La mobilità urbana non è più soltanto un problema di traffico: è una questione che tocca economia, salute pubblica, qualità dello spazio urbano e la sostenibilità delle nostre città.
Negli ultimi anni cittadini, amministrazioni e imprese hanno alzato il livello di attenzione discutendo in merito alla riduzione delle emissioni, di uso efficiente dello spazio pubblico, di priorità per il trasporto collettivo e di regolazione della domanda di auto privata.
Ecco quindi che ogni mattina, in molte città europee, le lancette sembrano muoversi più lentamente delle auto: 10 chilometri che sulla carta sono pochi finiscono per diventare piccoli viaggi e per tanti pendolari — dal tassista che deve essere in turno alle 7 ai genitori che accompagnano i figli a scuola prima del lavoro — la distanza non è più il problema principale; è il tempo che ci mette ad essere percorsa.
Per questi motivi, prendendo spunto da un’iniziativa promossa da TomTom e resa disponibile in un dataset con copertura europea da DataWorld, noi della redazione di Info Data abbiamo deciso di dare uno sguardo proprio a quella tratta specifica così da capire quanto ci si impiega nelle varie cittadine del nostro continente per il 2024 (con riferimenti alle variazioni sul 2023), in attesa che vengano noti anche i numeri dell’anno in corso.
Perché scegliere una distanza come i dieci chilometri?
Perché è una misura concreta e confrontabile: evita confronti tra città di dimensioni molto diverse e racconta in modo immediato l’esperienza quotidiana di chi si sposta in auto e, anche se non è una fotografia completa, pur non misurando l’efficienza del trasporto pubblico né l’impatto ambientale, è comunque una lente semplice per capire quanto la città “funziona” quando si guida.
Prima di passare ai dati, teniamo conto del fatto che un valore alto per la durata media su 10 km può derivare da congestione cronica, ma anche da misure deliberate di riduzione del traffico nel centro storico, da cantieri, o da una forte stagionalità turistica che però – su base annua – dovrebbe tendere a normalizzarsi al netto di fenomeni specifici difficilmente inscrivibili in uno studio del genere.
Nei grafici che seguono, il tempo di percorrenza dei dieci chilometri è presentato da vari punti di vista, ma sempre con un gradiente “semaforico” (perdonateci il gioco di parole visto l’argomento) che vira dal rosso intenso per i valori più alti al verde inteso per quelli più bassi figli quindi di una maggiore scorrevolezza del traffico; nel dettaglio sono disponibili una mappa con un cerchio per ciascuna città censita, una seconda mappa che riporta il valore medio delle città di ogni nazione e, per concludere, le due classifiche con “migliori” e “peggiori” piazzamenti.
Dal punto di vista dell’interazione, passare il cursore sui valori delle città permette di ottenere informazioni aggiuntive, mentre un click sulle singole nazioni consente di filtrare la visualizzazione per la scelta effettuata (un secondo click ripristina la vista originale).
A colpo d’occhio, le grandi città compaiono abbastanza prevedibilmente in cima alla classifica con i tempi di percorrenza più elevati, ma proviamo a vedere la lista dei dieci casi più “lenti”.
Londra (Regno Unito) — 33 minuti e 17 secondi
Il traffico resta intenso nonostante politiche consolidate come la Congestion Charge e la Ultra Low Emission Zone, introdotte per ridurre l’uso dell’auto privata e migliorare la qualità dell’aria e, anche se gli investimenti in trasporto pubblico e mobilità elettrica procedono, i dati mostrano che la congestione rimane un problema strutturale.
Dublino (Irlanda) — 32 minuti e 45 secondi
Nella capitale irlandese, la crescita della popolazione e il limitato numero di alternative efficienti nelle periferie hanno aumentato la dipendenza dall’auto, nonostante il piano nazionale BusConnects e gli investimenti in corsie preferenziali e bus elettrici mirano a migliorare la situazione, ma i benefici non sono ancora pienamente visibili nei dati.
