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politica

Trump vs Clinton: i profili dei candidati, le donazioni e i finanziamenti

È di ieri (2 novembre) l’aggiornamento che darebbe Trump in vantaggio di un punto ai sondaggi rispetto alla Clinton (46% contro 45%). Per la prima volta da maggio la candidata perde terreno nei confronti del repubblicano. Il nuovo caso delle e-mail l’ha messa sulla difensiva, spegnendo l’entusiasmo dei suoi sostenitori e mettendo in dubbio le speranze di conquistare il voto anche negli Stati ancora incerti come Iowa e Ohio.
Se diversi scandali hanno accomunato la storia dei due candidati nel corso della campagna elettorale, dando uno sguardo ai loro profili emerge con chiarezza una grande diversità. Ed è soprattutto da punto di vista ideologico che i due politici si differenziano.
Hillary Clinton, rappresentante del Partito democratico, può vantare una consistente esperienza in ambito politico come Segretario di Stato tra il 2009 e il 2013, durante il secondo governo Obama. Si dichiara favorevole all’aborto, all’introduzione di misure per favorire l’assunzione di donne e minoranze, ai matrimoni omosessuali, all’incoraggiamento della “green energy”. È invece fortemente contraria al diritto dei cittadini di possedere armi e alla privatizzazione dei servizi di sicurezza pubblica. Ad agosto i finanziamenti per la sua campagna elettorale hanno registrato un picco di 68.429 milioni di dollari di “cash on hand”. Le donazioni più sostanziose sono arrivate da Donald Sussman, fondatore di Paloma Partners Advisors, con oltre 19 milioni di dollari, e il presidente di Soros Fund, George Soros con 11.542 milioni di dollari.

L’avversario repubblicano Donald Trump, presidente della Trump Organization, ha messo in campo per la sua candidatura circa 254 milioni di dollari. Le principali donazioni sono state i 6 milioni di dollari di Linda McMahon (l’amministratore delegato della WWE tra il 1980 e il 2009) e i 5 milioni del co-fondatore di Home Depot, Bernard Marcus.
Se per molti aspetti Trump ha assunto posizioni nettamente in contrasto rispetto alla Clinton – sulla green economy, sull’aborto, sull’accesso al lavoro per donne e minoranze e sul possesso delle armi, per citarne alcune – si dichiara invece in linea con l’avversaria per quanto riguarda i diritti omosessuali, l’espansione del libero scambio (entrambi contrari), lo snellimento delle procedure di registrazione per il voto. Restano comunque più numerosi i punti di divergenza: secondo i grafici, su 20 topics considerati, le loro opinioni differiscono in 15 casi.

@MichelaPiccoli_