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scienze

Un universo in provetta: Euclid e il catalogo simulato da 3,4 miliardi di galassie

Un catalogo con 3,4 miliardi di galassie è stato pubblicato dal consorzio della missione Euclid. Non sono osservazioni – si legge su Media Inaf – ma simulazioni: ogni galassia è stata costruita digitalmente con circa 400 proprietà, dalla luminosità alla forma, dalla posizione alla velocità. Si tratta del più grande archivio di questo tipo mai realizzato. Il nome è Flagship 2 galaxy mock ed è un universo artificiale messo a disposizione della comunità scientifica attraverso la piattaforma CosmoHub. L’obiettivo è offrire un laboratorio virtuale che anticipi i dati reali di Euclid, il telescopio spaziale europeo lanciato nel 2023 che entro il 2029 mapperà un terzo del cielo visibile.

Dietro la costruzione del catalogo c’è una catena di calcolo enorme. La simulazione parte dal moto gravitazionale di 4000 miliardi di particelle da cui emergono 16 miliardi di aloni entro una distanza di circa 18,6 miliardi di anni luce. Dentro ciascun alone vengono inserite le galassie, calibrate su survey esistenti come SDSS e Hubble, fino a generare l’archivio finale. L’infrastruttura di calcolo è stata costruita su piattaforme big data in centri come il Port d’Informació Científica di Barcellona, con il contributo anche di ricercatori italiani dell’INAF.

Perché serve un catalogo così

Le osservazioni reali hanno limiti: rumore, incompletezza, zone celesti non accessibili. Una simulazione consente invece di avere un universo di controllo in cui ogni parametro è noto. Confrontare questi dati artificiali con le osservazioni di Euclid significa testare i modelli cosmologici, valutare le procedure di analisi, studiare l’evoluzione delle galassie e soprattutto indagare la materia oscura e l’energia oscura. È un campo di allenamento prima della partita.

Il catalogo è anche uno strumento aperto. Potrà essere usato da altri progetti, adattato per diverse missioni e aggiornato quando emergeranno nuove discrepanze. Restano sfide da affrontare, come la simulazione accurata di fenomeni complessi o la necessità di maggiore risoluzione, che richiede potenza di calcolo sempre più alta. Questo universo artificiale è un atlante preliminare: non la mappa definitiva, ma la griglia invisibile che guiderà l’interpretazione dei dati del cielo reale.

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