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cronaca

Caf che manipolano la devoluzione del 5 per mille. Irregolarità nell’8,9% dei modelli controllati nel 2014

Cinquecento modelli irregolari su 5.603 controllati nel 2014. È il risultato della prima campagna di verifiche messa in campo dall’agenzia delle Entrate sulla gestione nei Caf delle scelte del cinque per mille dell’Irpef, in occasione delle dichiarazioni dei redditi. L’Agenzia ha risposto così all’invito arrivato dalla Corte dei conti a controllare il comportamento degli intermediari che abbiano un potenziale conflitto di interessi nella gestione del cinque per mille: sotto la lente ci sono i Caf collegati a un’organizzazione beneficiaria del contributo o che ne siano diretta emanazione. L’obiettivo è verificare se sia garantita la libera scelta del contribuente, per una forma di finanziamento al non profit, alla ricerca e alla cultura che vale (dal 2015) 500 milioni di euro all’anno. In un documento inviato alla Corte il 26 giugno scorso, l’Agenzia fa dunque il punto sui risultati dei controlli effettuati nel 2014 (che sono stati potenziati per il 2015, con 160 ispezioni e 7 reti di Caf da esaminare).

I Caf considerati a rischio di poter incidere sulla scelta dell’ente cui devolvere il 5 per mille da parte degli utenti sono stati selezionati in base all’andamento delle opzioni nelle dichiarazioni dei redditi dal 2006 in poi. Come si può notare, le associazioni collegate ai Caf presi in esame dall’Agenzia delle Entrate hanno tutte avuto una crescita più o meno costante delle opzioni e degli incassi del 5 per mille. Particolarmente interessanti i dati di “Anmil Onlus” (+145% di opzioni tra il 2006 e il 2013) e di “Rete Iside Onlus” (+269% di opzioni)

Tratto da Il Sole 24 ORE del 28/09/2015, pagina 15