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economia

L'Italia invecchia, calano le nascite ma le famiglie tornano a spendere

La fotografia scattata da Istat nell’Annuario statistico italiano 2016 descrive una Italia invecchiata, con sempre più abitanti over 65 nel 2015 che per la prima volta negli ultimi novant’anni vede calare la popolazione (oltre 130 mila in meno rispetto all’ inizio dell’anno) dove però le famiglie hanno ricominciato a spendere (+1% in termini nominali) grazie a un potere di acquisto (+0,8%) e a un reddito disponibili lievemente aumentati (+0,9%). L’annuario che raccoglie le statistiche più significative del 2015 rileva anche che per la prima volta da anni la speranza di vita si riduce (passando da 80,3 anni a 80,1 anni per i maschi e da 85,0 a 84,7 per le femmine), prosegue il calo delle nascite e permangono difficoltà per i giovani che cercano lavoro. Nel 2015, il tasso di disoccupazione per la popolazione di 15-64 anni è diminuito al crescere dell’istruzione (dal 20,8 per cento di chi ha al massimo la licenza elementare al 7,2 per cento dei laureati), ma nella classe d’età 25-34 anni esso rimane elevato anche tra i laureati e diplomati (16,2 e 15,9 per cento) a conferma delle difficoltà occupazionali dei più giovani, anche se più istruiti. Quella descritta è dunque una società invecchiata (al 31 dicembre 2015 ogni 100 giovani ci sono 161,4 over65) che fatica a mettersi al servizio dei giovani.
 


 
Altre statistiche significative. Il numero di comuni torna sotto il livello di cinquanta anni fa.  Al 1° gennaio 2016 sette comuni su dieci hanno una popolazione pari o inferiore a 5 mila abitanti.
Cresce il numero di incendi forestali ma diminuisce la superficie media percorsa dal fuoco. Nel 2015 si sono verificati 5.442 incendi, sviluppati su una superficie di 41.511 ettari, di cui 25.867 boscati e 15.644 non boscati.
Gli stranieri non superano l’8% della popolazione.  Al 31 dicembre 2015 sono 5.026.153 gli stranieri residenti in Italia, l’8,3% del totale della popolazione, con un incremento di 11.716 unità sull’anno precedente (+0,2%), di molto inferiore rispetto alla cifra di 92.352 registrata nel corso del 2014. Il Nord-ovest è la ripartizione in cui risiede il maggior numero di stranieri (34,1%); complessivamente il Nord ne ospita il 58,6% e la proporzione fra cittadini stranieri e italiani arriva a 11 su 100, contro i circa 4 ogni 100 del Mezzogiorno.
In calo omicidi e rapine, aumentano i furti ma sale la percezione del rischio  criminalità.  furti Nel 2014, sono stati 2.812.936, circa 46 ogni mille abitanti, i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria (-2,7% rispetto al 2013).
Sempre meno i diplomati che proseguono gli studi all’università Il passaggio dalla scuola secondaria all’università (percentuale di neo-diplomati che si iscrivono per la prima volta all’università nello stesso anno in cui hanno conseguito il diploma) diminuisce ancora rispetto all’anno accademico 2013/14 (-0,6 punti percentuali): sono poco meno della metà i diplomati del 2014 che si sono iscritti all’università (49,1%), con i valori più alti per Molise (58,1%) e Abruzzo (54,6%).
Boom di spettatori al cinema Nel 2016, il 66,3% della popolazione di 6 anni e oltre ha fruito di almeno uno spettacolo, un intrattenimento o una visita a musei e mostre. Tutte le forme di intrattenimento risultano in crescita ma ad aumentare di più sono gli spettatori al cinema, passati dal 49,7% del 2015 al 52,2%, e quelli che seguono concerti di musica diversa dalla classica (da 19,3% a 20,8%); i concerti di musica classica subiscono invece una diminuzione della quota di spettatori dal 9,7 all’8,3%.
Scende il tasso di disoccupazione per la prima volta dopo sette anni Dopo sette anni di aumento ininterrotto, nel 2015 la stima del numero di disoccupati diminuisce in misura consistente, soprattutto nella seconda parte dell’anno, attestandosi a poco più di 3 milioni.
Possiedono un cellulare oltre nove famiglie su dieci, sei su dieci hanno un PC in casa Nel 2015, il 91% delle famiglie italiane possiede almeno un telefono cellulare o smartphone, circa un punto percentuale in più rispetto all’anno precedente. I valori più alti, superiori al 93%, si osservano nel Nord-est e nel Centro. Il personal computer è invece presente nelle case di sei famiglie su dieci (62,3%); ancora una volta i valori sono più elevati al Nord rispetto a Sud e Isole.
L’auto resta la passione degli italiani L’automobile è ancora il mezzo di trasporto privato più utilizzato per recarsi al lavoro e a scuola. Nel 2016 la usano quasi sette occupati su dieci (68,9%) come conducenti, e più di un terzo (37,3%) degli studenti come passeggeri
I problemi più sentiti dalle famiglie. Nel 2016 i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono l’inquinamento dell’aria (38,0%), il traffico (37,9%), la difficoltà di parcheggio (37,2%), la sporcizia nelle strade (33,0%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (32,9%), il rumore (31,5%) e la qualità dell’acqua di rubinetto (29,9%). In ultima posizione l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua, che costituisce un problema solo per il 9,4% delle famiglie ma è particolarmente sentito in Calabria e Sicilia dove è segnalato rispettivamente dal 37,5% e dal 29,3% delle famiglie, mentre in Sardegna ritorna ai livelli del 2014 con il 13,4% delle famiglie che lamentano questo problema. Nelle Isole si registra anche la percentuale più alta di famiglie che dichiarano di non fidarsi della qualità dell’acqua di rubinetto (58,6%)

