Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
finanza

Le startup dell’automotive valgono un miliardo. Corrono round e incubatori

Bmw  i Ventures è il braccio di Bmw dedicato ai venture capital. Il quartier generale è in California, nella stessa Mountain View che ospita la sede di Google. Il suo motto è, prima di tutto, una dichiarazione strategica: si investe o si acquistano le imprese che sviluppano tecnologie utili ai «business presenti o futuri di Bmw», dall’autonomous driving (la guida assistita) all’integrazione di sensori a bordo. In cinque anni di attività ha messo sul piatto 630 milioni di dollari in 30 operazioni, inclusa la partecipazione al mega-round da 159 milioni di dollari per Nauto, un’azienda che sviluppa videocamere abilitate dall’intelligenza artificiale per aumentare la sicurezza del guidatore. Bmw è considerato il colosso più attivo nel settore, ma rientra in un trend generale. La scena delle startup dell’automotive sta crescendo, sia nella contabilità delle aziende che nei finanziamenti messi sul piatto da casate automobilistiche e fondi venture capital (quando le due cose non coincidono). Un’indagine di Cb Insights, società di ricerca Usa, ha stimato un totale di 1 miliardo di dollari di investimenti nel solo 2016, spalmati su 87 accordi che ricomprendono le aree di maggiore interesse per lo sviluppo delle vetture: software per la guida assistita, connessione delle vetture, infoitanment, oltre a business più rodati come l’elettrificazione i sistemi car sharing. Le società target rientrano nella lista di 1.700 startup classificate da una ricerca di Forbes nel segmento automotive, con una lunga lista di round milionari o anche miliardari. ChargePoint, una startup che realizza caricatori per auto elettriche, ha chiuso solo nel 2017 un round da 82 milioni di dollari con Daimler (il gruppo che ha in portafoglio il marchio Mercedes) e 43 milioni di dollari da Siemens Ag. L’israeliana Storedot, specializzata in batterie, viaggia su una raccolta complessiva di 126 milioni e vanta alle sue spalle finanziatori come la stessa Daimler e Samsung. Argo Ai, che si occupa di software di intelligenza artificiale, ha ricevuto un investimento da 1 miliardo di dollari in cinque anni da Ford per «sviluppare soluzioni di guida autonoma». Oltre ai round singoli, e a qualche incursioni dei venture capital “puri”, il flusso degli investimenti è dominato dai gruppi corporate e dalla loro ricerca di aziende con know-how, brevetti e prodotti ancora estranei alle proprio divisioni di ricerca&sviluppo. Un’indagine del portale specializzato statunitense Crunchbase ha registrato un totale di 38 investimenti «dichiarati» dai grandi produttori di automobili solo nel 2017, picco che equivale a sette volte i cinque messi a segno nel 2013. La tendenza non è quella di acquisire le società in blocco, ma di sviluppare l’innovazione “in casa” con incubatori aziendali. Oltre a iVentures, la Bmw ha lanciato Garage, un “venture client” che scova startup promettenti e ne acquista i servizi. Volkswagen ha lanciato l’anno scorso Moia, un marchio che si concentrerà sulla mobilità on demand e cerca di coinvolgere «le migliori startup sul mercato». Jaguar Land Rover ha avviato nel 2016 InMotion, un fondo che investe in aziende ad alto tasso di crescita, meglio se concentrati in fase di early stage (i primi finanziamenti). E proprio Jaguar è comparsa nel maxi-round da 600 milioni di dollari che ha incassato quest’anno Lyft, un servizio simile a quello di Uber, con una “dote” di 25 milioni di dollari per concordare intese sul fronte dell’auto a guida assistita. La cosiddetta open innovation dell’automobile è spinta,però, anche da impulsi esterni al comparto industriale. Un gigante delle tecnologie come Samsung è entrata nel settore con un doppio colpo: prima il take-over nel 2016 su Harman, azienda Usa dei dispositivi connessi per l’automotive, acquisita l’anno scorso con 8 miliardi di dollari; poi il lancio, lo scorso settembre, dell’Automotive innovation fund: un fondo da 300 milioni di dollari per iniettare liquidità in tutte le iniziative inedite per il comparto, dalla guida assistita ai sensori smart.