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cronaca

I costi dei sismi in Italia dal 1968 al 2012

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Stavolta – forse perché questa è stata un’emergenza vera ed è mancato anche il tempo per pensare – non c’è stata la telefonata con cui Matteo Renzi preavvertiva in genere Raffaele Cantone dell’arrivo di una nuova delicatissima missione, come fu in occasione dell’Expo o degli arbitrati bancari. Tuttavia, il rapporto di fiducia è tale che il premier non dubita della risposta immediata e di grande impegno che arriverà dall’Autorità nazionale anticorruzione se nella conferenza stampa di giovedì, dopo il Consiglio dei ministri, si è spinto a parlare di “modello Anac” per la ricostruzione dei comuni disastrati. E infatti l’Anac – che ormai per il premier è una sorta di marchio di garanzia sulle operazioni più difficili – è già al lavoro e mercoledì prossimo, con il primo Consiglio del dopo-pausa, sarà in grado già di prendere le prime decisioni.

Articolo apparso a pagina 5 del Sole 24 Ore del 27 agosto 2016
Ultimi commenti
  • Adino Bellini |

    Vedo con tanto dolore

  • Adino Bellini |

    Vedo con tanto dolore

  • GiorgioIV |

    Niente da dire sull’abolizione di fatto totale di IMU e TASI su tutte le prime case? Aver accondisceso per motivi elettoralistici e demagogici alla visione miope di chi riteneva non giusto tassare le prime case (unici in Europa) ha portato al risultato che si è rinunciato a introiti annuali di circa 14 o 15 miliardi che avrebbero potuto essere destinati (vincolati) a un serio programma di sistemazione degli edifici a partire dalle zone notoriamente più sismiche. Nell’arco di una decina di anni o poco più avremmo messo quasi in totale sicurezza il territorio nazionale dal punto di vista urbanistico. Figuriamoci, siamo in Italia. Meglio vivere sull’emergenza, ricorrendo ai soliti stereotipi in cui siamo maestri. Sottoscrizioni, commozioni, disponibilità estrema, poi tutto come prima (salvo qualche accisa in più e, magari, un’assicurazione per arricchire i soliti noti). Di logica e razionalità non vogliamo saperne.

  • GiorgioIV |

    Niente da dire sull’abolizione di fatto totale di IMU e TASI su tutte le prime case? Aver accondisceso per motivi elettoralistici e demagogici alla visione miope di chi riteneva non giusto tassare le prime case (unici in Europa) ha portato al risultato che si è rinunciato a introiti annuali di circa 14 o 15 miliardi che avrebbero potuto essere destinati (vincolati) a un serio programma di sistemazione degli edifici a partire dalle zone notoriamente più sismiche. Nell’arco di una decina di anni o poco più avremmo messo quasi in totale sicurezza il territorio nazionale dal punto di vista urbanistico. Figuriamoci, siamo in Italia. Meglio vivere sull’emergenza, ricorrendo ai soliti stereotipi in cui siamo maestri. Sottoscrizioni, commozioni, disponibilità estrema, poi tutto come prima (salvo qualche accisa in più e, magari, un’assicurazione per arricchire i soliti noti). Di logica e razionalità non vogliamo saperne.

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