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cronaca

Il 66% degli italiani pensa che gli animali abbiano un’anima (anche fra chi non si dice religioso)

Gli europei continuano a essere antropologicamente più complessi e contraddittori rispetto alle proprie credenze religiose di quanto forse vogliano ammettere. Il 66% degli italiani crede che gli animali abbiano una qualche forma di anima, o di energia spirituale, il 57% che ce l’abbiano anche le montagne, i fiumi, gli alberi, il 18% afferma che hanno un’energia spirituale viva alcuni oggetti come cristalli, gioielli o pietre. Rispetto a quest’ultimo aspetto, ci crede il 16% di chi non si proclama in alcun modo religioso.
In realtà siamo più scettici dei residenti in altri paesi europei che consideriamo (a torto) più secolarizzati di noi. In Francia il 33% dei residenti usa pietre o cristalli per le loro proprietà “spirituali”, in Germania il 24% dei rispondenti, in Spagna il 19%.

A quanto pare, vi credono più i giovani fra i 18 e i 34 anni che i loro genitori: il 73% contro il 62%. Sono solo alcuni dei curiosi risultati di una recente ampia indagine del Pew Research Center, condotta in oltre trenta paesi di sei continenti, ha rivelato un panorama ricco e variegato di credenze spirituali diffuse tra adulti di diverse culture, religioni e fasce d’età. I dati mostrano che, in tutto il mondo, le convinzioni spirituali vanno spesso oltre le tradizionali appartenenze religiose, coinvolgendo concetti come la vita dopo la morte, la presenza di spiriti nella natura e negli animali, e la reincarnazione.

Infine, il 35% degli italiani pensa che i propri cari defunti intervengano nella propria vita Nei paesi europei, la metà degli adulti crede di poter essere aiutato o danneggiato dagli spiriti di persone defunte, con una percentuale che va dal 40% in Francia al 20% in Svezia. La stessa percentuale si riscontra negli Stati Uniti, e in un precedente sondaggio del Center, il 34% degli americani ha affermato di aver percepito negli ultimi 12 mesi la presenza di un familiare defunto.

Nel complesso il 56% degli italiani crede nella vita dopo la morte, ed è interessante perché nella stessa survey solo il 27% dei nostri connazionali considera la religione come parte importante della propria vita.
Un quadro simile al nostro emerge dalla Svezia, dove solo il 7% degli adulti considera la religione molto importante. Tuttavia, il 38% degli svedesi ritiene che esista una forma di vita dopo la morte, e quasi due terzi credono nella presenza di spiriti negli animali, nella natura o in oggetti materiali. Si tratta di un segnale che la spiritualità può prosperare anche in contesti culturalmente secolarizzati, spesso al di fuori delle strutture religiose tradizionali.

I non religiosi ci credono allo stesso modo

Se è vero che in molti Paesi, la forte importanza attribuita alla religione si traduce spesso in pratiche concrete -pregare ogni giorno, digiunare nei periodi sacri o credere nell’efficacia di magie, maledizioni e incantesimi – tuttavia, non tutti gli aspetti spirituali seguono questa logica. Credenze come la reincarnazione o la presenza di spiriti negli elementi naturali non sono necessariamente legate al livello di religiosità percepita. In altre parole, la spiritualità — intesa come visione del mondo che riconosce dimensioni invisibili o soprannaturali — può vivere anche al di fuori dei confini delle religioni organizzate.
In tutti i paesi esaminati, i cristiani risultano essere generalmente il gruppo religioso più incline a credere nell’esistenza di qualcosa di spirituale oltre il mondo naturale. Una quota simile di adulti cristiani e di persone “religiosamente non affiliate” afferma che gli animali possono avere uno spirito. In Grecia, ad esempio, circa otto adulti su dieci – sia tra i cristiani che tra i non affiliati – condividono questa convinzione. Nel Regno Unito, circa la metà degli appartenenti a ciascun gruppo ritiene che gli animali possano possedere energie spirituali.
In alcuni paesi, i non affiliati sono addirittura più propensi dei cristiani a credere che gli animali abbiano energie spirituali: in Cile, ad esempio, l’85% dei non affiliati lo afferma, rispetto al 73% dei cristiani cileni. Nei tre paesi in cui il numero di induisti è sufficiente per un’analisi separata – Bangladesh, India e Sri Lanka – la grande maggioranza degli induisti crede che gli animali possano avere spiriti o energie spirituali.

La ricchezza non c’entra con la credenza (pare)

Dal punto di vista socio-demografico, gli adulti con un livello di istruzione più basso mostrano una maggiore propensione a credere in Dio rispetto a quelli con istruzione più elevata, ma allo stesso tempo sono meno inclini a sostenere l’esistenza di realtà spirituali al di là del mondo materiale. Infine, le donne – soprattutto nei contesti europei e in altri paesi ad alto reddito – tendono leggermente più degli uomini a condividere queste convinzioni, dichiarando più spesso fede in Dio e nella possibilità che la natura possieda energie spirituali.

Un altro elemento interessante che emerge dalla survey del Pew Research Center è che non esiste una relazione chiara tra il livello di ricchezza di un paese e la diffusione della spiritualità tra i suoi cittadini.
Ad esempio, Stati Uniti e Svezia sono tra i Paesi con il più alto PIL pro capite nel sondaggio. Eppure, le differenze nelle risposte sono marcate: il 79% degli americani afferma di credere in qualcosa di spirituale oltre il mondo materiale, mentre in Svezia solo il 46% condivide questa visione. Due Paesi economicamente avanzati, due approcci profondamente diversi alla spiritualità.
Allo stesso modo, tra i Paesi con i PIL più bassi, si riscontrano posizioni opposte: in Ghana, l’86% degli adulti crede nell’esistenza di una dimensione spirituale invisibile, mentre nelle Filippine, il dato scende al 40%.
Il quadro globale che emerge è dunque sfaccettato: se da un lato la religione resta un pilastro fondamentale per milioni di persone, dall’altro emergono forme di spiritualità più fluide e individuali, spesso scollegate da appartenenze religiose ufficiali. In un’epoca segnata da profondi cambiamenti culturali e tecnologici, la fede — in Dio, negli spiriti o nella vita oltre la morte — continua a rappresentare una dimensione essenziale per comprendere l’identità e le aspirazioni di molte società contemporanee.

Per approfondire. 

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