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economia

Cina, in caduta gli scambi con l’estero


Rispetto a settembre 2015 l’export cinese è crollato del 10% su base annua e anche le importazioni non danno segnali migliori, rimanendo sotto dell’1.9%. Una situazione davvero preoccupante quella che la Cina sta attraversando e per la quale Pechino non sembra in grado di trovare una soluzione.
La crisi risale a poco più di un anno fa quando, con lo shock dell’11 agosto 2015, ci fu un eccessivo deprezzamento. Solo in questi giorni, però, la questione sta iniziando a travolgere l’intero mercato. È stato proprio l’inserimento della moneta cinese nel paniere delle valute del Fondo sulle quali si calcolano i Diritti speciali di prelievo a dare il colpo di grazia.
Il surplus commerciale di Pechino sfiora oggi i 42 miliardi di dollari ai minimi degli ultimi sei mesi. Solo nel 2015 era stato pari a 578 miliardi. Adesso c’è da registrare anche un pesante calo delle esportazioni legato al persistente peggioramento della domanda di prodotti da parte dei mercati tradizionali (Europa -9.8% e Stati Uniti -8.1%).
Anche la moneta è in sofferenza. Il renmibi questa settimana ha raggiunto quota 6.7, un livello che la stessa banca centrale aveva considerato uno spartiacque. Nel complesso la perdita dell’anno è stata del 3.4%. Pechino ha finora cercato di frenare questa caduta libera, rischiando però di pagare un conto salato in termini di deficit finanziario – l’anno scorso c’è stato un incremento di 40 miliardi di dollari (da 160 a 200 miliardi tra il terzo e il quarto semestre).
 

Articolo pubblicato a pagina 2 del Sole 24 Ore del 14 ottobre 2016