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Italia in fondo alla classifica per spese all’istruzione. Insegnanti poco pagati e attempati

Education at a Glance fornisce statistiche nazionali  che misurano lo stato dell’istruzione in tutto il mondo. Il rapporto analizza i sistemi di istruzione dei 34 paesi membri dell’OCSE, così come Argentina, Brasile, Cina, Colombia, Costa Rica, India, Indonesia, Lettonia, Lituania, la Federazione Russa, l’Arabia Saudita e Sud Africa.

In un approfondimento uscito nei giorni scorsi è emerso che tra il 2010 e il 2012, il PIL è tornato a salire in molti paesi, e la spesa pubblica per l’istruzione è scesa in più di un terzo dei Ocse, tra cui Australia, Canada, Estonia, Francia, Ungheria, Italia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Stati Uniti.

Tra tagli di bilancio a livello di scuola  primaria e secondaria, la maggior parte dei governi hanno scelto di ridurre gli stipendi degli insegnanti, piuttosto che aumentare le dimensioni delle classi.

Più in generale, il numero di paesi che mostrano un aumento dei salari, in termini reali, si è ridotto la metà dei Paesi Ocse  Ocse tra il 2008 e il 2013. In media in tutta l’OCSE, gli insegnanti di scuola materna ed elementare guadagnano il 78% dello stipendio di un similmente-educato , lavoratore a tempo pieno; insegnanti della scuola secondaria inferiore sono pagati 80% e insegnanti della scuola secondaria superiore 82% di quello stipendio di riferimento.

 

Secondo l’Ocse, stipendi non competitivi renderanno più difficile attrarre i candidati migliori per la professione di insegnante, tanto più che il corpo docente sta invecchiando, con il 35% degli insegnanti della scuola secondaria di almeno 50 anni di età nel 2013. Tale percentuale è aumentato di 3 punti percentuali tra il 2005 e il 2013. L’aumento è stato di 10 punti percentuali o più in Grecia, Corea, Portogallo e Slovenia e 19 punti in Austria.

In Italia. L’Italia è agli ultimi posti tra i Paesi avanzati per la spesa nell’istruzione. La Penisola ha dedicato al settore scuola nel 2012 il 3,9% del Pil contro il 5,2% della media Ocse ed è trentunesima sui 38 Paesi presi in considerazione.

Quanto agli insegnanti, i nostriguadagnano meno non solo della media dei loro colleghi degli altri Paesi industrializzati, ma anche di quanti – sempre in Italia – hanno qualifiche analoghe. La Penisola, inoltre, ha i docenti piu’ attempati dell’intera area Ocse. In Italia lo stipendio reale medio annuo di un insegnante di scuola dell’infanzia o primaria nel 2013 era pari a 33.379 dollari Usa a parità di potere d’acquisto contro la media Ocse di 37.798 dollari nel primo caso e 41.249 nel secondo. Un insegnante italiano di scuola media puo’ contare su 35.757 dollari l’anno contro i 43.626 della media Ocse e un prof di scuola secondaria ha un salario annuo di 38.675 dollari, quasi 10mila in meno rispetto ai 47.702 della media dei Paesi avanzati. Non solo: nella Penisola i docenti tra 25 e 64 anni nella scuola pubblica secondaria inferiore nel 2013 guadagnavano in media due terzi del salario medio dei lavoratori con qualifiche comparabili contro una proporzione media dell’Ocse dell’80%. Inoltre, i salari degli insegnanti sono principalmente collegati all’anzianita’ e non valorizzano le prestazioni di eccellenza, come avviene in Finlandia e Francia. Come sottolinea l’Ocse, gli stipendi degli insegnanti, oltre a rappresentare il maggiore singolo costo nell’istruzione formale hanno un impatto diretto sull’attrattivita’ della professione. In Germania un maestro della scuola primaria ha un salario di 60.600 dollari e un prof di secondaria in media supera i 72mila. (Radiocor – Il Sole24Ore)