Ultimi commenti
  • Giovanni |

    Le statistiche per avere valore probante dovrebbero essere maggiormente specifiche. Ad esempio quello della disoccupazione fra i laureati non significa nulla se non si distingue rispetto al tipo di laurea. E’ ovvio infatti che un laureato in legge o in lettere classiche abbia maggiori difficoltà a trovar lavoro rispetto ad un laureato in ingegneria o in fisica, ecc. E si dovrebbe persino distinguere fra le specializzazioni: un laureato in ingegneria civile da un laureato in ingegneria delle telecomunicazioni. Infine il dato sul calo della popolazione che viene dato come una disgrazia e che io invece considero positivamente. La popolazione italiana è esorbitante rispetto al territorio a disposizione e rispetto alle capacità produttive del paese. Poco più di 100 anni fa, nel 1900, la popolazione italiana era quasi la metà di adesso, attestandosi intorno ai 35 milioni. Da allora, malgrado due guerre mondiali, una gravissima epidemia di influenza Spagnola e costanti deflussi migratori da sud a nord e sopratutto verso altri paesi, si è verificato un incremento galoppante che ha portato al raddoppio della popolazione o quasi. Ma lo scenario attuale dell’economia mondiale e la diffusione di tecnologie sempre più pervasive consiglierebbero invece di incoraggiare una graduale diminuizione della densità che per quanto ci riguarda è superiore di gran lunga persino a quella della Cina.

  • Giovanni |

    Le statistiche per avere valore probante dovrebbero essere maggiormente specifiche. Ad esempio quello della disoccupazione fra i laureati non significa nulla se non si distingue rispetto al tipo di laurea. E’ ovvio infatti che un laureato in legge o in lettere classiche abbia maggiori difficoltà a trovar lavoro rispetto ad un laureato in ingegneria o in fisica, ecc. E si dovrebbe persino distinguere fra le specializzazioni: un laureato in ingegneria civile da un laureato in ingegneria delle telecomunicazioni. Infine il dato sul calo della popolazione che viene dato come una disgrazia e che io invece considero positivamente. La popolazione italiana è esorbitante rispetto al territorio a disposizione e rispetto alle capacità produttive del paese. Poco più di 100 anni fa, nel 1900, la popolazione italiana era quasi la metà di adesso, attestandosi intorno ai 35 milioni. Da allora, malgrado due guerre mondiali, una gravissima epidemia di influenza Spagnola e costanti deflussi migratori da sud a nord e sopratutto verso altri paesi, si è verificato un incremento galoppante che ha portato al raddoppio della popolazione o quasi. Ma lo scenario attuale dell’economia mondiale e la diffusione di tecnologie sempre più pervasive consiglierebbero invece di incoraggiare una graduale diminuizione della densità che per quanto ci riguarda è superiore di gran lunga persino a quella della Cina.

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