Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

Comune per comune, la mappa degli incidenti nel 2016. Il caso di Castel Condino

Castel Condino è un comune di appena 227 abitanti nella Valle del Chiese, in provincia di Trento. Una piccola realtà che presenta però seri problemi di traffico. È qui, infatti, che nel 2016 si è registrato il più alto tasso di incidenti in Italia, ben 5,3 ogni 100 abitanti. In totale si è trattato di 12 scontri, uno ogni mese.

 

Pochi, certo. Ma volendo fare un confronto che comprendesse anche Roma, che di incidenti ne ha registrati più di 13mila, il dato andava in qualche modo normalizzato. Quando infatti InfoData ha chiesto all’Istat di elaborare i numeri dei sinistri su base comunale, lo ha fatto con l’obiettivo di costruire questa mappa:

 

 

Alcune precisazioni prima di proseguire: non tutti i comuni sono rappresentati sulla mappa. Mancano infatti quelli per i quali, relativamente al 2016, Istat non ha registrato alcun incidente. Quindi, i colori. La tonalità vira dal blu all’arancione a seconda che nel comune in questione si sia rilevato un numero di incidenti ogni cento abitanti inferiore o superiore alla media nazionale. Che, per i soli comuni in cui viene segnalato almeno un sinistro, è pari a 0,299 constatazioni amichevoli compilate ogni 100 residenti. Ultimo aspetto i filtri, che permettono di stringere il campo su una singola regione e quindi su una provincia in particolare.

 

Tornando al quadro generale, salta all’occhio come la tonalità arancione, quella che identifica i comuni con un tasso di incidenti superiore alla media, disegni sulla mappa il tracciato dell’autostrada A1 da Milano a Bologna e quindi verso Firenze. E l’A14 nel tratto che dal capoluogo emiliano scende verso la costa marchigiana. Sembra lecito inferire che l’incidentalità in questi territori abbia più a che fare con il passaggio dell’Autosole e dell’Adriatica che con la viabilità ordinaria. Così come, ad esempio, il tasso di incidentalità sopra la media che si registra sulla costa ligure è verosimilmente da imputare all’Aurelia più che alla viabilità interna.

 

E allora sarà un caso, ma la città sopra i 200mila abitanti con il maggior tasso di incidenti è proprio Genova, con 0,72 sinistri ogni cento abitanti. Detto altrimenti: quasi un genovese su cento ha dovuto ricorrere al carrozziere nel corso dello scorso anno. Seguono Firenze con 0,69 e Milano con 0,66. E la capitale? Roma, città dal traffico caotico per antonomasia, registra appena 0,46 incidenti ogni cento abitanti. Non solo. I numeri di Istat smentiscono anche lo stereotipo per cui i napoletani siano indisciplinati al volante. O almeno, se lo sono riescono comunque ad evitare i sinistri: appena 0,24 ogni cento abitanti lo scorso anno, il dato più basso tra quelli delle città con più di 200mila abitanti.

 

Va detto, però, che le questioni demografiche non sembrano incidere in maniera determinante sul numero di sinistri. Certo, è ovvio: tante più auto sono in circolazione, tante più saranno quelle che finiscono per scontrarsi. Lo si può vedere nella parte destra di questo grafico, in cui InfoData ha messo a confronto popolazione e numero assoluto di incidenti in ogni comune d’Italia in cui se ne sono verificati:

1
Se però si guarda alla parte destra, tenendo conto che i colori hanno lo stesso significato di quelli usati per la mappa, si vede che il discorso cambia. Qui infatti il confronto è tra la popolazione e gli incidenti ogni 100 abitanti. E la situazione cambia di molto. Si prenda, per facilità di visualizzazione, la situazione di Roma. Che è rappresentata da un punto isolato nella parte alta dei due grafici.

 

In quello dedicato agli incidenti assoluti sta naturalmente in alto a destra, essendo la città più popolosa d’Italia e anche quella in cui nel 2016 si è registrato il maggior numero di incidenti, ovvero 13.214, più di quelli avvenuti a Genova, Torino, Firenze e Napoli messe insieme. Nel grafico che segnala i sinistri ogni cento abitanti, invece, il punto che individua la capitale si sposta verso sinistra. A significare, cioè, che il tasso di incidentalità nella Città Eterna non è tra i più alti d’Italia. E a suggerire che le cause degli incidenti non siano da ricercare solo nella popolosità di una città.