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cronaca

Corte Ue: no ai divieti Ogm per ragioni sanitarie. La mappa

Il divieto a coltivare piante geneticamente modificate (Ogm) è giustificato solo in presenza di prove scientifiche sulla loro nocività per la salute umana. Con questa sentenza, la Corte europea di Giustizia sancisce un principio a favore del ricorso presentato anni fa da un coltivatore friulano, Giorgio Fidenato, perseguito dalla giustizia italiana per aver coltivato, nel 2014, mais Ogm nonostante il divieto istituito nel 2013. Un principio che rinfocola la polemica tra sostenitori o meno delle coltivazioni geneticamente modificate e sulla loro pericolosità per la salute dell’uomo. Un dibattito mondiale che da trent’anni vede contrapposti scienziati, agronomi, ricercatori, ambientalisti, agricoltori, senza tuttavia arrivare a una posizione definitiva. È anche su questa linea che nel 2015, la stessa Commissione Ue, emanò una direttiva che introdusse la libera scelta dei singoli Stati membri. E a oggi sono diciotto – Italia compresa – i Paesi nei quali è vietata la coltivazione di piante geneticamente modificate. Non altrettanto avviene negli altri Paesi del mondo, dove le sementi Ogm – mais, cotone, soia, ortaggi – sono coltivati largamente e i cui derivati, sotto forma di materie prime o semilavorati, arrivano comunque sui mercati europei.

Articolo sul Sole 24 Ore del 13 settembre 2017
Ultimi commenti
  • paolo cragnolini |

    La questione scientifica non è di facile soluzione, perché dipende essenzialmente dagli approcci metodologici. Per parte mia sono favorevole all’ogm-free, e rivendico il diritto che sulle etichette venga messa in evidenza la presenza di prodotti ogm, in modo che li possa scansare.
    Ma il punto essenziale è l’attività in materia della corte di giustizia europea, che vanifica le sovranità nazionali non su un piano di 《moral suasion》, bensì in modo inaccettabile su uno ben più cogente. Situazioni di questo tipo mi fanno aderire al fronte 《sovranista》, anche se per la mia storia passata ne dovrei stare distante.

  • paolo cragnolini |

    La questione scientifica non è di facile soluzione, perché dipende essenzialmente dagli approcci metodologici. Per parte mia sono favorevole all’ogm-free, e rivendico il diritto che sulle etichette venga messa in evidenza la presenza di prodotti ogm, in modo che li possa scansare.
    Ma il punto essenziale è l’attività in materia della corte di giustizia europea, che vanifica le sovranità nazionali non su un piano di 《moral suasion》, bensì in modo inaccettabile su uno ben più cogente. Situazioni di questo tipo mi fanno aderire al fronte 《sovranista》, anche se per la mia storia passata ne dovrei stare distante.

  • Ida Valletta |

    premessa l’imbecillità del divieto imposto dalla legge che finge di ignorare che (quasi) tutto ciò che importiamo è ogm e che, quindi, gli ogm SONO STATI sin dall’inizio nella nostra catena alimentare quello che a me appare veramente folle è il divieto di effettuare studi e ricerche sulle modificazioni genetiche in campo agronomico. Turpe destino per il nostro Paese.

  • Ida Valletta |

    premessa l’imbecillità del divieto imposto dalla legge che finge di ignorare che (quasi) tutto ciò che importiamo è ogm e che, quindi, gli ogm SONO STATI sin dall’inizio nella nostra catena alimentare quello che a me appare veramente folle è il divieto di effettuare studi e ricerche sulle modificazioni genetiche in campo agronomico. Turpe destino per il nostro Paese.

  • Sebana Pernice |

    Non è chiara questa notizia: la Corte UE ha quindi ritenuto nullo il divieto alla coltivazione OGM posto dall’Italia?

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