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economia

Dichiarazioni Irpef, ecco le due Italie

I più poveri vivono al Sud, i più ricchi si concentrano nelle grandi città. Non servivano certo i dati Irpef relativi alle dichiarazioni dei redditi 2017 (anno di imposta 2016) per arrivare a questo tipo di conclusioni. I numeri messi a disposizione dal Dipartimento delle Finanze del Mef, tuttavia, consentono di “misurare” il fenomeno. Ed è esattamente questo che ha fatto Infodata, mettendo innanzitutto a confronto le due Italie.

La prima è quella che sta peggio, quella cioè composta da persone che lo scorso anno dichiararono al fisco meno di 10mila euro. Beninteso: si tratta di redditi dichiarati, eventuali elusioni ed evasioni non sono ovviamente contemplate. E, altra doverosa precisazione, qui non si sta accusando nessuno.  La seconda Italia è quella che rientra negli scaglioni di reddito superiori ai 55mila euro. La parte del Paese più ricca, per dirla in termini più brutali. Mettendo a confronto le due mappe, il risultato è questo:

Sulla mappa è stata visualizzata la percentuale di contribuenti che rientra nello scaglione di reddito preso in considerazione. In particolare, si è scelto di rappresentare lo scostamento rispetto alla media nazionale. E così i comuni colorati di arancione sono quelli nei quali la percentuale è superiore alla media, quelli in azzurro i territori in cui è inferiore. La media nazionale dice che nel 2017 il 29,13% degli italiani ha dichiarato meno di 10mila euro e che il 4,34% ha invece segnalato un imponibile superiore ai 55mila euro.

 

Fatte salve alcune realtà nel Nord Italia, ad esempio nella zona appenninica al confine tra Liguria, Toscana ed Emilia Romagna, le percentuali redditi dichiarati inferiori a 10mila euro superiori alla media si concentrano nel Sud. In Sicilia, ad esempio, se si fa eccezione per tre comuni in provincia di Catania, ovunque la percentuale di persone che hanno dichiarato meno di 10mila euro lo scorso anno è superiore al dato nazionale del 29,13%. Dopo il voto di marzo 2018 on è possibile non correlare questa mappa con quella del voto grillino: senza entrare nel merito della questione, è però innegabile che i dati Irpef contribuiscono a spiegare perché la proposta del reddito di cittadinanza avanzata dai Cinque Stelle abbia convinto soprattutto in questa parte del Paese. Per capire meglio la questione, ecco una mappa che permette, attraverso i filtri, di concentrarsi sul territorio di una singola regione o di una provincia:

 

 

Filtri che permettono di scoprire come il comune con la maggiore percentuale di imponibili inferiori ai 10mila euro non si trovi però al Sud. Bensì nelle prealpi comasche, al confine con la Svizzera. Ovvero nel comune di Cavargna, il cui assessore ai Servizi sociali avrà certamente un compito difficile. Qui, lo scorso anno, il 73,5% dei residenti ha dichiarato meno di 10mila euro.

 

Discorso analogo, o meglio mappa analoga si è scelto di realizzare per i redditi più alti. Ecco la mappa che li rappresenta, con i filtri che consentono di zommare su regioni e province:

In questo caso il record spetta a Basiglio, poco meno di 8mila anime a Sud di Milano. Duemila delle quali nel 2017 hanno dichiarato oltre 55mila euro di reddito. Nel senso che la percentuale di dichiarazioni Irpef che hanno superato questa cifra ha superato il 23%. Come detto, però, i redditi più alti tendono a concentrarsi nelle grandi città. E così a Milano un residente su otto ha guadagnato più di 55mila euro, mentre a Roma uno su dodici. All’estremo opposto, però, ci sono più di 1.100 comuni nei quali nessuno ha dichiarato più di 55mila euro. Il più grande è Platì, poco meno di 3mila abitanti in provincia di Reggio Calabria. È proprio vero che le dichiarazioni Irpef permettono di disegnare due Italie diverse.

Ultimi commenti
  • Carlo |

    adesso sarà ancora più marcato quest’aspetto, grazie al reddito di cittadinanza. valanghe di soldi destinati al Sud che finiscono nel…spesi male, diciamo

  • Carlo |

    adesso sarà ancora più marcato quest’aspetto, grazie al reddito di cittadinanza. valanghe di soldi destinati al Sud che finiscono nel…spesi male, diciamo

  • arthemis |

    Nelle zone di confine con la Svizzera, esempio Cavargna, ci sono i frontalieri..

  • arthemis |

    Nelle zone di confine con la Svizzera, esempio Cavargna, ci sono i frontalieri..

  • ing. Rattighieri Giuseppe |

    Faccio fatica ad accettare questa suddivisione, dove al centro sud Italia il reddito dichiarato è quello riportato, questo per esperienza diretta come dirigente di azienda nel settore industriale. Nel 2000 fui inviato in Umbria ad aprire un’azienda da parte di una grossa azienda del nord e dopo avere affisso il cartello SI ASSUME OPERAI non si presentò nessuno. Mandai un’impiegata al Centro per l’impiego e mi per avere un elenco di disoccupati per poterli convocare, ma non si presentò nessuno per cui fui costretto a fare tutta una serie di telefonate per capire come mai, in una regione a forte disoccupazione, nessuno di questi era intenzionato a venire a lavorare in azienda. Il motivo che emerse fu che già lavoravano nei vari ristoranti, alberghi, altri come muratori e contadini a tempo pieno ed in nero pur continuando a percepire l’indennità di disoccupazione e ricevendo i vari benefici per la scuola dei figli.

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