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tecnologia

Aspettando la console war del 2020, dieci anni di videogiochi

 

Cosa succederà nell’immediato futuro secondo gli appassionati di videogiochi?

Da una analisi condotta dall’Osservatorio della Digital Bros Game Academy, l’accademia del Gruppo Digital Bros che forma game designer du un panel interno * più che risposte certezze emergono domande. Sintomo del momento di discontinuità che sta conoscendo questa industria  sulla scia dell’introduzione di una nuova forma di distribuzione dei videogiochi. Lo streaming, la trasmissione online dei videogiochi senza la necessità di una console specifica è la prima grande novità che sta prendendo forma con l’arrivo di Google Stadia e dei servizi di Microsoft e Sony. Ma più in generale è la testa creativa del videogame a sembrare un po’ imballata, si fatica insomma a identificare nuovi generi e nuovi giochi. Secondo il sondaggio c’è poco chiarezza su quello che sarà il videogioco in streaming. Non sembra essere ancora chiara quale sarà l’impatto sui piccoli sviluppatori del modello “all-you-can-eat” cioè di forme di abbonamento tipo Netflix, dove si paga una quota mensile per avere accesso a una libreria. Più chiaro invece è la forma che avranno i giochi. Secondo il panel i videogiochi dovrebbero focalizzarsi su maggiori esperienze immersive, seguito da sceneggiature più profonde per il 49,3% e da finali alternativi in base alle scelte del giocatore per il 47,5%. Invece il 46,3% dei rispondenti preferirebbe una maggiore varietà di gameplay all’interno dello stesso gioco e da sistemi di personalizzazione e progressione del personaggio più avanzati per il 44,8%. Il 36% dichiara che in futuro si dovrebbe puntare su open world sempre più vasti e infine il 24,1% sulla possibilità di gioco simultaneo in multiplayer per un numero sempre più alto di giocatori. La retrocompatibilità come fattore determinante per l’acquisto di una nuova console mentre davvero pochi dubbi hanno sul futuro dei giochi elettronici competitivi. Gli eSport saranno il settore in cui i videogiochi avranno maggior sviluppo in futuro. Per provare ad aggiungere un po’ di sostanza abbiamo analizzato i numeri di questa industria. 

Nell’infografica che segue sono riportati gli indotti generati per ogni singolo anno riferiti alle tre piattaforme disponibili sul mercato, corredati anche dalla relativa percentuale sul totale. I dati delle console sono raffigurati in verde, quelli del PC in viola, mentre per i dispositivi mobile è stato utilizzato il colore giallo.
La torta è una rappresentazione complessiva sull’arco dei dieci anni analizzati (2012-2021), mentre gli altri due grafici esprimono in un caso la situazione tra anno di inizio e quello di fine relativamente alla quota di mercato, e nell’altro la costante ascesa complessiva dell’industria videoludica ripartita per le tre piattaforme.
Come anche evidenziato nei grafici, i dati dal 2019 in avanti sono basati interamente su stime, a differenza dei precedenti che rispecchiano i valori effettivi registrati.

 

Quello che emerge è lo strapotere dello smartphone come piattaforma di gioco. Una tendenza in atto ormai da alcuni anni.  Osservando i risultati, ne emerge uno scenario in cui il segmento del Mobile Gaming, pur partendo come terzo incomodo rispetto alla consolidata coppia formata da Pc e console, è progressivamente arrivato prima a colmare il divario che lo vedeva relegato al 18% del mercato nel 2012, passando poi al raggiungimento della maggioranza assoluta avvenuta nel 2018 (51%), con la prospettiva di issarsi in prossimità del 60% entro i prossimi due anni (previsto al 59% nel 2021). Il boom del mobile gaming non si spiega se si guarda alla qualità dei giochi presenti su device mobile. Le ragioni del successo commerciale di questa piattaforma sono più legate alla diffusione dei telefonini: quest’anno nonostante la crisi se ne venderanno 1,3 miliardi. L’altro lato della medaglia è legato al rallentamento del mercato pc e console Durante il decennio in esame le relative quote di mercato si siano abbassate, passate rispettivamente da 37% a 19% e da 45% a 22%. Ma il mercato continua a crescere in termini di valori assoluti; i 32 miliardi di dollari in vendite del 2012 per l’universo Console sono anzi lievemente in crescita fino ai 40 miliardi previsti per il 2021, così come i 26 miliardi legati ai PC dovrebbero assestarsi sui 34 del 2021. Il futuro? Nel futuro non spariranno le console, ne stanno arivando due nuove nuove da Playstation e Microsoft. Anzi, si aggiungeranno nuove modalità di fruizione, come lo streaming che permette di trasmettere in diretta i videogiochi su qualsiasi dispositivo (banda larga permettendo).  Arriveranno nuovi attori come Google (a novembre) e forse Amazon. Nuove forme di abbonamento alla Netflix forniranno un catalogo più o meno dinamico per un prezzo fisso al mese. Sarà insomma più facile entrare in contatto con il videogioco. Che per sua natura, sarà chiamato a cambiare costantemente. A meno di non volere diventare un prodotto statico. 

 

Il panel DBGA

Il panel DBGA è composto da professionisti del settore, studenti ed ex studenti DBGA e un cospicuo gruppo di core gamer, interessati allo sviluppo tecnico, artistico e culturale del medium videoludico. L’88,2% dei rispondenti al survey dell’Osservatorio DBGA sulle aspettative future dei videogiocatori sono uomini, l’11,8% rappresenta la percentuale femminile. Il 55,7% ha un’età compresa tra i 18 e 25 anni, il 19,2% ha meno di 18 anni, il 17% ha tra i 26 e i 30 anni. Il restante 8,1% ha un’età compresa tra i 31 e più di 40 anni