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tecnologia

Cosa è il 5G e perché tutti vogliono il nuovo “web”. I numeri

Sono ormai un po’ di anni come si vede dal grafico che le connessioni mobili hanno superato gli abitanti sulla Terra. E questo boom non sembra finire. Voce, video, dati passano tutti per le reti fisse e mobile con le seconde che stanno conquistando sempre più spazio candidandosi a diventare il nuovo Web. Il 5G, la nuova rete mobile superveloce che sta nascendo sarà la tempesta perfetta e la nascita del cosidetto Internet of things. Proprio per questo chi comanderà l’evoluzione su questa rete avrà in mano un pezzo strategico del business ma nons solo. Ecco una guida per mettere nella giusta prospettiva quello che sta accadendo.

Il 5G non è semplicemente una 4G più veloce. Il 5G sarà fino a 20 volte più veloce della rete 4G esistente e porterà una velocità di download fino a 10 volte superiore, consentendo download, uploading e streaming dei video più rapidi ed economici.

Perché il 5G è considerato un “nuovo” web. Perché è l’infrastruttura candidata a gestire l’Internet delle cose. Dal 2018 al 2022 ci saranno 22 miliardi di nuovi oggetti collegati a Internet a cui si aggiungono 621 milioni di nuovi utenti Internet e 605 milioni di nuove sottoscrizioni mobile che faranno crescere il traffico dati in media del 46% all’anno. Come spiega Francesco Sacco, docente della Bocconi e tra i massimi esperti italiani sulla banda larga:  il 5G è progettato per poter reggere un numero così alto di connessioni contemporaneamente e un simile traffico. Inoltre, essendo molto più flessibile rispetto al 4G nel gestione della banda, potrà gestire sia le frequenze più alte, che daranno connessioni più veloci, sia le frequenze più basse, che garantiranno la copertura maggiore. In questo modo, proprio come serve all’IoT, il 5G sarà la soluzione più adatta per poter avere ampia copertura, a basso costo è con bassi consumi di energia, anche in presenza di collegamenti molto sporadici.

Chi comanda nel mercato delle infrastrutture mobili? Secondo l’istituto di ricerca dell’Oro Group nei primi nove mesi del 2018 i cinque leader di mercato sono Huawei, Nokia, Ericsson, Cisco e Zte., Insieme rappresentano il 75% del mercato globale con Huawei che vale da sola il 30%. Se però guardiamo agli accordi per le sperimentazioni del 5G (i dati sono di Stratford) e quindi non solo a chi fornisce antenne e stazioni  gli svedesi di Ericssson hanno un piccolo vantaggio.

La differenza con il 4G. Fino al 4G la struttura delle comunicazioni era sostanzialmente da un punto a un altro punto. Con il 5G la struttura della rete diventa molto più complessa per reggere questi volumi e le migliaia di nuovi servizi collegati. Uno stesso utente, con lo stesso telefono potrà ricevere nello stesso momento contemporaneamente servizi che compiono percorsi molto diversi. Inoltre, la distinzione tra rete fissa e rete mobile diventa molto più sfumata. La regola diventa la virtualizzazione e la rete stessa va in cloud.

 Come è andata l’asta del 5G in Italia. Molto bene per chi ha indetto l’asta e quindi per lo Stato. Nelle casse in quattro anni arriveranno 6,550 miliardi di euro dati dagli operatori per le frequenze su cui fare il 5G. E’ stata una asta da record, visto che le frequenze vengono vendute in Italia meglio che nel Regno Unito o in Corea..

Quando arriva il 5G. Gli occhi sono puntati su di noi. Siamo il primo Paese europeo ad avere chiuso l’asta. Da gennaio sono disponibili le prime frequenze, 3.6-3.8 GHz.  Quelle a 700 MHz saranno liberate dalle tv solo nel 2022 quindi il 5G arriverà gradualmente a noi, con un crescendo di servizi e applicazioni, nei prossimi cinque anni circa.

Cosa stanno facendo Tim, Vodafone, Wind3, Fastweb e Iliad. Gli operatori stanno bruciando le tappe. Per fare presto Tim e Vodafone hanno annunciato di volutare l’aggregazione in un’unica entità delle rispettive infrastrutture passive, per un totale di 22.000 torri in Italia. Annunci sono arrivati anche da Wind3, Fastweb e Iliad ma dovremo aspettare la seconda metà del 2019. Attenzione si parla di copertura. I servizi sono un’altra cosa e probabilmente per quelli ci vorrà di più. Al Mobile World Congress di Barcellona, Samsung, Xiaomi, Oppo e Huawei hanno annunciato i loro telefonini 5G pronti al debutto tra maggio e giugno. Viene da chiedersi come sarà lo stato delle rete per questa estate.

