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finanza

Food&Beverage, ecco cosa dicono le performance delle principali quotate in Europa

Il prezzo è una variabile chiave nel determinare una strategia di investimento. Fare la giusta valutazione è importante per evitare di rimanere scottati e assicurarsi che l’investimento risponda alle aspettative per cui è stato fatto: ossia crei ricchezza. Non è un’operazione semplice. In campo finanziario ci sono dei professionisti (gli analisti) il cui lavoro è esattamente quello di stimare una valutazione appropriata allo scopo di indirizzare le scelte degli investitori. Gli analisti che si occupano del mercato azionario studiano i fondamentali delle aziende e il contesto in cui operano allo scopo di arrivare a una valutazione il più possibile accurata sul prezzo giusto a cui dovrebbe essere scambiato il titolo. Questa stima è in genere frutto di una previsione sull’andamento di una serie di parametri di conto economico (utili, fatturato, flussi di cassa…) in base alle quali si elabora la stima sul prezzo, il cosiddetto “target price” o prezzo obiettivo che fa da riferimento a chi compra e vende per capire se un titolo è a premio o a sconto.

 

L’Info è stata realizzata da Active Value Advisors, società indipendente di consulenza manageriale che fornisce soluzioni ad aziende di tutto il mondo

Una prospettiva diversa è quella degli analisti della società di consulenza Active Value Advisors che, invece che fare una stima sull’andamento futuro dell’azienda in base al quale elaborare un prezzo, hanno seguito il procedimento inverso facendosi un’altra domanda: quanta ricchezza dovrà generare la società A nei prossimi anni perché il prezzo a cui trattano le azioni oggi sia giustificato? Oppure, detto con parole diverse: qual è la crescita (o decrescita) futura implicita nel prezzo delle azioni della società? I risultati della loro ricerca sono fruibili su Infodata  navigando nel grafico dinamico da loro messo a punto per Il Sole 24 Ore. Il primo che pubblichiamo è dedicato al settore Food & Beverage.
Gli analisti hanno scelto di utilizzare come parametro il cosiddetto “Eva”, acronimo di “Economic Value Added”. Un indicatore che non compare nei bilanci aziendali ma che secondo loro misura in maniera più efficace la ricchezza (plusvalore) generata dall’azienda e destinata ai suoi azionisti. L’Eva si calcola sottraendo agli utili normalizzati il cosiddetto “costo del capitale”. Una voce misurata dal cosiddetto “Wacc” (weighted average cost of capital) che stima il costo che gli investitori sostengono nell’acquisto di azioni. Per chi prende in prestito i soldi per acquistare azioni questa voce può ad esempio essere il tasso di interesse che si paga a chi gli ha fatto credito (banche o obbligazionisti). Il Wacc è anche una stima del costo opportunità. Un costo di cui l’investitore implicitamente si fa carico nel momento in cui, acquistando azioni dell’azienda A, rinuncia ad investire nell’azienda B.
Navigando nella sezione principale è possibile avere un quadro generale del comparto in Europa. Selezionando i filtri sulla destra si può ad esempio evidenziare quali sono le aziende a maggior capitalizzazione. Chi fa più profitti e chi ha il maggior giro d’affari (sales). È possibile inoltre selezionare la nazionalità delle imprese per arrivare a visualizzare per esempio le maggiori aziende italiane del settore. Nella seconda parte “Company profile” invece si va più nel dettaglio delle singole società. Selezionandone una a caso è possibile avere uno spaccato della situazione attuale. La parte più interessante del grafico è l’istogramma in basso dal titolo “Eva impliciti nel prezzo dell’azione” che indica quanto plusvalore la società deve creare nei prossimi anni perché il prezzo del titolo sia giustificato.
Come cambia lo scenario se il prezzo del titolo sale o scende o se il costo del capitale sale ad esempio in conseguenza di un rialzo dei tassi di interesse? Nella terza sezione “Company profile, simulazione parametri” è possibile fare varie simulazioni per capire ad esempio quanti ricavi (sales) una società dovrà fare nei prossimi anni per giustificare un rialzo del prezzo. Si noterà che alzando la variabile prezzo c’è una contestuale crescita della variabile “Sales implicite nel prezzo dell’azione”. La ragione è evidente: con il rialzo del prezzo del titolo il mercato scommette in una crescita futura del giro d’affari della società.

