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tecnologia

Internet è meno libera. Le conseguenze delle rivelazioni sulla sorveglianza globale

Freedom of the Net 2014
Freedom of the Net 2014

 

Freedom House è una organizzazione non governativa internazionale. Sono nati nel 1941 e dal 1973 il loro focus sono studi sullo stato della democrazia e dei diritti umani nel mondo.  Il report  freedom on the Net 2014 analizza  dati e asset di 65 Paesi, basandosi su una serie di indicatori fondamentali: diffusione del web, limitazioni all’accesso e alla consultazione dei siti e violazione dei diritti degli utenti.  Quest’anno ecco come sono andate le cose.

Per il quarto anno consecutivo in 35 dei 65 Paesi esaminati le “cose” sono peggiorate. In altre parole, come si  legge nel sito, sono aumentati i governi (41 su 65) che hanno presentato (o messo in atto) normative per limitare la libertà di parola, per aumentare il controllo sui contenuti online o per potenziare il potere di sorveglianza. Sono aumentate in 38 paesi su 65 le persone arrestate per aver scritto o pubblicato contenuti di carattere politico e sociale. Sono aumentate le richieste di un controllo più puntuale di quanto accade sul web nazionale. Come se internet avesse confini.

Lo “strattone” secondo gli esperti e ricercatori di Freedom House è iniziato con le rivelazioni sull’Nsa. Il datagate e quindi l’esistenza di un programma di sorveglianza di massa governato Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana avrebbe spinto i governi nazionali ad aumentare il monitoraggio della rete. Col pretesto di avere sotto controllo i server e la localizzazione dei dati su territorio nazionale  molti governi senza controlli da parte del potere giudiziario hanno pensato bene di concentrarsi sulle opposizioni politiche e sulle associazioni dei diritti umani. L’Europa, solo per fare un esempio di Paese liberale, intende varare una riforma della privacy che va in questa direzione. Nel rapporto si mischiano un po’ le carte, a ben vedere. E’ vero che l’Nsa ha in qualche modo coperto operazioni non chiare di controllo e censuro. Tuttavia, l’atteggiamento dei governi nei confronti della rete non è poi cambiato. Resta, in molte zone del mondo, un male necessario. Purtroppo.

Fonte: Freedom House. Dataviz: Andrea Gianotti.