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Indice di sportività 2017, lo scudetto va a Trieste

Nelle prime dieci edizioni dell’Indice di sportività delle province italiane,  ricerca curata dal Gruppo Clas per Il Sole 24 Ore, Trieste era entrata sette volte nella Top Ten,  senza però mai arrivare sul podio. All’undicesimo tentativo – targato 2017 – non solo ce l’ha fatta, ma si è aggiudicata addirittura il primo posto, precedendo la plurititolata Trento e Livorno. Il territorio giuliano ha ottenuto l’oro nel settore “sport & società” e, relativamente alle 30 graduatorie con gli indicatori di base su cui si fonda la ricerca, è finita addirittura dieci volte fra le tre di testa, guardando tutte dall’alto in basso per il numero di tesserati Coni (ovviamente in proporzione alla consistenza demografica delle singole aree), le discipline dell’acqua “outdoor” e lo sport al femminile. Il peggiore piazzamento in assoluto tra le province  è invece quello di Enna, ma d’altronde quasi tutto il comparto Sud e Isole chiude con risultati insoddisfacenti. Tutte le classifiche dell’indagine sono consultabili qui.
Si parte con l’indice generale e le classifiche “di sezione”.
Seguono le 30 graduatorie di base, dedicate di volta in volta ai dati generali e a specifici aspetti riconducibili alle sezioni “sport di squadra”; “sport individuali”, “sport & società”.
Per ogni provincia sarà infine possibile fare un monitoraggio individuale, rilevando uno dopo l’altro i piazzamenti nelle varie graduatorie.

 

Ultimi commenti
  • Luigi De Vivo |

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  • Luigi De Vivo |

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  • pierpaolo pasini |

    La ricerca è interessante, quindi grazie al Sole 24 Ore. Sarebbe interessante anche sapere sulla base di quali dati (soprattutto forniti da chi) sia stata fatta.

  • pierpaolo pasini |

    La ricerca è interessante, quindi grazie al Sole 24 Ore. Sarebbe interessante anche sapere sulla base di quali dati (soprattutto forniti da chi) sia stata fatta.

  • Raffaele Candini |

    Gentilissimi del sole, grazie per aver preso in considerazione l’argomento. Mi permetto però di contestare la validità scientifica della ricerca, se non è verificata una condizione che vi chiedo. Ovvero, l’inclusione nei dati dell’attività degli Enti di Promozione Sportiva. Solo in Emilia Romagna, UISP e CSI contano oltre 500mila tesserati che fanno regolarmente attività sportiva. Di certo non sono sportivi olimipici, ma ai fini della prevenzione, salute, benessere, socialità, valgono esattamente come i tesserati CONI e FSN (d’altronde nemmeno loro vanno tutti alle olimpiadi no?). A livello nazionale il CSI conta oltre 1,2 milioni di praticanti tesserati, la UISP non è distante, ed esistono altri 13 enti di promozione oltre questi due. Capite Che fare una analisi statistica senza considerare questi dati e includerli, è come fare una indagine sul mercato italiano dell’auto considerando solo le vendite di Citroen e BMW tralasciando tutto il resto, o analizzare i dati dei consumi alimentari degli italiani partendo dalla vendita solo di burro d’arachidi e speck dell’alto adige. In sostanza – qui parlo agli statistici che hanno redatto la ricerca – l’universo preso in esame non è assolutamente rappresentativo della realtà concreta, di conseguenza ogni elaborazione proposta è falsata, distorta ed irricevibile. Spero di sbagliarmi e di ricevere un chiarimento che mi confermi invece che la scientificità del lavoro è rispettata, ma da una prima lettura dei dati ne dubito fortemente. Cordiali saluti.

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