 

GLOSSARIO

  • ECONOMIC VALUE ADDED (EVA) 

L’EVA è un Profitto Economico, ovvero il “vero utile” d’impresa che remunera tutti i fattori produttivi, inclusi gli azionisti. Può essere calcolato sottraendo all’Utile netto normalizzato il Costo opportunità del Capitale investito nell’impresa dagli azionisti, voce di costo non presente nei bilanci, ma stimata dagli analisti all’interno del WACC.
L’EVA è il parametro più correlato al valore d’impresa, infatti al crescere degli EVA attesi, cresce il prezzo delle azione.
Il Valore d’impresa può essere definito, quindi, sommando al Capitale investito, il valore attuale degli EVA futuri che la gestione saprà generare (MVA).

  • MARKET CAPITALIZATION

E’ il prodotto tra il numero di azioni in circolazione e il prezzo di mercato di ciascuna azione.

  • ENTERPRISE VALUE

E’ il Valore dell’impresa determinato come Market Capitalization + Posizione Finanziaria Netta.

  • MARKET VALUE ADDED (MVA) 

È il maggior valore che, ad una certa data, gli azionisti di un’impresa si vedono riconosciuto dal mercato dei capitali rispetto a quanto registrato nel Patrimonio Netto. E’ calcolato come differenza tra il Capitalizzazione (Market Cap.) e Patrimonio Netto (Equity). Il MVA si può ulteriormente scomporre nel Valore atteso delle variazioni delle performance EVA future (FGV) e Valorizzazione in perpetuity dell’ultima performance EVA conseguita.

  • FUTURE GROWTH VALUE (FGV) 

E’ il Valore attuale dei miglioramenti o peggioramenti degli EVA attesi rispetto a quanto “spiegato” dall’ultima performance EVA conseguita.

  • WEIGHTED AVERAGE COST OF CAPITAL (WACC) 

È il Costo medio ponderato di tutto il Capitale investito nell’attività d’impresa, sia come capitale proprio degli azionisti che di debito da finanziatori (banche, obbligazionisti, ecc.).

  • ORIZZONTE TEMPORALE

La scelta del numero di anni entro cui conseguire il FGV dipende dal settore e dalla visibilità dei Piani manageriali.

  • P/E

E’ il rapporto tra il Prezzo di mercato dell’azione e gli utili per azione. Si esprime anche come rapporto tra la capitalizzazione di borsa dell’emittente e gli utili conseguiti.

  • P/BV

E’ il rapporto tra il Prezzo di mercato dell’azione e il valore del capitale proprio della società risultante dal bilancio (Equity).

 

Cluster di performance (EVA, ∆ EVA, ∆ SALES)

  • CHAMPION

Performance ineccepibile ed in crescita, sia adottando un’ottica EVA, sia in termini di crescita del fatturato (EVA positivo, ∆ EVA positivo, ∆ SALES positivo)

  • FALLING ANGEL

Società un tempo campioni, la loro performance è ora decrescente ed è pertanto necessario interrogarsi nuovamente sulla validità della Value Proposition (EVA positivo, ∆ EVA negativo, ∆ SALES negativo)

  • FOCUSING

Rallentamento della crescita a favore di una mirata e maggiore creazione di valore (EVA positivo, ∆ EVA positivo, ∆ SALES negativo)

  • NEED FOR REBIRTH

Società in declino, si assiste ad una completa e generalizzata distruzione di valore (EVA negativo, ∆ EVA negativo, ∆ SALES negativo)

  • WHAT AFTER GROWTH?

Società orientate alla sola crescita, si rende necessario verificare/ridefinire gli obiettivi strategici (EVA negativo, ∆ EVA negativo, ∆ SALES positivo)

  • ON THE RIGHT PATH

Società i cui obiettivi sono stati definiti in modo corretto e con performance in miglioramento, tuttavia non ancora campioni (EVA negativo, ∆ EVA positivo, ∆ SALES positivo)

  • RESTRUCTURING

Società attualmente orientate alla “rinascita” (EVA negativo, ∆ EVA positivo, ∆ SALES negativo)

  • NEED FOR CONTROL

Società caratterizzate da una possibile flessione momentanea (EVA positivo, ∆ EVA negativo, ∆ SALES positivo)

 

Cluster di performance (EVA/Capitale Investito, FGV/Capitale Investito)

  • ECCELLENZE

Società con performance buone o ottime e dai miglioramenti attesi. Il mercato reputa sostenibile la buona performance conseguita

  • SFIDE DI COMUNICAZIONE

Società cui sono associate performance buone o ottime, ma valori di FGV negativi. Il mercato è pessimista e reputa non sostenibile la performance corrente

  • SFIDE DI SVILUPPO

Società cui sono associate performance negative o scadenti, ma valori di FGV positivi. Il mercato è ottimista e reputa possibile un’inversione di tendenza

  • CAUSE PERSE

Società con performance negative cui il mercato non associa miglioramenti futuri.