Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
politica

Elezioni Francia: cosa prevedono gli esperti di dati per il secondo turno

Data journalist e professionisti dei sondaggi sono al lavoro sui numeri del primo turno delle elezioni politiche francesi.  Anche noi di Info Data abbiamo creato alcune visualizzazioni sulle elezioni francesi. A oggi abbiamo raccolto le proiezioni di Opinion Way e i risultati del primo turno, con dati provenienti dal sito web del Ministero dell’Interno francese.

Quali prospettive per il secondo turno? Cosa dicono gli esperti di sondaggi in giro per il mondo

Uno dei punti di riferimento per tutto il mondo del data journalism è Five Thirty Eight, sito web che si concentra sull’analisi di sondaggi di opinione, politica, economia e blogging sportivo. Fondato il 7 marzo 2008, il blog è stato creato dall’analista Nate Silver. Nell’agosto 2010, è diventato licensed feature del The New York Times online ed è oggi di proprietà di ESPN.

Secondo Five Thirty Eight, Emmanuel Macron è il netto favorito per la vittoria al secondo turno del 7 maggio prossimo. Nonostante le sensazioni di molti accostino le elezioni francesi alle passate presidenziali statunitensi o al referendum sulla Brexit, le percentuali di Marine Le Pen dovrebbero essere più basse di quanto possa sembrare. Oltretutto i risultati del primo turno paiono di buon auspicio per i sondaggisti, che si sono avvicinati molto alle percentuali reali, con uno scarto che si è rivelato praticamente di un solo punto percentuale rispetto alle previsioni.

The Crosstab, blog di G. Elliott Morris che si occupa di analisi statistiche focalizzate sulla politica, prevede Emmanuel Macron all’Eliseo, con il 61.39% contro il 38.61%, lasciando a Marine Le Pen solo il 2.686 per cento di probabilità di vittoria. Anche The Crosstab, come molti sondaggisti, si era avvicinato molto al risultato finale del primo turno, assegnando un average del 23.77% per Macron e del 22.38% per la Le Pen. In generale tutti i modelli basati sui polling danno possibilità bassissime che Marine Le Pen conquisti gli elettori francesi.

Nate Silver di Five Thirty Eight mette però in guardia rispetto a modelli predittivi molto overconfident, che possono sottovalutare i rischi di coda. Silver cita Ian Bremmer, uno scienziato politico che gestisce il gruppo Eurasia. A parere di Bremmer i sondaggi non riflettono al meglio diversi elementi importanti della politica francese. La sua stima non si basa su alcun modello statistico e concede a Marine Le Pen addirittura una probabilità del 40 per cento.

I paragoni con Trump, le elezioni statunitensi e la Brexit

Ha senso un paragone con Trump e le elezioni statunitensi? Partiamo dalle affinità con il caso americano. Come Marine Le Pen, anche Donald Trump era sfavorito rispetto alla rivale democratica Hillary Clinton. Tolto questo non sembrano però esserci possibilità che il candidato sfavorito vinca anche in Francia.

 Donald Trump era riuscito a trascinare Hillary Clinton fino a una media di 2 punti percentuali di distanza. Per quanto riguarda la Brexit il “Remain” sembrava in vantaggio, ma con uno scarto molto stretto. Anche in questo caso intorno ai 2 punti percentuali nella media dei sondaggi. Come scrive Nate Silver, sebbene queste due inaspettate vittorie siano state epocali e cambieranno gli orientamenti mondiali, sono errori comuni dal punto di vista dei polling, visto che siamo nell’ordine di soli 2/3 punti percentuali. Oltretutto non è così vero che i partiti “populisti” di destra siano sempre stati sottovalutati dai sondaggisti. Anzi, nelle cinque tornate elettorali precedenti, dal 2012 a oggi, il Front National è sempre stato dato in media intorno al 21%, finendo poi con percentuali reali simili.

Una differenza fondamentale con gli Usa: il sistema elettorale

Quando si paragona il caso francese a quello statunitense non bisogna mai dimenticare che i due sistemi elettorali sono profondamente diversi. Fondamentalmente questo margine, al primo turno ridotto, potrebbe trasformarsi in una vittoria comoda di Macron con il sistema del secondo turno alla francese.

Il The Economist ha provato a tradurre le elezioni francesi, per scoprire se Marine Le Pen avrebbe potuto festeggiare con un sistema elettorale simile a quello degli Stati Uniti. Le 18 regioni d’Oltralpe (comprese quelle estere) sono state considerate in modo analogo agli Stati americani. Secondo l’analisi, nessuno dei candidati avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta dei collegi elettorali su modello statunitense. Nonostante la vittoria di Macron nell’Île-de-France, la regione che contiene Parigi e che nell’ipotetica analisi porta più seggi al vincitore, i due contendenti si sarebbero fermati a 90 voti ciascuno. In una situazione simile, nel quadro del sistema introdotto dal dodicesimo emendamento alla costituzione statunitense, la Camera dei Rappresentanti avrebbe poi selezionato il vincitore, con un solo voto per regione, indipendentemente dalle sue dimensioni.

Supponendo che ogni regione avrebbe sostenuto il candidato che ha prevalso, Marine Le Pen avrebbe conquistato otto delle diciotto regioni, a soli 2 voti dalla maggioranza assoluta. Emmanuel Macron si sarebbe fermato a sei, probabilmente con l’aggiunta della regione conquistata da Fillon.

Chi avrebbe conquistato l’Eliseo dunque? Sarebbero state fondamentali le tre regioni in cui la maggioranza è andata a Jean-Luc Mélenchon. Un quadro in cui la sinistra radicale avrebbe avuto una grossa influenza sul futuro della Francia.