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economia

A Panama scoperti i conti offshore dei leader politici (tra cui ci sarebbero anche persone vicine a Putin e Xi Jinping) #panamapapers

Una gigantesca massa di denaro dirottata da studi legali internazionali e banche verso paradisi fiscali per conto di criminali, leader politici e funzionari d’intelligence. Lo denunciano milioni di documenti fatti trapelare sui media internazionali, già battezzati Panama Papers. Fra i beneficiari di questi schemi ci sarebbero persone indicate come vicine al presidente russo Vladimir Putin, familiari del leader cinese Xi Jinping, del presidente ucraino Poroshenko, del re saudita, dei premier di Islanda e Pakistan. Le rivelazioni sono contenute in milioni di documenti (denominati Panama Papers) fatti trapelare da uno studio legale non molto noto, Mossack Fonseca, ma con sedi a Miami, Hong Kong, Zurigo e 35 altre località. Documenti passati al giornale tedesco Suddeutsche Zeitung e da questo condivisi poi con un pool di reporter investigativi di vari media internazionali fra cui i britannici Guardian e Bbc. Per l’Italia l’esclusiva è de L’Espresso. Qui l’articolo sul Il Sole 24Ore.com
I documenti sono arrivati a partire dal 2015 a circa 107 giornali di oltre 70 paesi che fanno parte del Consorzio internazionale dei giornalisti d’inchiesta (ICIJ).


Oltre all’accesso ai dati, alle infografiche interattive sul sito trovate anche Starway to Tax Heaven, un newsgame interattivo che ci permette di scegliere tra: un giocatore di calcio, un manager e un politico. ça tua missione è quella di vivere gli universi paralleli dei tre personaggi e imparare a sottrarre i soldi al fisco. La simulazione è basata sui documenti dell’inchiesta. I personaggi invece sono di fantasia.

Cosa è l’internet consortium
Da Bill Kovach, ex capo della redazione di Washington del New York Times, a Chuck Lewis, il giornalista che ha fondato il Center for Public Integrity. Ci sono tutti i nomi piu’ famosi del giornalismo investigativo nel team dell’International Consortium of Investigative Journalists (Icij), che ha portato alla luce i cosiddetti ‘Panama Papers’. E’ una rete globale di 190 giornalisti di oltre 65 Paesi che collaborano su temi delicati che travalicano i confini dei singoli stati (proprio come quello dei paradisi fiscali). Una rete fondata nel 1997 e che si pone l’obiettivo di smascherare la corruzione e i crimini transnazionali, i loro responsabili, senza fermarsi davanti al potere. Una rete composta non solo da giornalisti ma da specialisti, esperti informatici, legali, ‘fact checker’, che assistono i reporter impegnati in tutto il mondo in indagini complesse. Il consorzio nasce dalla necessita’ di far fronte alla crisi del giornalismo investigativo, colpito dai tagli di budget che rendono sempre piu’ difficile il mantenimento delle sedi di corrispondenza estere e le missioni dei giornalisti. Sgombrando la strada da ogni rivalita’, nell’ambito dell’International Consortium of Investigative Journalists tutti collaborano, fanno sinergia, squadra, rendendo possibili inchieste altrimenti impossibili da realizzare da soli. Tra i grandi successi ottenuti in quasi 20 anni di attivita’, la rivelazione di traffici delle multinazionali del tabacco, lo smascheramento di cartelli di ogni tipo per danneggiare a concorrenza, la denuncia dell’uso di sostanze dannose in settori come l’edilizia, il contrasto alla contronarrativa delle lobby che combattono la lotta ai cambiamenti climatici. Al consorzio si devono anche numerose rivelazioni relative alle guerre in Iraq e in Afghanistan

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