Cosa è diventato più caro, negli ultimi tempi, e cosa più economico? Fra gli elementi più interessanti nel primo gruppo troviamo i certificati di nascita, matrimonio o morte – e più in generale le tariffe amministrative – il cui costo secondo i tecnici dell’Istat è praticamente raddoppiato in un paio d’anni.
Nessun altro bene o servizio rilevato ha visto il proprio prezzo crescere tanto, ma in salita troviamo comunque i servizi postali, il trasporto (aereo in particolare, ma non solo) e alcuni carburanti come il gasolio.
Oltre a differenze nei singoli beni o servizi, anche a livello geografico le cose possono cambiare molto. Due esempi evidenti sono i servizi di alloggio o quelli di trasporto; entrambi più cari nel 2018 rispetto a due anni prima, ma spesso con livelli di prezzi che aumentano al nord assai più che al sud. Nel caso dei primi, addirittura, la media italiana taglia un paese a metà – o quasi – con un pezzo dove i costi sono cresciuti anche del 18% come nel Trentino-Alto Adige mentre calano di circa il 9% in Campania o Calabria.
Elettronica ed elettrodomestici sono spesso diventati più economici, e questo vale in particolare per computer desktop e cellulari. Fra le altre categorie più a buon mercato, poi, troviamo auto usate, articoli sportivi, prodotti farmaceutici e – per fortuna – persino gelati.
Caso a parte è quello dell’istruzione universitaria, che l’Istat ha rilevato essere il singolo elemento diventato più economico – e di gran lunga. Si tratta di un calo dovuto presumibilmente alle nuove norme per gli atenei introdotte nel 2017, e che hanno allargato molto la platea di studenti di studenti per i quali diventa gratuito frequentare l’università pubblica. Si tratta però di una stima controversa, perché una riduzione effettiva media del 40% circa come quella suggerita dall’Istat porterebbe in effetti a conseguenze molto pesanti sul bilancio degli atenei.
L’identica divisione Nord-sud non compare solo nei prezzi che crescono, ma anche in alcuni che calano. È il caso proprio dell’elettronica di consumo o degli elettrodomestici, il cui prezzo è diminuito soprattutto nel settentrione mentre a volte nel meridione è rimasto persino identico – con la singola eccezione dell’Abruzzo dove per qualche ragione conveniva acquistare elettrodomestici due anni fa invece di oggi.
Fra tutti i beni e servizi censiti dall’Istat, la maggior parte rientra in categorie diventate meno care negli ultimi due anni; ovvero il loro costo è cresciuto meno del PIL pro capite degli italiani. Detto questo, bisogna tenere a mente la loro frequenza di acquisto – e quindi di uso. Per esempio il raddoppio nei prezzi per alcuni certificati non ha poi un peso così elevato sulle tasche degli italiani perché si tratta di un servizio usato solo di rado.
Situazione opposta è quella delle spese alimentari o per i trasporti: costi che le famiglie sostengono ogni invece giorno. Solo le spese di gasolio per i veicoli, indicano le stime Istat, valgono in media quasi dodici volte quelle dei certificati, e quindi il loro aumento è stato in effetti uno dei fattori trainanti dell’inflazione.
Quanto a livello generali dei prezzi, a voler scendere nel maggior livello di dettaglio reso possibile dai dati troviamo che la provincia con il maggior aumento fra 2016 e 2018 è stata quella di Bolzano, con il 4,1%. Dobbiamo invece scendere la penisola verso Ancona, Potenza o Caltanissetta per trovare le aree dove il costo della vita è salito meno. I numeri non includono però tutte le province esistenti, per cui è possibile che i minimi e massimi reali siano altrove.