saldamente in cima alle preferenze degli adulti mentre i ragazzi, fino a 23 anni, scelgono di più Instagram. Tiktok, la piattaforma cinese pensata per i giovanissimi, è quella che cresce di più, segnando +11% di sottoscrizioni solamente negli ultimi due mesi.

E la generazione Z è proprio il target preferito del social dei video di quindici secondi. Loro, ragazzi appiedati dalla scuola e dall’università, privi delle attività sociali a cui erano abituati vengono spesso descritti (dai boomers, però) come apatici e sdraiati, sprecando il tempo in attesa della fine del lockdown. E invece proprio loro sembrano essere i più attivi nel partecipare o promuovere campagne di raccolta di fondi per sostenere una causa: lo ha fatto uno su due, mentre il 40% ne ha amplificata almeno una sulle proprie pagine, sostenendone la causa pubblicamente.

Oltre ai profili di amici e familiari, sono quelli istituzionali e dei media i più seguiti. Principalmente (il 54%) per informarsi sul coronavirus. Ma cosa si condivide? I più giovani ci mettono qualcosa di più personale, preferendo i momenti di vita quotidiana. La generazione X e Y (tra i 24 e i 54 anni), invece, contenuti musicali.

Infine, Toluna ha chiesto anche quanto tempo si passa sui social: il consumo decresce con l’età, ma è sempre molto elevato. Se tra coloro che hanno più di 55 anni è quasi il 40% che dichiara di trascorrere almeno due ore al giorno, tale percentuale fa un vero salto con la Generazione Y: tra coloro che non raggiungono i quaranta anni  sono sei su dieci e uno su tre tra i minori di 25 anni.

 

Orfani delle attività all’aria aperta, dello sport e dalla socialità vissuta di persona (e spesso dei contatti personali lavorativi e scolastici), gli italiani trovano conforto e rifugio, comprensibilmente più del solito, anche nei contatti immateriali da social network. E l’attenzione dei marketing manager è già rivolta al futuro: quanto cambierà questo periodo di lockdown nelle abitudini dei nostri connazionali? Ci sarà un new normal o tutto tornerà come prima? Le risposte a questi dubbi le avranno solo tra qualche mese.