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tecnologia

Come si misura la digitalizzazione delle imprese? Le statistiche sperimentali di Istat spiegate bene

Misurare l’impatto degli investimenti in Ict (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) sulle aziende non è facile, ma una nuova analisi sperimentale dell’istituto nazionale di statistica ha provato a capire quanto incidono sulla produttività delle imprese. Attraverso l’integrazione di diverse fonti statistiche, per la prima volta è stato possibile analizzare in profondità se la digitalizzazione delle aziende produce benefici, quanto valgono, e in quali casi specifici.

In questo modo è stato possibile produrre quattro diversi indicatori che analizzano aspetti diversi del rapporto fra tecnologia e impresa, a cominciare dal primo che misura quanto esse usano i Pc e sono connessi a Internet. Il secondo guarda a quanti sono gli addetti dell’azienda collegati in rete, con il caso più favorevole in cui essi superano i tre quarti del totale, quello meno in cui invece i connessi sono meno di uno su quattro. Vi è poi un indicatore utilizzato dall’agenzia europea di statistica sulla base di 12 attività digitali, e chiamato appunto “digital intensity index”, e infine una misurazione relativa all’e-commerce che censisce se le imprese vendono online tramite i loro siti.

Nelle visualizzazioni interattive presenti in questo articolo è possibile scegliere ognuno di questi indicatori, per verificare come si comportano le imprese analizzate e che rapporto hanno con il digitale.

Nella letteratura scientifica, si legge nel rapporto, “esistono molti studi connessi all’impatto che l’adozione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione può avere su processi di innovazione, sui meccanismi di produzione (si pensi alla robotica o alla stampa additiva), sull’organizzazione delle funzioni aziendali e anche sulla performance dell’impresa e dell’intero sistema”. Eppure questa “relazione positiva tra impiego di Ict e produttività d’impresa non sempre si è dimostrata valere, soprattutto nei paesi avanzati”.

Ci sono economisti secondo cui in Italia l’uso dell’ICT fatica a portare miglioramenti al sistema economico. Questo può dipendere, suggeriscono i loro studi, dalla prevalenza di piccole imprese che non agevolerebbe la diffusione delle nuove tecnologie, dall’inefficienza nella selezione del management, dal ridotto investimento in capitale umano oppure dalla bassa efficacia delle politiche a sostegno dell’innovazione. È il caso dell’Italia?

I nuovi risultati prodotti dall’Istat mostrano che “la relazione tra uso di Ict e propensione all’esportazione è piuttosto evidente: la quota di imprese con almeno 10 addetti aumenta al crescere degli indicatori di digitalizzazione”, oppure se si fa uso di canali di vendita online e dunque dell’e-commerce. Lo stesso succede per le imprese esportatrici, con però alcune eccezioni come le aziende ad alta intensità di tecnologia ma che tendono a non esportare troppo: è il caso di chi produce software o fornisce consulenze informatiche.

Una relazione positiva fra gli investimenti in ICT e la quota di fatturato esportata può esistere, ma questo non vuol dire che la troviamo in ogni circostanza. Il rapporto “con gli indicatori ICT si evidenzia solo in alcuni settori rispetto ad altri: all’aumentare dell’utilizzo di ICT, l’incidenza percentuale delle esportazioni raggiunge valori significativi nel settore manifatturiero mentre nei servizi cresce in misura inferiore e prevalentemente nelle attività professionali, scientifiche e tecniche”.

Se guardiamo al numero di addetti che compongono le imprese – ovvero alle grandi, medie o piccole – e all’indicatore che misura la loro “connettività”, in ciascun caso troviamo benefici significativi soprattutto nel “salto da una situazione di assenza o limitata attività online a quella di maggiore utilizzo di Internet anche attraverso il sito web”.

La metodologia.  La nuova indagine sperimentale Istat è stata compiuta a partire da un dataset che contiene informazioni su oltre 4,4 milioni di imprese italiane, che impiegano circa 16 milioni di addetti. Di esse vengono censite caratteristiche fondamentali come dimensione, settore economico o luogo di attività, oltre alle principali voci economiche fra cui fatturato, valore aggiunto, margine operativo lordo e costo del personale.

Quest’ultima è stata integrata con una fonte a campione, ovvero un’indagine chiamata “survey on ICT usage and e-Commerce in Enterprises”, realizzata annualmente sulle imprese con almeno 10 addetti. Il risultato è stato un primo sguardo sperimentale nel rapporto fra investimenti in ICT e produttività delle imprese, con la produzione di nuove evidenze che aiuteranno a capire in che modo le nuove tecnologie possono aiutare le aziende a migliorare quel che fanno.

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