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Quanto valgono i mercati finanziari? Ecco come si rappresentano 106 trilioni di dollari in un grafico

Da Wall Street a Tokyo, dall’Europa a Shanghai, ogni borsa ha la sua identità unica, riflettendo la complessità e la diversità dell’attività economica che la caratterizza.

Se la Borsa di New York mantiene salda la sua posizione di titanica forza economica, con una capitalizzazione di mercato che continua a sfidare i record, Euronext – nel cuore finanziario del Vecchio Continente – è testimone delle imprese secolari e delle nuove avventure commerciali, con una capitalizzazione che riflette il dinamismo dell’economia europea.

Contemporaneamente nell’allora lontano Oriente, la Borsa di Tokyo, sempre vigile nelle prime ore della mattina, è un faro dell’attività economica asiatica, mentre quella di Shanghai, con la sua crescita rapida, incarna l’ascesa economica della Cina, riflessa nella sua capitalizzazione di mercato in costante aumento.

Queste piazze finanziarie sono le protagoniste di uno scenario in cui le azioni danzano al ritmo delle notizie globali, e gli investitori si trovano costantemente alla ricerca di opportunità in un mondo economico in costante evoluzione che noi di Info Data abbiamo voluto appunto prendere in esame dal punto di vista delle borse valori.

Per farlo, ci siamo affidati ai numeri riportati dal World Federation Exchange con gli aggiornamenti di Agosto 2023, andando a considerare i primi venticinque stock exchange su scala mondiale per capitalizzazione di mercato che, considerandoli come ipotetico blocco unico, costituiscono circa il 96% di tutto il panorama mondiale con oltre 106 trilioni di dollari.

Nei grafici che seguono le borse valori sono state ordinate in ordine decrescente per capitalizzazione di mercato oltre ad essere rappresentate per paese (nella mappa in cui le bolle crescono proporzionalmente al valore aggregato) e per regione di appartenenza (grafico a torta) che – in tutte e tre le visualizzazioni – determina il colore utilizzato per i data point.

 

Dando uno sguardo alla rappresentazione geografica, appare subito evidente come la distribuzione dei top venticinque stock exchange sia complessivamente diffusa su tutto il globo, avendo almeno un rappresentante per ogni continente, anche se poi il valore assoluto della capitalizzazione di mercato è chiaramente influenzato da altri fattori.

Con l’ottica delle macro aree economiche che è stata considerata in questa analisi, la parte del leone è di pertinenza delle “Americhe” che – forti dei 46,7 trilioni di dollari degli Stati Uniti – totalizzano 51 trilioni corrispondenti al 47,8% dei 106 presi in esame, lasciando poi che APAC ed EMEA si spartiscano i restanti 56 trilioni con una percentuale sul totale rispettivamente pari a, 29,3% e 22,9%.

In particolare, gli USA detengono anche il primato per quanto riguarda i valori singoli delle borse valori con NYSE e Nasdaq nelle prime due posizioni della graduatoria con 25 e 21,7 triliardi capitalizzazione di mercato, andando a staccare nettamente il terzo stock exchange in graduatoria, vale a dire Euronext che con i suoi 7,2 trilioni di dollari rappresenta l’Olanda ed anche la prima borsa valori europea dell’elenco visto che per trovare la seconda bisogna arrivare al nono posto dove compare LSE Group (3,4 trilioni) con bandiera britannica.

Giusto per dare un po’ di contesto numerico alla gara che stanno facendo le due rivali americane, dal 2016, il NYSE (New York Stock Exchange, fondato nel 1792) è cresciuto del 35,1%, mentre nello stesso periodo il Nasdaq (che ospita molte aziende tecnologiche tra cui si possono citare Apple ed Nvidia tra le tante) ha visto un incremento ancora maggiore, pari al 189,3%.

In effetti, dopo il terzetto di testa, dalla quarta all’ottava piazza sono presenti solo realtà appartenenti all’area APAC, con ben due presenze cinesi – Shangai Stock Exchange al quarto posto e Shenzen Stock Exchange al sesto – ed una di pertinenza amministrativa come l’Hong Kong Exchanges, a cui poi si aggiungono il Japan Exchange Group (quinto con 5,9 trilioni) ed il National Stock Exchange of India (ottavo con 3,5).

Per quanto riguarda l’Europa nel suo complesso, oltre alle due borse già citate in precedenza e che nel post Brexit si sono di fatto scambiate la leadership continentale in favore dello stock exchange paneuropea (senza contare che negli ultimi due decenni il mercato azionario di Londra è passato dal 13% al 4% dello share mondiale), poco al di fuori della top 10 troviamo una dopo l’altra la SIX Swiss Exchange svizzera con 2,1 trilioni di dollari, la Deutsche Boerse AG tedesca (sempre 2,1 trilioni) e il Nasdaq Nordic and Baltics (2) in rappresentanza di Svezia, Danimarca, Finlandia ed Islanda, salvo poi chiudere con il BME Spanish Exchanges in ventiduesima posizione con 0,8 trilioni di capitalizzazione di mercato.

Nel contesto di una crescente interconnessione globale, altre borse valori, come quelle del Medio Oriente e dell’America Latina, potrebbero acquisire maggiore rilevanza e la flessibilità nel cogliere tali opportunità emergenti potrebbe essere cruciale per gli investitori attenti alle dinamiche in evoluzione.

Pertanto, come spesso si sente e legge dai media specializzati, nell’affrontare il futuro delle borse valori, la diversificazione geografica e l’attenzione alle tendenze emergenti potrebbero diventare aspetti sempre più cruciali per una strategia di investimento prudente e avveduta.

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