Barcellona (Spagna) — 31 minuti e 13 secondi
Barcellona combina un’elevata densità urbana con politiche di riduzione del traffico come le superilles (superblocchi) e l’ampliamento delle aree pedonali che hanno migliorato la vivibilità ma rallentato ulteriormente la circolazione automobilistica, con una media di oltre 31 minuti, in una città che punta a un equilibrio tra qualità ambientale e fluidità della mobilità.
Bucarest (Romania) — 31 minuti e 9 secondi
Bucarest registra tempi simili a quelli di Barcellona, segno di una congestione cronica in cui la crescita del parco auto è stata rapida, mentre la rete stradale e i trasporti pubblici non sono cresciuti allo stesso ritmo. La città sta ampliando la metropolitana (linee M5 e M6) e migliorando la rete di bus elettrici, ma i risultati si vedranno solo nel medio periodo.
Bordeaux (Francia) — 31 minuti e 8 secondi
Nonostante una rete tranviaria moderna e un centro storico pedonalizzato, il traffico rimane intenso dove i colli di bottiglia nelle arterie d’accesso e l’elevato uso dell’auto nelle aree metropolitane fanno salire i tempi medi anche in questo caso a oltre 31 minuti, nonostante Il piano urbano 2030 prevede una riduzione del traffico del 30% grazie a corridoi verdi e interscambi modali.
Bruxelles (Belgio) — 30 minuti e 22 secondi
Con il progetto Bruxelles 30, che ha introdotto un limite di velocità generalizzato di 30 km/h, la capitale belga ha puntato a migliorare sicurezza e sostenibilità, anche se i tempi di percorrenza restano elevati.
Roma (Italia) — 29 minuti e 59 secondi
A Roma, la struttura urbana storica e il numero elevato di veicoli privati rendono difficile mantenere fluido il traffico già storicamente impattato dai cantieri, come quelli più recenti per nuove linee di tram e metropolitana (come la Metro C.
Atene (Grecia) — 29 minuti e 39 secondi
Anche ad Atene il traffico rimane una delle principali criticità urbane, con tempi medi di quasi mezz’ora anche se il progetto Great Walk of Athens e l’espansione della metropolitana sono primi tentativi di alleggerire la pressione automobilistica nel centro, pur con la consapevolezza che l’automobile resta il mezzo dominante.
Vienna (Austria) — 29 minuti e 39 secondi
Pur avendo uno dei sistemi di trasporto pubblico più efficienti d’Europa, Vienna mostra tempi medi in auto relativamente alti dove gli interventi di ampliamento della rete metropolitana (linee U2 e U5) e la riduzione dei parcheggi centrali contribuiscono a rallentare la circolazione, ma migliorano la sostenibilità complessiva.
Breslavia (Polonia) — 28 minuti e 56 secondi
Breslavia chiude la top 10 con tempi medi poco inferiori ai 29 minuti per 10 km, mostrandosi comunque in crescita economica pur affrontando un aumento costante del traffico privato che si cerca di arginare con investimenti in linee tramviarie e piste ciclabili nell’ambito del piano locale di mobilità sostenibile.
Ma l’Italia, a parte Roma?
C’è da dire che, complessivamente, l’Italia risulta uno dei paesi più “verdi” e con 19,1 minuti medi di percorrenza (calcolati su venticinque città) per i dieci chilometri si posiziona “peggio” solo di Svezia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Belgio, Norvegia, Olanda, Lussemburgo ed Islanda.
Giusto per dare un po’ di contesto, questi i numeri di altre nazioni “note”: Regno Unito 20,5 minuti, Spagna e Germania separate da appunta un deciso, rispettivamente a 20,1 e 20, mentre la Francia è poco sopra del Bel paese con 19,3.
Tra le nostre città, le più afflitte dal traffico urbano, oltre alla già citata capitale romana, sono Torino (28,5 minuti), Firenze (27,6), Milano (27,1) e Catania (23,8), mentre tra le più scorrevoli troviamo Brescia (12,8), Reggio Calabria (16,1), Parma (15,5), Taranto (5,3) e Verona (15,3).
Per approfondire.
L’Italia è il paese europeo dove circolano più auto rispetto agli abitanti
Nel 2023 solo il 4,2% delle auto immatricolate in Italia è elettrica