 

Cosa cambia per il cittadino. Tra i primi servizi per gli utenti ci sarà certo la maggiore disponibilità di banda per l’accesso a internet in mobilità. Lato cittadini, in media, i cellulari funzioneranno meglio e le comunicazioni saranno più affidabili in ogni tipo di condizione d’utilizzo, sia quando utilizziamo il nostro smartphone, sia per tutti i nostri oggetti connessi. Come spiega Sacco, faremo meno affidamento sul Wi-Fi e ovunque andremo e in qualsiasi condizione, o quasi, avremo sempre una connessione affidabile a cui agganciarci. Pertanto, ogni volta in cui saremo fuori copertura, diventerà sempre più un’esperienza inusuale. Avremo a disposizione in mobilità molte nuove applicazioni, soprattutto per la salute, il gioco, l’intrattenimento e gli spostamenti. Le “cose” non connesse, come le auto non connesse, ci sembreranno rapidamente antiquate e inadeguate.

Cosa cambia per le imprese. Lato imprese, invece, vedremo e non potremmo fare a meno di notare, tra le varie aziende sarà più capace di trarre vantaggi dalle infinite possibilità abilitate dal 5G. La sfida sarà più complessa perché le possibilità – appunto – sono pressoché infinite. Come succede in questi casi, la tecnologia, molto più che non in passato, comincerà a diventare un fattore competitivo che farà selezione tra le imprese. Realtà aumentata, realtà virtuale, collaboration, IoT, sensoristica, preventive maintenance, sono soltanto alcune delle applicazioni che in azienda potranno essere utilizzate.

 

Quale è il giro d’affari legato al 5G. Nell’ultimo report di Ericsson (che produce dispositivi di rete per il 5G) si stima che nel 2026, a livello globale, saranno 1307 miliardi di dollari i ricavi stettamenti legati all’ingresso della tecnologia 5G nei 10 settori industriali analizzati: manifatturiero, agricoltura, energy & utilities, public safety, healthcare, trasporto pubblico, media & entertainment, automotive, financial services, retail.  Nei prossimi 6 anni ci si aspetta che il traffico dati da mobile aumenterà fino a cinque volte, parallelamente alle richieste di reti che supportino gaming in realtà virtuale, automazione industriale, robotica avanzata, operazioni da remoto, guida autonoma e molto altro.

Quanti posti di lavoro? Più ottimista il report Qualcomm-Ihs-Psb (producono chip mobile e tecnologie di rete) sull’impatto economico delle nuove reti. Il giro d’affari al 2035 stimato in 12,3 trilioni di dollari, pari al 4,6% di tutte la produzione globale fra 18 anni. L’impatto occupazionale è da 22 milioni di posti di lavoro tra diretto e indiretto. Contributo diretto al Pil per 3 trilioni. Previsti investimenti R&D annui di 200 miliardi

 

Gli scenari tecnologici: cosa è l’edge computing. L’edge computing è un’architettura IT distribuita e aperta con potenza di elaborazione decentralizzata, predisposta per le tecnologie di mobile computing e Iot.  Se si vuole immaginare l’edge computing è facile pensarlo come un pezzo di cloud in piccolo che si comporta con le logiche del cloud ma è più vicino all’utente. Nell’edge computing, i dati sono elaborati dal dispositivo stesso o da un computer o server locale, invece di essere trasmessi al data center.  Il cloud, funziona esattamente con le stesse logiche dell’edge, ma è mediamente molto più lontano, quindi ha tempi di risposta molto più lenti.

Edge computing vs cloud comptuting. Questo modello che oggi rappresenta sempre di più una integrazione del cloud computing.  è nato perché in alcuni casi per le aziende è poco conveniente raccogliere dati in casa, trasferirli sui grandi fornitori di nuovola e aspettare di ricevere il dato elaborato. Per tre ragioni. Primo perché non sempre la banda larga è così larga, e quindi ci possono essere problemi di comunicazione in alcune zone del globo dove anche la banda mobile non arriva. Secondo, perché i tempi di latenza, cioè la velocità di reazione può essere critica in alcune situazioni. Non sempre fare affidamento su datacenter posti in luoghi molto lontani tra loro rappresenta la soluzione migliore per una impresa in caso di incidenti. E poi c’è il nodo della privacy. Aumentando gli oggetti connessi con l’Iot aumentano anche le informazioni che andranno tutelate. Un modo  è non trasferirle tutto su cloud ma mantenerle dove sono stati prodotte, in locale.

Le reti 5G e l’edge computing. Le reti 5G, spiega Sacco, sono state pensate, tra le altre cose, per ridurre la latenza delle comunicazioni.  Le reti 5G hanno una latenza più bassa della generazione precedente. Ma, l’edge computing è fondamentale per ridurre ulteriormente la latenza delle comunicazioni fino al punto in cui non si percepisce la differenza rispetto alle connessioni via cavo. Per capirci, l’impulso che va dal cervello alla mano è sotto i 10 ms. Con il 5G è l’edge computing si riescono ad emulare queste velocità. Quando l’applicazione che ha bisogno di una latenza particolarmente bassa viene attivata, i dati e/o l’applicazione stessa migrano più vicino all’utente. In questo modo, tutto funziona in modo più veloce, con tempi minimi di risposta. Se l’utente si sposta, i dati si spostano con lui nell’edge più vicino. In questo modo ci si assicura che tutto avvenga nel modo più affidabile e veloce possibile.