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tecnologia

L'impatto delle università sulla società e sull'economia. La terza missione degli atenei


Esiste un detto, molto diffuso sui siti di alcune università americane, che suona così: «Se vuoi costruire una grande città, crea una grande università e aspetta 200 anni». Un verità confermata da alcuni dati (del 2014) sui brevetti – 776 sono di accademici, 286 di studenti universitari – o sull’imprenditorialità – nel 2014, 139 imprese spinoff sono nate negli atenei italiani.   Di democrazia ed informazione si discuterà a Padova agli Open Innovation Days di Nòva. Qui trovate tutte le informazioni. http://nova.ilsole24ore.com/oid/
Oggi si cerca però un impatto immediato. E da questo spunto è nato il concetto di “terza missione”. La percezione diffusa è stata che occorresse definire un nuovo ruolo delle università, basato sull’assunzione di responsabilità e compiti specifici rispetto all’impatto esterno.
Si è resa sempre più evidente, nel tempo, la forte interazione tra il mondo universitario e la società. Oggi, si chiede agli atenei di rendere chiara la propria strategia circa il proprio impatto sulla realtà esterna, per dotarsi anche di strutture organizzative adeguate e professionali.
In questo processo di istituzionalizzazione della terza missione, sono state definite due aree ben distinte. La prima ha per oggetto la valorizzazione economica della ricerca – per intenderci, i brevetti e gli spinoff a cui si faceva riferimento prima. La seconda viene definita in termini di produzione e gestione dei beni culturali e di formazione per gli adulti.
Una sfida molto importante per le università italiane. È infatti la prima volta in Europa che viene definito un quadro così esteso e che vengono costruiti sistemi di indicatori comparabili

Articolo pubblicato a pagina 18 del Sole 24 Ore del 29 settembre 2016