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cronaca

Il paradosso degli aiuti allo sviluppo. Confronta i contributi dei Paesi Ocse

Nel corso del 2016 il mondo ha speso 142,6 miliardi di dollari in aiuti pubblici allo sviluppo (Aps) con una crescita dell’8,9% rispetto al dato del 2015 (con una media dello 0,32% del rapporto Aps/Pil). Parallelamente gli aiuti bilaterali – da governo a governo – sono calati in termini reali del 3,9% penalizzando i Paesi più poveri, in particolare l’Africa. Lo scrive qui l’Ocse precisando che lo scorso anno gli aiuti pubblici gestiti dal Development Assistance Committee (DAC) sono stati pari a 24 miliardi di dollari. Il dato complessivamente è quantitativamente positivo ma siamo ancora lontani dagli obiettivi dell’Agenda 2030 che in uno dei loro 17 punti avevano fissato nello 0,7% il rapporto Aps/Pil. Questi sforzi però rischiano di essere vanificati. Ed è paradossale.

La critica dell’Oxfam. Secondo l’organizzazione (Oxford committee for Famine Relief) una parte di questi aiuti non arriva a destinazione. Oltre il 10% di risorse dell’Aps ono state impiegate all’interno degli Stati donatori per coprire le spese domestiche collegate all’emergenza migranti.  In termini assoluti parliamo di 15 miliardi di dollari, tre miliardi di dollari in più rispetto al 2015

Il caso Italia. L’Italia conferma un trend positivo di crescita dell’APS, sia in termini assoluti, che percentuali. Tuttavia, restiamo lontani dall’obiettivo dello 0,70% (si riferisce alla quota che ogni Stato nel suo bilancio dovrà destinare all’aiuto per lo sviluppo dei paesi poveri). Più precisamente passiamo dallo 0,22 allo 0,26%. In termini assoluti significa che nel 2015 abbiamo versato 4 miliardi, l’anno dopo 4,85 miliardi (+20%).

Il nostro paese invece svetta nella classifica di quei paesi che hanno usato una buona parte delle risorse dell’APS per l’accoglienza dei rifugiati in Italia anziché destinarle ad iniziative nei paesi partner. Parliamo del 34% delle risorse utilizzate a questo scopo, in termini assoluti si passa da 983 milioni di dollari allocati nel 2015 ad oltre 1,66 miliardi del 2016, pari ad un incremento del 69%

Qui sotto nell’Info realizzata da Ocse si possono confrontare gli aiuti ODA (Official Development Assistance, la dizione inglese per Aiuti Ufficiali allo Sviluppo) del 2016 sia in miliardi che in percentuale rispetto al Gni (gross national income) 

 

 

A contribuire in parte alla crescita degli aiuti allo sviluppo (Official Development assistance, ODA) nelle altre aree del Pianeta è stata anche la spesa per l’assistenza ai rifugiati (conteggiata come ODA quando riguarda i rifugiati presenti sul territorio da meno di un anno) cresciuta fino a quota 15,4 miliardi (+27,5% rispetto al 2015). Nell’ambito degli aiuti nel loro complesso, tale voce di spesa incide però in modo minoritario. Alcuni Paesi, come Australia, Giappone, Corea del Sud e Lussemburgo, non hanno registrato alcuna spesa per l’assistenza ai rifugiati; undici Paesi hanno speso in tal senso oltre il 10% dell’ammontare totale degli aiuti; Austria, Germania, Grecia e Italia sono andati oltre quota 20%.

 

Qui invece troviamo lo spaccato per ogni Paese.