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politica

Quattro mappe per aiutarci a capire la percezione dell’invasione russa in Europa

L’invasione dell’Ucraina ha avuto come conseguenza un forte isolamento internazionale per la Federazione Russa. L’offensiva militare iniziata dalle forze armate di Mosca il 24 febbraio 2022 ha portato il resto del mondo a schierarsi, modificando per sempre i rapporti diplomatici e geopolitici con la Russia. Quattro mappe possono aiutarci a capire come l’invasione è stata percepita in Europa e negli altri paesi.

La risoluzione ONU

Il 2 marzo scorso la sessione d’emergenza dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che condannava l’invasione russa dell’Ucraina. I paesi che hanno votato a favore sono 141.

 

Solo 4 paesi si sono schierati apertamente a favore di Mosca, votando contro la risoluzione: Siria, Eritrea, Bielorussia e Corea del Nord. L’Assemblea era cominciata con le parole dell’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, che ha apertamente chiesto di non votare la risoluzione proposta, ribadendo che il suo paese non voleva che “fermare” il conflitto nel Donbas. 35 paesi si sono invece astenuti. Nonostante il voto la posizione di molte nazioni è più sfumata di quanto non faccia intendere il risultato. È il caso della Serbia, storicamente vicina alla Russia, che ha votato a favore della risoluzione pur posizionandosi prevalentemente in una posizione neutrale.

L’Europa ha votato in maniera compatta a favore. Anche il continente americano si è schierato quasi totalmente contro l’invasione, ma si registrano le astensioni di Bolivia, Nicaragua, El Salvador e Cuba. Il Venezuela, assente alla votazione, ha però manifestato a Putin il suo supporto. Asia e Africa presentano al contrario una situazione più eterogenea.

Le sanzioni

In conseguenza all’invasione la Russia è ufficialmente diventata la nazione più sanzionata al mondo. L’Occidente e l’Unione Europea in particolare hanno attuato dure sanzioni nei confronti dell’economia nazionale e dei beni privati degli oligarchi russi. L’Unione Europea ha agito in maniera compatta, dichiarandosi favorevole alle sanzioni e definendo una lista a vari livelli. A partire da febbraio l’UE ha imposto alla Russia cinque pacchetti di sanzioni, adottando alcuni misure anche nei confronti della Bielorussia in risposta al suo coinvolgimento nell’invasione.

 

Sono numerosi paesi che non hanno adottato sanzioni contro la Russia come Brasile, India, Cina, Sudafrica, ma anche Siria, Egitto, Turchia, Iran, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Pakistan, Serbia, Bosnia-Erzegovina. Cina, Serbia e Turchia si sono inoltre dichiarate apertamente contro le sanzioni. Ankara ha da subito assunto una posizione diversa dai paesi UE e dal resto della Nato, di cui rimane un membro cruciale. Pur condannando l’aggressione di Mosca ha cercato di mantenere dei rapporti cordiali con il Cremlino. Il motivo è da ricercarsi anche in alcune importanti questioni globali che le due nazioni seguono assieme da anni, a partire dagli scenari siriano e libico.

Gli spazi aerei

La guerra non si sta combattendo solo nei cieli ucraini, ma anche in quelli del resto d’Europa. I paesi europei hanno chiuso i loro spazi aerei alle compagnie russe, in risposta all’invasione. Altrettanto ha ovviamente fatto il Cremlino con le compagnie di alcuni paesi.

All’interno dello spazio aereo nazionale ogni singolo paese può esercitare la propria sovranità nell’ambito di tutti i trattati internazionali a condizione di stretta reciprocità con gli altri Stati Sovrani, permettendo agli aeromobili di volare. Ogni Stato può insomma decidere chi può e chi non può sorvolare i propri cieli.

L’Italia ha chiuso lo spazio aereo alla Russia a partire dalle 15 del 27 febbraio, con un annuncia arrivato da Palazzo Chigi. Una decisione che, come evidente dalla mappa, ha coinvolto esclusivamente i paesi europei, in appoggio a Canada e Stati Uniti. La Russia ha deciso di negare il passaggio nei propri cieli alle compagnie di 36 Paesi. Italia compresa.

Il sistema Swift

L’esclusione della Federazione Russa dallo Swift, acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, è stata una delle tematiche sul tavolo delle sanzioni fin dai primi giorni di invasione. Lo Swift è di fatto il sistema che favorisce pagamenti di beni, materie prime e servizi tramite un circuito globale che sorregge i pagamenti bancari.

Nonostante si sia ampiamente discusso di quanto tagliare fuori Mosca dal sistema potesse essere un’arma a doppio taglio per l’Occidente, alcuni paesi hanno deciso di rimuovere un certo numero di banche russe da Swift. L’elenco stilati ai primi di marzo ha preso di mira sette banche ritenute strettamente legate al regime del presidente Vladimir Putin. Il divieto aveva escluso due delle maggiori istituzioni del paese, Sberbank e Gazprombank, perché gestivano la maggior parte dei pagamenti relativi alle esportazioni di gas e petrolio.

Anche su questo punto l’Ue si è mossa in maniera compatta, pur dovendo arrivare a una soluzione di compromesso per stilare la lista delle banche coinvolte.

Il mondo si schiera

L’invasione ai danni dell’Ucraina ha messo a dura prova gli equilibri internazionali. Tra chi si schiera e chi preferisce rimanere neutrale. La decisione di Putin sta portando paesi storicamente non schierati, come Svezia e Finlandia, a muoversi in direzione della Nato, modificando per sempre le mappe geopolitiche del mondo.