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economia

Europa, un disoccupato su cinque ha trovato lavoro

Quasi 4 milioni di persone in Europa hanno trovato un lavoro nel secondo trimestre del 2016. Si tratta del 19,5% di coloro che, nel primo trimestre dell’anno, risultavano essere disoccupati. In altre parole, ad uno su cinque la primavera ha portato in dono una nuova occupazione.
Il quadro tracciato da Eurostat nel suo rapporto periodico sul tasso di disoccupazione nell’Ue, però, non è tutto rose e fiori. Perché se è vero che 3,9 milioni di persone che prima non ce l’avevano hanno trovato un lavoro, è anche vero che dei 170 milioni di individui che risultavano occupati nel primo trimestre, 2 milioni l’anno perso e 2,7 sono invece diventati inoccupati. Ovvero non solo non hanno un lavoro, ma nemmeno lo stanno cercando. Il saldo, insomma, è negativo. Per capire meglio come sia andata, vale la pena osservare la seconda parte dell’infografica.
 

 
Ciascuna colonna permette di capire come sia cambiata la situazione nel secondo trimestre per ciascuna delle tre categorie prese in considerazione: occupati, disoccupati e inoccupati. Si vede così che a livello europeo il 97,3% di chi aveva un lavoro nel primo trimestre del 2016 lo ha conservato anche nel secondo. Tra coloro che invece un’occupazione la stavano cercando, come detto, il 19,5% l’ha trovata. Mentre il 17,3% ha deciso di rinunciarci. Tra quanti avevano fatto quest’ultima scelta nel primo quarto dell’anno, un 3,1% è riuscito a rientrare nel mercato del lavoro, mentre un altro 3,6% ci sta almeno provando.
Questo a livello europeo. Se ci si concentra sull’Italia, agendo sul filtro “Scegli il Paese”, si osserva come il 97,2% di chi lo aveva ha mantenuto il posto di lavoro, un dato in linea con la media europea. Più bassa la quota di chi è uscito dalla disoccupazione, il 17,4% del totale, due punti in meno rispetto al resto dei Paesi dell’Unione. Perfettamente identica, invece, la quota di chi aveva addirittura smesso di cercare un lavoro e invece è riuscito a trovarlo.
Per capire come sia andata la situazione nei singoli Paesi rispetto alla media europea, è possibile invece osservare la prima parte del grafico. Più una bandiera è spostata verso destra, più è alto il tasso di disoccupazione, più si trova in alto e più è elevata la quota di persone che sono riuscite a trovare un lavoro nel secondo trimestre del 2016. Il record, da questo punto di vista, spetta all’Islanda, dove due disoccupati su tre ora hanno un cartellino da timbrare. Mentre Grecia e Spagna sono le due realtà con la disoccupazione più alta, rispettivamente al 24 e al 20,4%. Anche se il mercato del lavoro iberico, nel periodo considerato, ha dimostrato una dinamicità in linea con la media europea.
In Italia la disoccupazione resta di quasi tre punti superiore alla media europea, l’11,6% contro l’8,8, mentre la quota di persone che hanno trovato un lavoro è leggermente inferiore al resto dell’Ue, appunto il 17,4 contro il 19,5. Peggio, da quest’ultimo punto di vista, hanno fatto solamente Lituania, Irlanda, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Grecia. Ma, con l’eccezione di Atene, tutti questi Paesi partivano da un tasso di disoccupazione inferiore a quello registrato in Italia.