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Speciale calciomercato. Le performance dei direttori sportivi. Il caso Fassone

Il Milan ha vissuto un’estate all’insegna dell’accelerazione, sia per il sospirato closing, che ha segnato il passaggio di proprietà dal presidente più titolato della storia, Silvio Berlusconi, al misterioso Li Yonghong, (l’origine dei cui capitali, tuttavia, non è oggetto di questo approfondimento); sia per un mercato vissuto all’insegna dell’entusiasmo, con colpi roboanti che non si vedevano da anni dalle parti di Milanello.

 

Il nuovo ad, Marco Fassone, e Massimiliano Mirabelli, il suo braccio destro sul mercato, hanno sostituito Adriano Galliani, per 20 anni il condor delle operazioni di mercato dei rossoneri. Per questo motivo, a livello di analisi, disponiamo soltanto dei dati relativi alla sessione dell’estate scorsa, che commentiamo qui.

 

ACQUISTI

Lo dicevamo nell’articolo introduttivo di questo speciale: le intuizioni sono spesso smentite dall’evidenza empirica. Ebbene, mai l’evidenza stessa di questa affermazione è risultata più chiara che nel caso degli acquisti di Marco Fassone.

 

Roboanti all’annuncio (nota a margine: chi scrive era tra gli entusiasti, diciamolo per onestà intellettuale), ma parecchio deludenti in quanto a risultato economico. La stagione è ancora in corso, tutto può migliorare, ma è palese che molti degli obiettivi annunciati siano compromessi, così come che, in sede di acquisti, l’effetto wow dell’annuncio abbia finito con il mettere in secondo piano altri aspetti più importanti. A oggi, tutti gli investimenti fatti in campagna acquisti sono non redditizi e contribuiscono al pesante passivo di -38,3 milioni di €.

 

 

 

Si può parlare di sfortuna per Conti, subito infortunato ad inizio stagione, mentre sono più avventati, e dunque meno giustificabili, gli acquisti di André Silva, un giovane di belle speranze pagato però a carissimo prezzo, e di Leonardo Bonucci, tra i migliori difensori in serie A ma, probabilmente, ancora una volta sopravvalutato economicamente rispetto al valore di un campione avviato verso la conclusione della sua carriera.

 

CESSIONI

 

 

 

Decisamente migliore la situazione sul fronte cessioni, con un saldo positivo di +11 milioni, realizzato soprattutto grazie alla vendita di De Sciglio alla Juventus, ma anche alla buona riuscita di operazioni meno chiassose, ma decisamente logiche, quali le cessioni di Vangioni, Ely e Kucka.

 

SINTESI

In generale, dunque, emerge per ora un giudizio negativo sulla dirigenza rossonera, anche se i caveat sono importanti: il cambio di proprietà, con relative difficoltà in sede di definizione del budget e dello stesso piano di business, è un elemento da tenere in conto, oltre al fatto che questo è il primo anno di attività di una coppia di dirigenti che, tra l’altro, ha preso in mano la squadra relativamente tardi rispetto all’inizio della sessione di mercato.

 

La strategia, quella di fare all in con gli acquisti in estate per provare a produrre risultati sportivi (subito) ed economici (l’anno venturo, grazie ai risultati appunto), per ora non si sta rivelando efficace. E pure sul Milan pende la scure della UEFA, che ha ufficialmente respinto la richiesta di Voluntary Agreement avanzata dopo l’estate e, probabilmente, arriverà a sanzionare la società come è avvenuto in passato con Roma e Inter.

 

 

I dati sono stati presi dal portale www.transfermarkt.it e fanno riferimento alla stagione sportiva in corso e alle due precedenti. L’attuale sessione di mercato invernale è esclusa dal calcolo.
Nel caso un giocatore sia stato acquistato durante una delle stagioni considerate e quindi rivenduto non è stato considerato l’attuale valore di mercato ma il prezzo di vendita del cartellino.
Qualora un giocatore sia stato acquistato a parametro zero e quindi ceduto con la stessa formula o svincolato, è stato escluso dal calcolo. Del resto, almeno dal punto di vista del cartellino, si tratta di un’operazione a somma zero.

 

Come si legge il grafico: i giocatori sono ordinati per differenza tra prezzo di acquisto e valore di mercato. O tra prezzo di acquisto e di cessione. Le barre sono verdi se il giocatore ha generato una plusvalenza, rosse se ha causato una minusvalenza. Le dimensioni della barra fanno riferimento all’età: più è grande, più giovane è il calciatore in questione.