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cronaca

Scuola: come cambiano i livelli di apprendimento nelle cinque macroregioni

Le scuole del Nord-Est e del Nord-Ovest si confermano piuttosto valide, con gli istituti tecnici che si scrollano di dosso l’etichetta di “scuole di serie B” e ottengono ottimi risultati, in alcuni casi persino migliori dei licei. Al Centro si resta nella media nazionale, con punte di eccellenza soprattutto nel primo ciclo (primarie e medie). Il Meridione, seppur con qualche eccezione, la Puglia, per esempio, resta più distante, con diversi istituti che puntualmente finiscono sotto i riflettori per gli “aiutini” dati agli alunni nello svolgere le prove (in Calabria, lo scorso anno, il “cheating” è stato rilevato già alle scuole primarie – in Campania dalle medie). Ma al Sud non è tutto “nero”: le difficoltà di partenza (e di contesto) spingono sempre più istituti e insegnanti a rimboccarsi le maniche, e questo si vede. Al netto della preparazione “in ingresso” degli studenti e del livello socio-economico familiare e territoriale nove delle prime 10 scuole (su un totale di 1.400 scelte come campione statistico nel 2016) con più elevato “valore aggiunto” in italiano sono meridionali (in matematica, addirittura, 10 su 10 – si tratta, complessivamente, di un dato che va apprezzato: significa che nel Meridione alcune singole scuole, non poche, malgrado il non lusinghiero “punteggio secco” in italiano e matematica, riescono a far migliorare i loro studenti).

Articolo sul Sole 24 Ore del 6 luglio 2017