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cronaca

«Siamo quello che mangiamo?» La risposta è nelle domande a Google

«Noi siamo quello che mangiamo» diceva Feuerbach nel 19esimo secolo per sottolineare come le abitudini alimentari di un individuo possano dirci molto sulle caratteristiche di quella persona. Insomma, il cibo influenzerebbe non solo la nostra salute, ma anche la società e la nostra personalità.
Oggi, nell’era del Web 2.0, questa celebre massima deve forse essere ripensata e riformulata in: “Noi siamo quello che googliamo”. L’analisi dei dati elaborati da Google Trend, lo strumento che permette al motore di ricerca di tenere monitorate tutte le query condotte, ci fornisce alcuni indizi in questa direzione.

Se per alcuni argomenti di ricerca (salute, scuola, musica, viaggi) i dati aggregati sembrano darci importanti indizi su ciò che sta accadendo nella vita delle persone in un particolare momento, le indagini sul food risultano ancora più rilevanti. Esse ci parlano di tradizioni, culture, mode, immigrazione.
Un noto e acclamato designer, Moritz Stefaner, ha pensato di costruire, insieme al suo team, una mappa interattiva che permette di visualizzare dinamicamente come sono cambiate le ricerche legate al food dal 2004 al 2016.

Nella prima infografica pubblicata qui da Simon Roger, data editor di Google possiamo osservare il ritmo al quale si sono modificate nel tempo le domande legate al cibo. Il maggior numero di esse sembra concentrarsi, in particolare, nei mesi estivi di giugno e luglio e in quelli di novembre e dicembre. Il picco massimo viene raggiunto in prossimità delle feste natalizie e del giorno del Ringraziamento (il quarto giovedì di novembre).

 

La disposizione dei dati all’interno di un grafico radiale che ricalca la struttura di un orologio, nel quale al posto delle ore sono indicati i mesi dell’anno, permette di visualizzare le informazioni in un modo totalmente nuovo. È così più facile associare a ciascuna ricerca una stagione, perché – come è noto a tutti – ogni alimento ha una sua stagionalità che si riflette anche nel numero di query condotte in un certo mese sul quel particolare cibo.

Ma non solo, la mappa permette anche di capire quali sono le mode del momento: ad esempio il drink più cercato nell’estate del 2007 era il Mojito, mentre oggi tutti sembrano andare pazzi per il Moscow Mule. Dall’incremento dell’interesse per certe ricette o per certe diete è possibile capire quali sono i trend in fatto di cucina e quali invece le abitudini legate al territorio e a una particolare cultura.

Nell’infografica di seguito è possibile selezionare il mese di riferimento per vedere come sono cambiate le ricerche degli utenti su Google in fatto di cibo e abitudini alimentari. Inoltre, l’indagine può essere filtrata in base all’anno (dal 2004 al 2016), ciò permette di comprendere se nel tempo c’è stato un aumento del numero di query per un determinato prodotto.
http://rhythm-of-food.net/mango

http://rhythm-of-food.net

Dando una rapida occhiata alle mappe lungo tutto l’arco dell’anno, si nota facilmente che alcuni alimenti hanno una stagionalità più specifica o si associano a particolari feste e ricorrenze: prendiamo l’esempio della classica “apple pie” americana, uno status symbol della festa del Ringraziamento. Ci sono al contrario cibi che vengono cercati durate tutto l’anno con costanza, senza particolari punte di interesse in corrispondenza di certi mesi, come la birra e il pollo arrosto.

Ancora oggi, dunque, «siamo quello che mangiamo», con la sola differenza che le nostre abitudini possono essere lette e anticipate dalle ricerche che facciamo su Google.