Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

Tutti a casa. Dove vivono gli “isolati” nel mondo? Ecco i luoghi dove non arrivano le strade

Se vivi in città e ti affacci a una finestra la prima cosa che ti chiedi oggi è: dove sono andati a finire tutti? Siccome non viviamo su Marte sappiamo benissimo dove siamo: chiusi in casa, come è giusto che sia. La pandemi che ci sta colpendo ha limitato la nostro mobilità, non solo quella di noi italiani ma di tutto il mondo. Numerose compagnie aeree hanno chiuso i voli. In molti Paesi, come il nostro, è concessa la circolazione in auto solo per servizi essenziali o a determinate persone che svolgono un lavoro in setttori critici coma ad esempio la sanità o il trasporto dei beni alimentari. Per il resto della popolazione l’indicazione a livello globale è quella di limitare al massimo gli spostamenti e quindi di stare in casa. Per questo è interessa capire dove stanno tutti. Dove stiamo tutti.

Circa un miliardo di persone vive ancora oggi in zone rurali senza neppure accesso a una strada. Sono le stime del progetto ReCAP (Research for Community Access Partnership), realizzate in partnership con TRL e Azavea, e che mostrano come in uno dei principali indicatori di sviluppo indicati dalla Banca Mondiale resta ancora parecchio da fare.

Il trasporto, come ricorda la pagina del progetto, è fondamentale per la crescita economica e la consegna di servizi basilari, nonché per l’accesso a qualunque genere di opportunità economica o sociale. Diverse nazioni in via di sviluppo però non dispongono del tipo di sistema stradale capillare presente nei Paesi più ricchi, e in questi casi piccole strade a basso traffico diventano spesso la principale forma di trasporto nelle aree rurali. Eppure, mostrano queste stime, sono molte le persone che vivono in aree dove per raggiungere persino questo tipo di strada più vicina bisogna percorrere lunghe distanze.

L’indice considerato dal progetto prende il nome di RAI, acronimo di “Rural Access Index”, e per la precisione indica la percentuale di persone che abitano in zone rurali e allo stesso tempo “vivono ad almeno due chilometri di distanza (di solito equivalente a venti minuti a piedi) da una strada accessibile nella maggior parte delle condizioni meteo.

Ci sono due modi diversi per dare una dimensione al problema, ovvero chiedersi quanto spesso gli abitanti delle aree rurali una certa nazione risultano isolati, e quante sono in totale queste persone. Le risposte sono altrettanto differenti. Secondo le stime del progetto, infatti, questa mancanza cronica di trasporti e opportunità interessa in maniera particolarmente intensa diversi Paesi dell’Africa settentrionale e sub-sahariana – dove in effetti si trovano diverse fra le nazioni più povere del mondo. Nei casi più estremi anche l’1% o meno della popolazione rurale è servita da un qualche genere minimo di strada.

Eppure da un punto di vista complessivo i numeri maggiori arrivano andando a est verso l’Asia, e in particolare guardando a India e Cina. Si tratta di luoghi dove l’incidenza di questo genere di isolamento non arriva al livello estremo di alcune parti dell’Africa, ma talmente popolate che comunque anche “soltanto” il 20-25% della popolazione rurale priva di strade porta il totale delle due a quasi 400 milioni di persone con grandi difficoltà a restare in contatto con le altre.

 Un indicatore di questo tipo, s’intende, è fatto da due parti: e così si muove in su o in giù non soltanto al variare della popolazione rurale servita da strade, ma anche del numero stesso di persone che non vive in aree urbane. Questo rende interessante dare un’occhiata anche alla situazione delle nazioni sviluppate. Prendiamo l’Italia stessa. Qui, ci dicono le stime, su poco meno di 62 milioni di italiani circa 51 vivono in aree urbane, e così ne restano altri 10,7 in quelle rurali – ovvero grosso modo il 17% del totale. Fra questi però pochissimi risultano scoperti dalla rete stradale, e in effetti si tratta appena di 90mila individui e cioè meno dell’1% del totale.

Diverso è il caso degli Stati Uniti, nazione dove il tenore di vita è in media ben maggiore che in Italia ma la cui geografia rende complicato servire la popolazione con l’identica capillarità. Rispetto all’Italia l’America ha in effetti una fetta leggermente minore di popolazione che vive in aree rurali – lì cala al 13% –, e tuttavia queste persone appaiono più spesso isolate, con la rete stradale che riesce a servirle ben più di rado. Qui infatti troviamo che la percentuale di abitanti rurali serviti da questo genere di trasporti cala all’87%, portando così il numero complessivo di persone a circa 5,3 milioni.

Quanto a copertura stradale per chi vive in zone rurali, per parte sua, l’Italia presenta numeri fra i maggiori – dunque positivi – in Europa. Nel continente d’altra parte risaltano in negativo alcune nazioni dei Balcani o dell’est come Bulgaria, Montenegro, Russia o Serbia. Proprio in Russia per esempio circa un quarto della popolazione non vive in aree urbane, e di queste grosso modo la stessa fetta non si trova entro due chilometri da strade accessibili in tutte le condizioni meteo. La combinazione di questi due fattori porta il totale dei russi “isolati” a circa otto milioni e mezzo di persone.

(segue…) 

Ultimi commenti
  • Antonio Morani |

    Mbe sarebbe molto meglio un cambio di modo di ragionare. Campare come campano i newyorkesi e’ uno schifo!!! Lo dico perché ho vissuto per due anni a New York e vi assicuro che ne risente anche il carattere della popolazione,scontenta,maleducata e arrogante!!!,rispetto alle persone che vivono in spazi più larghi, io conosco bene l’America e vi assicuro che c’è una grande diversità tra città e zone poco affollate,e anche la qualità di vita e’ superiore nelle zone meno affollate,e speriamo che l’Europa non imiti mai l’America né le zone cosiddette civili della Russia!!!! Speriamo!!

Suggeriti