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cronaca

Carceri, 56mila detenuti nel 2016. Uno su quattro straniero

Quasi 56mila persone, per circa 140mila reati. Uno su quattro nato all’estero, in proporzione tre volte di più che tra la popolazione generale. Più di uno su dieci finito nei guai a causa di questioni legate alla droga.

Ecco la popolazione carceraria italiana nel 2016, così come fotografata dall’Istat. Istituto nazionale di statistica che ha appena rilasciato i numeri relativi allo scorso anno. E sulla base dei quali Infodata ha costruito questa infografica:

Come si nota facilmente guardando la prima parte del grafico (il filtro in alto consente selezionare il genere), la maggior parte dei detenuti nelle carceri del nostro Paese è nata in Italia. Anche se le percentuali tra italiani e stranieri, messe a confronto con quelle generali, sono molto diverse. Il 1 gennaio 2016 le persone nate all’estero ma residenti in Italia rappresentavano l’8,3% del totale della popolazione. Mentre sfioravano il 27% nella popolazione carceraria.

Spiegato da dove arrivano, resta da capire per quali motivi siano finiti in carcere. Le fattispecie di reato più comuni sono quelle legate agli stupefacenti, con quasi 19mila detenuti. Detto altrimenti, un carcerato su otto è finito “dietro le sbarre” per questioni di droga. Seguono le rapine, con quasi 17mila detenuti, e i furti, per cui sono state private della libertà più di 12mila persone.

All’estremo opposto, appena un detenuto per vendita di sostanze alimentari non genuino, quattro per infanticidio, cinque per emissione reiterata di assegni a vuoto. Se ci si concentra sul genere, i reati più diffusi restano quelli legati alla droga. Con l’eccezione dei maschi italiani: qui la prima causa di detenzione sono le rapine.

Un ultimo appunto rispetto a crimini e nazionalità, peraltro visualizzabile nella seconda parte del grafico, dove è possibile analizzare la proporzione tra detenuti italiani e stranieri per le medesime accuse. Per dire cioè che il racket della prostituzione è ormai in mano agli stranieri. O almeno, sono soprattutto loro quelli che le forze dell’ordine e la magistratura riescono ad assicurare alla giustizia.

Poco meno del 77% dei detenuti per istigazione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione non è nato in Italia, così come il 66% dei detenuti per prostituzione minorile. Altro elemento, probabilmente tristemente legato a questi due, riguarda la violazione delle norme sull’interruzione di gravidanza: il 60% dei detenuti è di cittadinanza straniera. E tra gli italiani? Poco meno del 99% dei carcerati per associazione mafiosa è nato in Italia. In queste “famiglie” non c’è spazio per l’integrazione.

Un lettore ci segnala che, nella stesura di questo pezzo, è stato commesso un errore. I detenuti nelle carceri italiane, come conferma anche il <a href=”https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14_1.page?contentId=SST1328002&previsiousPage=mg_1_14“>Ministero dell’Interno</a>, sono 56mila. Il numero di 138mila fa invece riferimento ai reati contestati. E ad un singolo detenuto può essere contestato più di un reato. Fatta questa precisazione, riteniamo che sia comunque interessante capire quali siano i reati più diffusi nel Paese. Rispetto all’errore, non rimane che ammetterlo e scusarsi con i lettori.

Ultimi commenti
  • Gianni |

    Ascoltavo la Tv e Gentiloni che parlava della riforma carceraria. Ho pensato che su 56 mila detenuti,la maggior parte avrà la possibilità di lavorare,ma altri no. Quindi,trovare un lavoro o qualcosa da fare a chi se ne sta senza far niente e per chi è straniero,estradizione subito,seduta stante dopo la condanna. Sarebbe un risparmio per il nostro Paese e un rientro garantito per chi qui,in Italia delinque.

  • Paolo B. |

    Considerando a margine che il tasso di criminalità in Italia è in discesa dal 1991, quindi non correlabile al fenomeno migratorio, è interessante rilevare come i dati sulla popolazione carceraria coincidano con quelli sulla povertà. Tali dati certificano che circa il 30% delle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà sono stranieri.

  • vero |

    affinché la statistica sia meno razzista anziché stranieri bisognerebbe dire clandestini, richiedenti asilo, espulsi

  • arthemis |

    Sarebbe interessante avere il numero di condannati e non solo dei carcerati.
    La maggiore percentuale degli stranieri rispetto alla sotto-popolazione di riferimento, rispetto alla percentuale degli italiani, non può essere dovuta anche al minore accesso a forme alternative quali i “domiciliari”? Inoltre, negli immigrati la % di uomini sul totale della sottopopolazione è uguale a quello medio italiano (mi sembra che in media vi siano più uomini che donne che hanno a che fare con la giustizia)?

  • Alberto |

    La popolazione carceraria è di 56.000 persone (https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14_1.page?contentId=SST1328002&previsiousPage=mg_1_14), non ha mai toccato i 130.000 . Sul sito ISTAT c’è la seguente avvertenza :”La somma dei reati commessi dai detenuti è superiore al numero dei detenuti poiché ad ogni singolo detenuto possono essere attribuiti più tipi di reato.”.

    Purtroppo ci sono molti esempi di questi errori tra i giornalisti, che ne diminuiscono l’autorevolezza. Cordialmente.

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