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cronaca

Scopri la correlazione tra il titolo di studio e le malattie

Reddito e salute. Una correlazione stretta e nota che viaggia in parallelo: più si è benestanti più si allungano gli anni di vita. Ma a modificare l’aspettativa di vita è anche il livello di istruzione – spesso in linea con la situazione economica – come emerge dagli ultimi dati Istat su “Differenze socio-economiche nella mortalità”.

Nell’Info Data abbiamo usato il dataset relativo allo studio sulle “Differenze socio-economiche nella mortalità”, i cui primi risultati sono stati pubblicati ad aprile 2016 (Diseguaglianze nella speranza di vita per livello di istruzione) Si possono navigare e geolocalizzare i dati relativi ai tassi di morti (standardizzati ogni 10mila residenti per trovare le correlazioni tra le cause di morte e il titolo di studio. Come funziona? Si sceglie sesso, causa di morte, titolo di studio e zona dell’italia e viene calcolato il tasso standardizzato di mortalità in modo da capire l’influenza del titolo di studio.  Sotto si ha  L’info data sulla serie storica completa relativa alle cause di morte la trovate qui. 

 

Lo svantaggio per titolo di studio in termini di tasso di mortalità, come già osservato per la speranza di vita, ha un gradiente che aumenta al diminuire del titolo di studio. Se prendiamo in causa tutte le cause di morte si vede che man mano che sale il titolo di studio cala la mortalità ogni 10mila abitanti: si va dai 99,65 per chi ha la sola licenzia elementare a 75,38 per chi ha una laurea. Una distanza che diventa maggiore per gli uomini, da 137,5 a 88,4, nelle donne invece il range è 76,97 e 57,11. Genere e territorio sono infatti gli altri due parametri presi in esame dal progetto Istat. In questo caso lo svantaggio tra le donne con basso titolo di studio è particolarmente pronunciato nel Sud (mortalità 3,4 volte maggiore rispetto alle laureate).

In questa Info invece prendiamo in esame solo i laureati e le persone in possesso della sola licenza elementare. Nel grafico viene rappresentata la differenza percentuale dei tassi di mortalità  tra laureati a con solo la licenza elementare. Più concretamente, la tossicodipendenza o dipendenza da droghe ha una probabilità dell’88% più alta di colpire chi ha la quinta elementare rispetto ai laureati. Parallelamente il tumore della pelle (a destra) colpisce di più chi ha studiato di più.


Se andiamo nello specifico delle principali malattie, le differenze nella mortalità tra istruiti e non sono massime per le malattie dell’apparato digerente, endocrine e nutrizionali e respiratorie. Un dato che non stupisce, la conoscenza aiuta a mangiare meglio e ad adottare stili di vita più sani. Un allungamento della vita che però ha il rovescio della medaglia: chi è sfuggito al diabete, può essere colpito dall’Alzheimer. Nelle malattie del sistema nervoso e nei tumori, infatti, le differenze nella mortalità sono minori.

Qui vengono rappresentati i dati per apprezzare le differenze medie a livello nazionale. Prendendo tutte le cause di morte nell’intervallo di tempo considerato il tasso di mortalità è 137 maschi senza titolo di studio ogni 10mila residenti contro gli 88 con la laurea.  

Dove invece è preferibile avere solo la licenza elementare è quando si considerano le morti per suicidio, a patto di essere donna: 2,66 per le laureate, -8,28% per chi si è fermata agli studi elementari. Si tratta dell’unica eccezione, che non vale però tra gli uomini

Qui invece sono prese in considerazione le differenza tra maschio e femmine in base alle seguenti malattie. Come si vede il tasso di mortalità è sempre più alto negli uomini rispetto alle donne. 

 

 

Articolo pubblicato a luglio 2017

Ultimi commenti
  • cristina |

    vivo per cause di forza maggiore in una provincia marchigiana fortemente arretrata – macerata – non ho dipendenze ed uso il tabacco per noia, ho un titolo universitario, mi trovo in malattia non retribuita causa mobbing – comparto socio sanitario pubblica amministrazione – il territorio è povero di verde, vie di comunicazione pubbliche sono fatiscenti, vengo da anni di sport, mai nessun problema di salute ne fisica ne mentale, cibo sano, lettura, studio, ricerche e la mia qualità di vita si è abbassata ….le cause sono ambientali. ambiente stressogeno arreca danni alla salute nel lungo periodo, i soldi permettono di cambiare ambiente ovvero di allontanarsi da tutti i cd fattori stressogeni.

  • cristina |

    vivo per cause di forza maggiore in una provincia marchigiana fortemente arretrata – macerata – non ho dipendenze ed uso il tabacco per noia, ho un titolo universitario, mi trovo in malattia non retribuita causa mobbing – comparto socio sanitario pubblica amministrazione – il territorio è povero di verde, vie di comunicazione pubbliche sono fatiscenti, vengo da anni di sport, mai nessun problema di salute ne fisica ne mentale, cibo sano, lettura, studio, ricerche e la mia qualità di vita si è abbassata ….le cause sono ambientali. ambiente stressogeno arreca danni alla salute nel lungo periodo, i soldi permettono di cambiare ambiente ovvero di allontanarsi da tutti i cd fattori stressogeni.

  • Melissa |

    Io lavoro in poste italiane e ho constatato invece che in media questa categoria sia per i maschi che per le femmine arriva all età massima fra i 65-70 sono pochi quelli che superano i 75 e la mortalità più alta è al nord. Considerando che chi svolge mansioni di recapitoed è sottoposto a tutte le intemperie difficilmente arriva ai 65.
    Questa mansione non è considerata neppur usurante sebbene, specie al nord nessuno dei portalettere è sottoposto a visita annuale. Chi si “salva” sono quelli che ad un certo punto, dopo anni all aria aperta cerca un posto alla sportelleria. Sarebbe bello che qualcuno si occupasse di farne uno studio più approfondito
    Grazie

  • Melissa |

    Io lavoro in poste italiane e ho constatato invece che in media questa categoria sia per i maschi che per le femmine arriva all età massima fra i 65-70 sono pochi quelli che superano i 75 e la mortalità più alta è al nord. Considerando che chi svolge mansioni di recapitoed è sottoposto a tutte le intemperie difficilmente arriva ai 65.
    Questa mansione non è considerata neppur usurante sebbene, specie al nord nessuno dei portalettere è sottoposto a visita annuale. Chi si “salva” sono quelli che ad un certo punto, dopo anni all aria aperta cerca un posto alla sportelleria. Sarebbe bello che qualcuno si occupasse di farne uno studio più approfondito
    Grazie

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