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cronaca

Auto elettrica, nel 2020 superato il milione di veicoli in Europa

La notizia, o meglio il dato, è arrivato all’indomani del via libera da parte del Consiglio ambiente dell’Unione europea di imporre uno stop alla vendita di auto che non siano ad emissioni zero dopo il 2035. Una decisione che rientra nell’ambito del pacchetto Fit for 55, quelle misure propedeutiche a raggiungere la neutralità climatica al 2050, e che, allo stato delle tecnologie attuali, di fatto orienta il mercato dell’automotive verso l’auto elettrica.

E la notizia è appunto che nel 2020, non esattamente un anno da ricordare anche per questo comparto, è stata superata la soglia psicologica del milione di auto Bev (Battery electric vehicles). A certificarlo è Eurostat, secondo il quale nell’anno della pandemia, le vetture alimentate a batteria erano quasi 1,1 milioni. Di queste, 53mila immatricolate nel nostro paese.

Un dato, in realtà, già invecchiato. Spinti anche dagli incentivi governativi, molti italiani nel 2021 hanno scelto di passare all’auto elettrica. Secondo Motus-E, associazione che raggruppa le aziende del settore, alla fine dello scorso anno erano 122mila i Bev che circolavano lungo le strade italiane. Un incremento significativo, certamente, ma ancora del tutto insufficiente per far uscire il comparto dalla propria nicchia di mercato.

A livello europeo, infatti, nel 2020 appena lo 0,44% dei veicoli circolanti era un’auto elettrica. Significa meno di una su 200. Questo il dettaglio nei paesi dell’Unione per i quali sono disponibili i dati:

Un’avvertenza importante: il grafico qui sopra sovradimensiona il fenomeno. Per esigenze di visualizzazione, infatti, l’asse delle ascisse non va oltre il 10%. Fosse stato portato, correttamente, fino al 100%, gran parte delle barre sarebbe risultata praticamente invisibile.

La realtà dei fatti è che il paese in cui l’auto elettrica è più diffusa è l’Olanda, dove si attesta poco sotto il 2%. Il che significa che una vettura su 50 si muove solo grazie alla corrente. L’Italia è una delle nazioni fanalino di coda, almeno nel 2020, e non andava oltre lo 0,13%. Una percentuale giocoforza destinata ad esplodere da qui al 2035.