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economia

Terrorismo: costa 90miliardi e nell’area Ocse cresce del 650%

La macchina del terrore miete vittime. Dallo Stato Islamico, con i suoi “soldati” sparsi in tutto il mondo, fino ai sanguinari nigeriani di Boko Haram, la cartina geografica del sangue rimane impietosa. Un quadro completo del terrorismo a livello mondiale arriva dall’ultimo Global Terrorism Index 2016, redatto dall’Istituto per l’economia e la pace (Iep). Si tratta di un documento che raccoglie i dati di tutti gli attacchi terroristici, dividendoli per aree geografiche e matrici.
I numeri relativi al 2015 offrono due chiavi di lettura significative: i morti in attacchi terroristici sono diminuiti rispetto all’anno precedente, ma il fenomeno è esploso in tutta la sua potenza nei paesi Ocse.
Più nel dettaglio: le vittime di terrorismo nel 2015 sono state 29.376, in diminuzione del 10% rispetto al 2014; gli attacchi che hanno colpito i Paesi rientranti nell’OCSE sono aumentati, invece, sempre rispetto all’anno precedente del 650%. In 21 dei 34 paesi OCSE, infatti, si sono verificati attacchi di matrice terroristica. A guidare la classifica ci sono Francia e Turchia, che insieme a Danimarca, Germania e Svezia hanno fatto registrare l’anno peggiore dal 2000 in fatto di eventi terroristici. Ma sono ben 23 i Paesi che, rispetto al 2014, nel 2015 hanno fatto registrare un bilancio di eventi terroristici peggiore.
I cinque Paesi che nel 2015 sono risultati i più colpiti dal terrorismo non sono europei. La top five maledetta è composta da Iraq, Afghanistan, Nigeria, Pakistan e Siria che, insieme, hanno registrato il 72% di tutte le vittime. La Turchia è 14esima, mentre la Francia è 29esima. Poi, ancora, la Russia (30esima), l’UK (34esima) e Stati Uniti (36esimi). E l’Italia? Il nostro Paese è al 69esimo posto.
Sempre secondo il rapporto dell’Iep, le ricadute economiche globali del terrorismo valgono circa 90miliardi di dollari. Il gruppo più pericoloso è l’Is, con ben oltre 6mila vittime e 252 città colpite. Secondo gradino del podio per Boko Haram.
«Se da un lato la riduzione complessiva delle vittime è un fatto positivo, l’intensificarsi del fenomeno del terrorismo in determinati paesi e la sua diffusione in nuovi paesi è causa di grave preoccupazione e mette in luce la natura fluida delle attività terroristiche odierne», ha dichiarato Steve Killelea, presidente esecutivo del Iep (Institute for Economics and Peace). «Gli attacchi al cuore delle democrazie occidentali dimostrano la necessità di risposte rapide e adeguate all’evoluzione di queste organizzazioni», ha aggiunto lo stesso Killelea.
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fonte mappa: www.visionofhumanity.org

Articolo pubblicato il 20 novembre 2016