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cronaca

Europa, nel 2017 le emissioni di CO2 sono cresciute dell’1,8%

Da un punto di vista ambientale è un problema, da quello economico non necessariamente. Se è vero, come è vero, che la crisi economica aveva contribuito alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, il fatto che nel 2017 siano aumentate su base tendenziale specie in Paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia potrebbe essere l’indice di una ripresa della produzione. Per quanto non si possano definire in crisi realtà come Germania e Regno Unito, che pure la loro quantità di CO2 emessa in atmosfera l’hanno ridotta. Il fatto è che i dati delle emissioni appena diffusi da Eurostat dicono questo:

 

 

I Paesi sono ordinati in base alla variazione percentuale nelle emissioni di CO2. Il colore vira all’arancione se si supera il valore medio europeo, pari ad un aumento dell’1,8%. Si sposta invece verso l’azzurro se l’incremento è minore della media o se si è registrata una riduzione dell’anidride carbonica “prodotta”. Lo spessore della barra indica invece la quota percentuale della CO2 emessa dal singolo Paese sul totale di quella riversata nei cieli europei.

 

L’incremento maggiore lo si è registrato sull’isola di Malta, dove la quantità di anidride carbonica emessa nel 2017 è cresciuta del 12,8% rispetto all’anno precedente. Aumento significativo, ma poco influente sul piano europeo. E non solo perché La Valletta è isolata nel Mediterraneo, ma anche perché è responsabile appena dello 0,05% della CO2 made in Europe. Più significativi, in questo senso, i risultati di Finlandia e Danimarca. Che, rappresentando rispettivamente l’1,3 e l’1% delle emissioni di anidride carbonica europea, lo scorso anno le hanno ridotte del 5,9 e del 5,8%.

 

Decisamente più importante, però, il dato britannico. Il Regno Unito pesa per l’11,2% sul bilancio delle emissioni inquinanti europee. E lo scorso anno Londra è riuscita a ridurle del 3,2%. Così come ha fatto Berlino: che è vero ha ridotto la CO2 prodotta di appena lo 0,2%. Ma si tratta di uno 0,2% “pesante”, dato che è di origine tedesca il 23% dell’anidride carbonica finita nei cieli europei lo scorso anno.

 

Allo stesso modo, l’Italia è stata responsabile del 10,7% della CO2 prodotta dall’Europa lo scorso anno. E, rispetto al 2016, ha visto crescere del 3,2% le emissioni. Stesso aumento visto in Francia, che rappresenta il 10% delle emissioni. Mentre la Spagna, che pesa per il 7,7%, ha registrato un aumento delle emissioni del 7,4%. Come detto, è possibile che questo incremento della produzione di inquinanti correli con un ritorno alla crescita dell’economia. La sfida, in altre parole, è coniugare quest’ultima ad una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.