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cronaca

Le migliori università a meno di tre ore di aereo

 

Magari anche solo per un Erasmus. Oppure, perché no, per completare l’intero corso di studi. L’idea di trascorrere un periodo più o meno lungo in un’università europea non è insomma un’ipotesi così peregrina. Già, ma come scegliere la migliore? O, quantomeno, quella che più si adatta alle proprie necessità? Un aiuto in questo senso può arrivare dal World University Rankings;, indicatore che ogni anno misura le performance degli atenei di tutto il mondo sotto diversi punti di vista. Facendo riferimento alle sole accademie europee, Infodata ha elaborato questa infografica che permette di metterle a confronto:

 

 

Di default il grafico mette a confronto la migliore università italiana, ovvero il Politecnico di Milano, con il migliore ateneo d’Europa, ovvero la University of Oxford. I due filtri posti al di sopra di ciascun grafico consentono di selezionare un Paese e quindi l’istituto del quale si vuole conoscere la valutazione. La colonna rossa posta sulla destra rappresenta il punteggio complessivo ottenuto dall’università nella classifica del World University Rankings.

 

Come si può vedere, il confronto tra le due realtà è abbastanza impietoso. Il Politecnico milanese ottiene un punteggio complessivo di 48,7, mentre l’università in cui si sono laureati Margaret Thatcher e Stephen Hawking raggiunge 96,8 su un totale di 100. Punteggio massimo che, a livello globale, viene raggiunto solo dal Massachusetts Institute of Technology, americana come le prime quattro della classifica, la quinta essendo appunto Oxford.

 

Bene, ma cosa rappresentano gli indicatori utilizzati per “misurare” le università? Intanto c’è la reputazione accademica, che pesa per il 40% sul punteggio finale. Per elaborarlo, viene rivolta una survey ad oltre 80mila docenti, ai quali viene chiesto di valutare sia la qualità dell’insegnamento che quello della ricerca svolta all’interno dei singoli atenei.

 

L’occupabilità degli studenti nasce invece dalle risposte di 40mila imprenditori rispetto a quali atenei siano in grado di preparare al meglio per il mondo del lavoro. Si tratta dell’unico elemento nel quale il Politecnico di Milano si avvicina ai punteggi oxfordiani. Purtroppo per l’ateneo italiano, questo elemento conta solo per il 10% nel calcolo del punteggio totale.

 

Il rapporto insegnanti studenti è invece inteso in senso matematico: quanti professori per quanti alunni. L’idea è che più alto sia questo valore, meglio seguiti e quindi meglio preparati siano gli studenti. Un indicatore che pesa per il 20% sulla valutazione complessiva. E che, tornando al confronto rappresentato nell’infografica, penalizza fortemente il Politecnico milanese.

 

Sempre per il 20% pesano le citazioni, ovvero le volte nelle quali una ricerca condotta da una singola università viene citata in un lavoro realizzato da un altro ateneo negli ultimi cinque anni. Il dato qui viene normalizzato per rendere comparabili le ricerche nell’ambito delle scienze della vita, responsabili di più della metà delle citazioni, con quelle prodotte, ad esempio, dalle facoltà di filosofia.

 

Entrambi questi elementi pesano per il 5% sul calcolo del punteggio totale. Fin qui la spiegazione di cosa significano i singoli indicatori. Al lettore la possibilità di utilizzare i filtri per confrontare diversi atenei. E magari valutare se valga la pena di iscriversi a un’università piuttosto che ad un’altra.