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economia

Salari, in media gli uomini guadagnano 1,8 euro all’ora in più rispetto alle donne

E’ ancora forte la differenza di genere tra i salari orari percepiti in Italia. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, riferite ai dati 2014, in media gli uomini guadagnano 1,8€ all’ora in più rispetto alle donne, per una differenza percentuale di oltre il 12%.

E la distribuzione delle disuguaglianze tra i settori produttivi rivela anche numerose sorprese: nel settore finanziario, che garantisce ai dipendenti di banche e assicurazioni mediamente livelli retributivi più alti, la differenza è particolarmente alta, sia ad inizio carriera dove i ragazzi hanno retribuzioni maggiori dell’11% rispetto alle ragazze, sia alla fine quando questa forbice si allarga a quasi il 40%.

Ma il record negativo spetta alle impiegate nelle attività professionali, scientifiche e tecniche: gli uomini hanno uno stipendio medio orario, superati i 50 anni, dell’85% più alto rispetto alle donne.

Tra i (pochi) settori che invece presentano dati in controtendenza spicca il commercio: i giovani con meno di 30 anni guadagnano il 7% in meno delle coetanee. Eppure questa differenza è destinata a invertirsi nel tempo, poiché al termine della propria carriera professionale anche qui i maschi guadagnano il 20% in più rispetto alle femmine.

Osservando i dati aggregati, invece, si nota come il gender pay gap sia inferiore nelle micro imprese ed invece molto marcato nelle aziende con più di 50 addetti, soprattutto per i lavoratori di oltre 50 anni di età.

Infine, guardando ai dati regionali, si nota come in tre aree (Provincia autonoma di Bolzano, Marche e Basilicata) lo stipendio delle giovani lavoratrici superi quello dei coetanei maschi del 7% circa. Al capo opposto della classifica, invece, la Liguria, con un +7% a favore dei ragazzi. Gli ultracinquantenni sardi, invece, sono quelli che hanno stipendi comunque superiori ma con una differenza ridotta rispetto alle pari età: “solo” il 15% in più.

In definitiva c’è ancora molto da fare sul fronte dell’equità salariale di genere, soprattutto in alcuni settori dove gli stipendi di ingresso tra uomini e donne sono ingiustificabilmente differenti e nei quali il divario non è certo destinato a diminuire con il progredire delle carriere.

Dataviz e analisi di Andrea Gianotti @andreagianotti

 

Ultimi commenti
  • Enrico |

    Le donne guadagnano di meno anche se spesso più scolarizzate degli uomini, perché scelgono percorsi di studi non remunerativi nel mercato del lavoro, quando prendono percorsi di studi che in italia di solito le donne per cultura non fanno,questa differenza cala o non esiste, poi spesso nelle aziende italiane a basso valore aggiunto,gli uomini guadagnano di più perché fanno lavori più di fatica.

  • Anacleto |

    Il lavoro tra uomo e donna non è lo stesso data la cultura legata di più nelle donne per la famiglia mentre-per l’uomo-verso attività industriali. Ma nessuno dice chi ha creato il debito pubblico e perché manca il lavoro. Forse TRUMP potrebbe insegnare qualcosa ai nostri “politici”…

  • Anacleto |

    Il lavoro tra uomo e donna non è lo stesso data la cultura legata di più nelle donne per la famiglia mentre-per l’uomo-verso attività industriali. Inoltre gli investimenti finanziari, solo da pochi anni sono diventati oggetto di interesse anche per le donne, necessari con i cambiamenti in corso.La stessa “politica” italiana, che ha sprecato risorse risparmiate, solo ora comincia a porsi il problema del risparmio dal quale partono gli investimenti necessari alla crescita (e non a caso il conflitto tra PARTITI non è più ideologico ma economico per cui l’uguaglianza predicata a suo tempo ha distrutto il benessere popolare.)

  • arthemis |

    @Domenico:

    la spesa alimentare pesa circa il 20% delle spese familiari (con variazioni in funzione di località e numero membri), non credo giustifichi 10% di variazione per la retribuzione di ingresso. Altrimenti si potrebbe dire che una donna dovrebbe guadagnare di più perché in media ha bisogno di una casa più grande per poter mettere abiti e scarpe 😉

  • Domenico |

    Credo che la cosa più corretta da fare, più che parlare di stipendi assoluti, sarebbe verificare e parificare le possibilità di spesa extra, cioè quella non necessaria al mero mantenimento (cibo, affitto, ecc). Cioè verificare quanto costa effettivamente la vita ad un uomo e quanto ad una donna tolte le spese voluttuarie e regolarsi di conseguenza. Per un uomo le spese di mantenimento sono superiori, se non altro perché ha certamente bisogno per ovvi motivi di mangiare di più rispetto ad una donna (e la differenza di prezzo tra un piatto d’insalata e una bistecca è notevole). Quindi, per avere la stessa capacità di spesa extra (e non essere più povero rispetto ad una donna) un uomo dovrebbe guadagnare di più. E’ solo uno spunto di riflessione.

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