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politica

La crisi della "middle class" che vota Trump


Che cosa è successo all’America? Come è possibile che Donald Trump possa piacere a metà dell’elettorato a stelle e strisce?
Sarebbe tranquillizzante pensare che la sua ascesa sia il frutto di circostanze fortuite di un processo selettivo andato in tilt. E soprattutto che basti la vittoria di Hillary Clinton perché quell’incubo sia scacciato per sempre. Ma sarebbe sbagliato. La realtà è che, comunque vada a finire martedì, quell’elettorato arrabbiato, isolazionista e in buona parte anche xenofobo rimarrà in campo. Perché non è il risultato, bensì la causa del successo di Trump.
Parliamo di milioni di persone di classe sociale e istruzione medio-bassa. E di razza bianca. Quella che negli anni 30 si usava chiamare la working class e che dagli anni 50 è diventata la middle class. Insomma la categoria di americani medi messa al tappeto dall’uno-due subìto con il simultaneo avvento della deindustrializzazione e del “diverso” – messicano o afroamericano, femminista o transgender – che ha raggiunto l’apice dell’intollerabilità con l’elezione alla Casa Bianca del figlio di un keniota.

Articolo sul Sole 24 Ore del 6 novembre 2016
Ultimi commenti
  • GIORGIO GALBIATI |

    Alla fine contano i fatti. Il Vicino Oriente in guerra, il Mediterraneo in preguerra, la Libia un disastro, Egitto e Turchia persi, la madre Africa in subbuglio che ci riversa fiumi di senza futuro, la Russia di nuovo avversaria e l’estremo Oriente, la Cina, che sta per superare l’economia degli USA. Forse era il caso di metterci un freno se non altro per la reputazione. Ora per noi conteranno TTIP e barriere verso i nostri partner commerciali, quelli che lavorano, non cercano guerre e magari possiedono anche un’etica. A prescindere da giudizi sulla sua scolarizzazione la classe media americana sa correre, ma sa frenare.

  • GIORGIO GALBIATI |

    Alla fine contano i fatti. Il Vicino Oriente in guerra, il Mediterraneo in preguerra, la Libia un disastro, Egitto e Turchia persi, la madre Africa in subbuglio che ci riversa fiumi di senza futuro, la Russia di nuovo avversaria e l’estremo Oriente, la Cina, che sta per superare l’economia degli USA. Forse era il caso di metterci un freno se non altro per la reputazione. Ora per noi conteranno TTIP e barriere verso i nostri partner commerciali, quelli che lavorano, non cercano guerre e magari possiedono anche un’etica. A prescindere da giudizi sulla sua scolarizzazione la classe media americana sa correre, ma sa frenare.

  • sebana pernice |

    La classe media USA ha una cultura che prescinde dal welfare state, poiché i servizi sociali (sanità e previdenza) sono gestiti da compagnie di assicurazione e fondi pensione privati. Di conseguenza rifiutano l’imposizione fiscale, finalizzata a fornire i servizi sociali alle classi meno abbienti, soprattutto costituite da afroamericani e ispanici. Purtroppo, poiché si è bloccato il sogno americano che consente a chiunque sia meritevole di emergere socialmente ed economicamente e le classi meno abbienti faticano a scalare la gerarchia sociale, i conflitti sociali si inaspriscono. Trump dà voce al malessere del ceto medio.

  • sebana pernice |

    La classe media USA ha una cultura che prescinde dal welfare state, poiché i servizi sociali (sanità e previdenza) sono gestiti da compagnie di assicurazione e fondi pensione privati. Di conseguenza rifiutano l’imposizione fiscale, finalizzata a fornire i servizi sociali alle classi meno abbienti, soprattutto costituite da afroamericani e ispanici. Purtroppo, poiché si è bloccato il sogno americano che consente a chiunque sia meritevole di emergere socialmente ed economicamente e le classi meno abbienti faticano a scalare la gerarchia sociale, i conflitti sociali si inaspriscono. Trump dà voce al malessere del ceto medio.

  • Giuseppe |

    Ben detto Giacomo

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