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politica

Quali e quanti cantieri sono in ritardo? Quelli ferroviari sono addirittura in anticipo. Tutti i nuovi dati su Opencantieri

Non è vero che in Italia tutti cantieri sono in ritardo. Quelli ferroviari per esempio sono addirittura in anticipo con un avanzamento lavori del 3% più avanti della tabella di marcia e un sovracosto delle varianti di appena il 2%. Peccato non poter dire lo stesso di strade e metropolitane, in media in ritardo del 5% sui tempi previsti. Tra le grandi opere, invece, il Mose è perfettamente in orario. La notizia più bella però è che questi numeri si possono finalmente conoscere facilmente, senza richieste e lungaggini burocratiche. Merito di Opencantieri, il sito per la trasparenza sulle opere pubbliche creato dal Ministero delle infrastrutture con il supporto di una task force composta di esperti del proprio servizio statistico, della Fondazione Politecnico di Milano e di Formez, con la collaborazione del Ministero dell’economia e delle finanze e del Dipe, il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dal quale arrivano i dati. Il sito, già riconosciuto in sede Ocse come una best practice offre una bella novità: la pubblicazione di tutti i dati sulle concessioni autostradali in corso. Oltre agli indicatori globali relativi a 32 grandi opere di interesse nazionale e moltissimi contratti di entità più piccole per un investimento complessivo di 71 miliardi, il portale permette di esplorare le singole opere. Si va dagli adeguamenti dei singoli scali ferroviari a opere come la pedemontana veneta che con 25% di ritardo e il triplicare dei costi di realizzazione è già sotto i fari della Corte dei Conti. Non solo, il sito propone cartine (rigorosamente in formato opendata grazie all’adozione di Openstreetmap come supporto cartografico), dataset scaricabili su tempi, concessionari, investimenti e tariffe di compensazione applicati, oltre a un sistema di Api, quelle “application-program-interface” che permettono a privati ed enti locali di realizzare applicazioni in grado di offrire servizi ad-hoc per i cantieri che gli interessano. Al momento Opencantieri raccoglie una frazione minima, alcuni stimano intorno al 10%, di tutti i cantieri italiani ma è sicuramente un inizio da celebrare perché il gruppo di lavoro è riuscito a uniformare i dati provenienti da moltissime fonti diverse, da Anas alle Ferrovie e ad altri concessionari, che utilizzavano spesso nomenclature e formati diversi. Questa cosiddetta “interoperabilità” dei dati non è stata finora scontata nella pubblica amministrazione italiana e, per quanto sia una questione tecnologica che di solito appassiona solo i più geek, è centrale per tradurre in realtà quella tanto invocata trasparenza e “accountability”. È infatti solo grazie all’opera di semplificazione fatta dal team di Opencantieri, che ha sintetizzato una materia estremamente complessa in un paniere di una 30ina di indicatori che possiamo finalmente avere delle risposte a domande apparentemente semplici come  “quanto costa?”, “quanto è costata fino ad oggi?”, “sono aumentati i costi rispetto alle previsioni originali?”, “se è in ritardo e di quanto?”, “quando sarà terminata”? La scommessa adesso è che Opencantieri cresca, il più in fretta possibile, per aumentare l’efficienza del paese e, magari, farci guadagnare altre posizioni in quell’indice della corruzione che ci vede ancora peultimi in Europa davanti alla sola Bulgaria.
 

Testo e info a cura di Guido Romeo
Data & Business journalist – Co Founder of Diritto Di Sapere, Foia4Italy activist
@guidoromeo