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Per la prima volta nella storia moderna, la temperatura media globale calcolata su tre anni consecutivi supererà la soglia di 1,5 gradi

Le rilevazioni di novembre 2025 del  Copernicus Climate Change Service (C3S) mostrano temperature globali tra le più alte di sempre, e il meteo estremo in pezzi del pianeta accentua i segnali di una crisi climatica in accelerazione. I dati suggeriscono che la media 2023-2025 potrebbe superare per la prima volta nella storia recente la soglia critica di +1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale. In cinque punti tutto quello che “non” vorremmo sapere.

Anomalie annuali della temperatura dell’aria superficiale globale (°C) rispetto al riferimento preindustriale 1850-1900 dal 1967 al 2025. Il valore per il 2025 si basa sui dati da gennaio a novembre. Fonte dei dati: ERA5. Crediti: C3S/ECMWF.

Novembre 2025: tra i novembre più caldi di sempre

Il mese di novembre 2025 si è chiuso come il terzo più caldo mai registrato a livello globale. La temperatura media della superficie terrestre ha toccato i 14,02 gradi, circa 0,65 gradi sopra la media del periodo 1991–2020. Le anomalie più marcate si sono osservate in regioni come il nord del Canada e l’Artico, dove le temperature hanno superato ampiamente i valori stagionali. Un dato che conferma la persistenza di un trend di riscaldamento ormai continuo e diffuso, senza segni di rallentamento.

2025 in corsa per diventare il secondo o terzo anno più caldo di sempre

I dati del Copernicus Climate Change Service indicano che il 2025 è “virtualmente certo” di chiudere come il secondo o terzo anno più caldo mai documentato. In pratica, le temperature globali tra gennaio e novembre sono quasi identiche a quelle del 2023, che occupa attualmente il secondo posto nella classifica storica. Solo il 2024, con una combinazione eccezionale di El Niño e riscaldamento di fondo, è destinato a restare in testa. È un segnale che il pianeta non si sta solo scaldando, ma lo fa con una costanza sempre più preoccupante.

Superata la soglia 1,5 °C su base triennale: un segnale preoccupante

Per la prima volta nella storia moderna, la temperatura media globale calcolata su tre anni consecutivi — dal 2023 al 2025 — supererà la soglia di 1,5 gradi rispetto all’epoca preindustriale. È una soglia simbolica, ma fondamentale: rappresenta il limite che l’Accordo di Parigi si era impegnato a non oltrepassare su base pluridecennale. Anche se si tratta di un superamento temporaneo, il messaggio è chiaro. Il pianeta sta entrando in un territorio climatico nuovo, e gli effetti di questo salto si vedono già nella frequenza e nell’intensità degli eventi estremi.

Oceani e ghiacci mostrano anomalie: mari più caldi e Artico in sofferenza

Non si tratta solo dell’aria. Anche gli oceani stanno registrando temperature record: la media globale della superficie marina, tra 60° Sud e 60° Nord, ha raggiunto i 20,42 gradi, la quarta più alta mai osservata per un mese di novembre. Le conseguenze sono profonde: gli oceani più caldi assorbono meno calore e meno CO₂, amplificando l’effetto serra. Nel frattempo, il ghiaccio marino artico continua a ridursi, alterando correnti e sistemi meteorologici su scala planetaria. È un circolo vizioso che collega direttamente oceani, atmosfera e stabilità climatica.

Anomalie mensili della temperatura globale dell’aria superficiale (°C) rispetto al periodo di riferimento preindustriale 1850-1900, da gennaio 1940 a novembre 2025, rappresentate come serie temporali per ciascun anno. L’anno 2025 e i due anni solari più caldi sono mostrati a colori: il 2025 in rosso scuro, il 2024 in arancione e il 2023 in giallo. Tutti gli altri anni sono mostrati con linee grigie sottili. Fonte dei dati: ERA5. Crediti: C3S /ECMWF.

Clima estremo in aumento: ondate di calore, piogge e disastri naturali

Il 2025 sarà ricordato anche per l’intensificazione degli eventi meteorologici estremi. Dalle ondate di calore in Asia e Sud America alle piogge torrenziali in Europa e alle inondazioni in Africa e nel Pacifico, il clima estremo è ormai la nuova normalità. Gli scienziati del Copernicus avvertono che l’energia extra immagazzinata nell’atmosfera e negli oceani alimenta fenomeni più violenti e imprevedibili. Le aree più vulnerabili sono quelle che pagano il prezzo più alto, ma gli effetti di un pianeta più caldo — tra siccità, alluvioni e danni alle infrastrutture — si fanno sentire ovunque.

Per approfondire. 

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