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finanza

Quanto debito pubblico è detenuto all’estero? Il termometro della fiducia

Contributo a cura di Prometeia Associazione, think tank macro della società di consulenza  

La quota di titoli pubblici detenuti da non residenti è un indicatore della fiducia dell’estero verso l’economia di un paese, come mostra la sua correlazione con i rating sovrani emessi dalle quattro agenzie accreditate presso l’Eurosistema: S&P, Moody’s, Fitch, DBRS.

Ci concentriamo qui sui paesi dell’Eurozona con un più elevato debito pubblico in rapporto al Pil, in particolare Belgio, Italia, Portogallo e Spagna. È esclusa la Grecia, il cui debito dal 2012 è per circa l’80% in mani istituzionali.

In Italia, la quota del debito detenuta dai non residenti stenta a recuperare i livelli precedenti la crisi dei debiti sovrani: in agosto ha toccato un nuovo punto di minimo al 33,2%. Allo stesso tempo, dopo un periodo di sostanziale stabilità, sta aumentando la preoccupazione delle agenzie di rating rispetto alla sostenibilità del debito pubblico italiano, soggetto recentemente a revisioni negative dell’outlook (Fitch e S&P) e declassamenti (Moody’s).

La Spagna condivide con l’Italia il significativo calo della quota estera durante la crisi dei debiti sovrani. Tuttavia, dopo aver toccato un minimo del 32% a giugno 2012, la quota ha ripreso a salire dalla seconda metà del 2013, attestandosi stabilmente sopra il 40%. Tale recupero è stato accompagnato da un progressivo miglioramento dei rating sovrani emessi dalle quattro agenzie.

In Portogallo, l’esodo degli operatori esteri si è arrestato a inizio 2012 grazie al programma di assistenza EFSF/IMF. Nonostante le elezioni del 2015 abbiano causato un nuovo deflusso, negli anni più recenti la crescita robusta e la riduzione del debito/Pil hanno favorito la stabilizzazione della quota estera di titoli pubblici su valori di poco inferiori al 50% e una serie di revisioni al rialzo del rating sovrano.

Il Belgio ha invece mantenuto un rating mai inferiore a AA- e una quota di titoli detenuta all’estero mai sotto il 50%, neppure durante la crisi dei debiti sovrani. Oggi la quota è su livelli prossimi al 60%, ben al di sopra di Italia e Spagna.

 

Ultimi commenti
  • tippete |

    Il commento è obbligato: in lunghi decenni, lo Stato italiano ha trasferito ingenti “interessi” dal bilancio pubblico alle tasche di privati prestatori di denaro italiani, che detengono i due terzi del “debito pubblico” del Paese.
    Lo s-governo al potere è impreparato ed incapace a gestire la problematica finanziaria. Tria ha abdicato alla sua professionalità perché ricattato e perché non intende rinunciare alla poltrona che gli hanno procurato.
    Gli investitori stranieri fanno bene a stare alla larga dai titoli di stato italiani, a rischio piuttosto elevato.

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    Gli investitori stranieri fanno bene a stare alla larga dai titoli di stato italiani, a rischio piuttosto elevato.

  • tippete |

    Il commento è praticamente obbligato: l’Italia, in decenni, ha trasferito ingenti interessi dal bilancio pubblico alle tasche di privati che detengono oltre i due terzi del “debito pubblico”.
    Lo s-governo (tri-murti-chigi)

  • tippete |

    Il commento è praticamente obbligato: l’Italia, in decenni, ha trasferito ingenti interessi dal bilancio pubblico alle tasche di privati che detengono oltre i due terzi del “debito pubblico”.
    Lo s-governo (tri-murti-chigi)

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