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economia

Colazione, pranzo e cena: scopri le abitudini degli italiani a tavola

 Gli italiani fanno colazione? E dove consumano il pranzo? Ed è quest’ultimo il pasto più importante della giornata oppure lo è la cena? A queste domande risponde Istat, che ha appena aggiornato al 2017 i dati relativi alle abitudini alimentari degli italiani. L’esame di Infodata parte appunto dalla colazione.

Il filtro nella parte alta dell’infografica consente di selezionare le risposte. Oltre che su base regionale, visualizzate di default, è possibile capire come varino le abitudini alimentari degli italiani sulla base dell’età, del titolo di studio e della professione svolta.

Come si può vedere, quella della colazione adeguata è un’abitudine soprattutto delle regioni centrali  italiane. È qui infatti che si registrano le percentuali più elevate. La più alta in Umbria, dove l’87,4 delle persone consuma quello che la saggezza popolare vuole come il pasto più importante della giornata. Un dato superiore di 13 punti percentuali a quello registrato in Campania, dove appunto solo il 74,4% dei residenti fa una prima colazione adeguata.

Comportamento che, se con il filtro ci si sposta sulle classi d’età, è più diffuso tra i bambini e gli anziani. Tra i 15 ed i 64 anni, infatti, non si supera l’80%. Operai, lavoratori in proprio e disoccupati sono le persone che meno frequentemente fanno una colazione adeguata: appena 3 su 4. L’incidenza maggiore riguarda i pensionati, l’85% dei quali da importanza al pasto del mattino. Guardando al titolo di studio, sono invece le persone che hanno solo la licenza media e quelle che hanno almeno una laurea quelle che con incidenza maggiore consumano una colazione adeguata prima di iniziare la giornata. Il che ci porta al pranzo: dove mangiano a mezzogiorno gli italiani?

E sono proprio le risposte a questa domanda, per selezionarle basta utilizzare il filtro posto in basso sulla sinistra, a segnare una spaccatura nel Paese. Sì, perché è nelle regioni del Sud che più facilmente le persone trascorrono la pausa pranzo a casa. Il record spetta alla Puglia, con l’87%. Mentre le mense aziendali sono più diffuse al Nord, in particolare in Lombardia, dove accolgono il 12,4% delle persone. Lombardia che divide con il Lazio anche il primato per coloro che pranzano direttamente in ufficio: si tratta dell’11,1% della popolazione.

A mangiare a casa sono per la quasi totalità, e per ovvie ragioni, i pensionati. Incidenza alta anche fra gli adolescenti, mentre i bambini più piccoli mangiano con più frequenza in mensa. È qui che consuma il proprio basto il 57,4% dei bambini tra i 3 e i 5 anni e il 36,1% di chi ne ha tra i 6 e i 10. Ancora, sono ovviamente di più le casalinghe ed i disoccupati che pranzano a casa, mentre per chi lavora è più comune farlo in mensa, al bar o in trattoria.

Emerge poi una correlazione negativa tra il titolo di studio e la possibilità di consumare il pranzo a casa. Tra chi è in possesso della sola licenza elementare, infatti, l’85,3% mangia a mezzogiorno tra le mura domestiche. Circostanza che riguarda invece solo il 55,8% dei laureati.

Detto di dove pranzino gli italiani, resta da capire se sia il pasto del mezzogiorno quello più importante della giornata, oppure se lo sia la cena.

Anche sotto questo profilo si evidenzia una spaccatura geografica. Sono con maggiore incidenza gli abitanti delle regioni del Sud a considerare il pranzo come il pasto principale della giornata. E lo stesso vale per gli over 65, quelli che con maggiore frequenza lo consumano a casa. Invece di un panino al volo, consumano un pasto completo e la sera restano leggeri. O almeno, questo sembrano suggerire i dati. Tanto più che nella fascia tra i 35 ed i 54 anni il 45% della popolazione ritiene la cena il pasto principale.

Anche in questo caso emerge una correlazione negativa con il titolo di studio. Il 78,7% delle persone con la sola licenza elementare considera il pranzo il pasto principale, contro il 55,8% dei laureati. Beninteso, negativa perché è così che la statistica definisce la relazione tra due fenomeni uno dei quali cresce al diminuire dell’altro. Se poi sia meglio un pasto completo all’ora di pranzo o a cena è una valutazione che lasciamo ai dietologi.