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Ecco come ti assumeranno: al via il restyling dei contratti


Sfoltire e tagliare la burocrazia dei contratti: è la parola d’ordine del Jobs act che dovrà trovare attuazione in uno dei decreti delegati attesi al Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Le modalità di assunzione, si ripete da anni, sono tante, forse troppe. La Fondazione De Benedetti qualche anno fa arrivò a elencarne 44, la Cgil 46, al ministero del Lavoro ai tempi di Elsa Fornero 34 e  a voler essere “sintetici” – come calcolato dal Sole 24 Ore – si scende a 28.

Il restyling dei contratti dovrebbe partire con un intervento sulle collaborazioni coordinate e continuative per arrivare al loro definitivo superamento. L’obiettivo del Governo è realizzare un’operazione radicale per fare chiarezza tra autonomia e subordinazione. Sui collaboratori a progetto, in particolare, l’ipotesi è di partire con un periodo di transizione per arrivare a cancellare questo contratto entro il 1° gennaio 2016. Dovrebbero “sparire” anche le associazioni in partecipazione (già ridimensionate dalla riforma Fornero) e il job sharing (mai decollato e che interessa oggi qualche centinaio di lavoratori). Si punterebbe, invece, ad allargare il raggio d’azione dei per il lavoro accessorio, rendendone più agevole l’utilizzo con l’ipotesi anche di aumentare i massimali che attualmente sono di 5mila euro nell’anno solare e di 2mila per committente imprenditore o professionista.