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politica

Demografia e ricchezza: invecchiare fa bene al Pil

E se una popolazione più vecchia fosse anche più ricca? O, per dirlo in termini più corretti, se un incremento della percentuale di popolazione più anziana portasse con sé anche un aumento del prodotto interno lordo?

Il progressivo invecchiamento della popolazione pone i governi di fronte ad una serie di problematiche. Giusto per citarne alcune, c’è un incremento della spesa sanitaria rivolta alle persone più anziane. Quindi c’è l’aumento della spesa previdenziale, tematica che, tra il malcontento popolare, spesso viene affrontata con un progressivo innalzamento dell’età pensionabile. E se invece l’invecchiamento rappresentasse un’opportunità a livello economico? Se cioè portasse con sé un incremento del Pil?

È la tesi sostenuta da due professori americani, Daron Acemoglu del Massachusetts Institute of Technology e Pascual Restrepo della Boston University. Questi due docenti hanno analizzato l’andamento del Pil a livello nazionale, confrontandolo con la percentuale di popolazione con più di 50 anni. La conclusione cui sono arrivati è che c’è una relazione positiva tra l’aumento del primo e l’incremento della seconda. Una relazione tanto più forte quanto è più basso il prodotto interno lordo se confrontato con quello di altri Paesi.

Infodata ha provato a riprodurre il risultato della ricerca mettendo a confronto i dati sul Pil messi a disposizione dalla Banca mondiale e quelli sulla popolazione forniti dalle Nazioni unite. Il risultato è quello rappresentato in questa infografica. Dove la linea arancione mostra l’andamento del prodotto interno lordo, diventando più scura e più spessa mano a mano che cresce. Mentre i pallini blu indicano la percentuale di popolazione con più di 50 anni. Agendo sui filtri in alto a sinistra è possibile scegliere una nazione, non prima però di aver selezionato il continente di cui fa parte. Precisazione importante, la scala sui due assi delle ordinate può variare da Paese a Paese.

 

 

Osservando la situazione italiana, quella visualizzata di default, si vede come fino al 2008 la crescita economica e quella anagrafica siano andate di pari passo. Dopo la crisi la prima ha subito una battuta d’arresto che ha riportato i valori del Pil 2015 a quelli di dieci anni prima. Mentre l’invecchiamento della popolazione è proseguito imperterrito. Tendenze più o meno simili, tranne che per i riflessi della crisi del 2008, si ritrovano anche in Paesi come Francia, Germania e Stati Uniti. Persino in Cina la quota di over 50 e il prodotto interno lordo crescono insieme.

Non mancano, ovviamente, i controesempi. In Iraq e in Afghanistan, dove pure il Pil è più alto rispetto a quello degli anni Sessanta, la percentuale di popolazione che ha compiuto 50 anni si è andata abbassando. Anche se in questi casi c’è un ulteriore elemento da prendere in considerazione: ovvero le guerre che negli ultimi decenni hanno martoriato questi due Paesi.

Ora, secondo Acemoglu e Restrepo, questa relazione positiva sarebbe legata allo sviluppo tecnologico. Che, questa la tesi, contribuirebbe a tenere alta la produttività anche di una popolazione percentualmente più anziana. Per permettere un ulteriore raffronto tra andamento del Pil pro capite e invecchiamento, Infodata ha realizzato una seconda infografica.

 

 

In questo caso si mettono a confronto direttamente prodotto interno lordo e quota di popolazione over 50. Con i filtri nella parte alta è possibile visualizzare la situazione a livello di singolo continente e scegliere l’anno di riferimento. Anche in questo caso, vale l’avvertimento per cui cambiando l’anno può cambiare anche la scala dell’asse delle ascisse e di quello delle ordinate.

Di default viene visualizzata la situazione europea nel 1960 e nel 2015, rispettivamente il primo e l’ultimo anno della serie storica. Se si guarda alla situazione di 57 anni fa, la relazione positiva individuata dai due studiosi americani era più evidente, visto che i livelli di prodotto interno lordo pro capite più alti si verificavano negli Stati in cui era più alta la percentuale di over 50. Una tendenza che appare meno marcata se si guarda ai dati di due anni fa. Intanto per un generale invecchiamento della popolazione. Ma soprattutto perché nel grafico rientrano anche i dati relativi ai Paesi dell’ex blocco sovietico, dove i livelli di Pil sono molto più bassi che nel resto d’Europa, mentre quelli di chi ha più di 50 anni sono in linea con quelli del resto del continente.

Basta però spostarsi in America del Nord, mantenendo il confronto tra il 1960 ed il 2015, per vedere la tendenza confermata sia all’inizio che alla fine della serie storica. E del resto è proprio da qui che viene lo studio secondo il quale una popolazione più vecchia è anche una popolazione p

Ultimi commenti
  • Giacomo |

    C’è molta confusione in questo articolo: si parla di una relazione positiva tra il livello del PIL e la percentuale di popolazione over 50. In realtà, nell’articolo originale (Acemoglo, Restrepo. NBER 2017) si parla di tassi di crescita, non di livelli. E’ una differenza sostanziale.

  • BRUNO BONCI |

    Le cosiddette economie sviluppate hanno una elevata percentuale di ultre sessantenni, che pero’ non di rado sono anche skilled worckers, le cui competenze vengono ben retribuite, con positiva influenza sul PIL

  • Max |

    ha ragione, l’articolo è surreale

  • Giovanni Bellini |

    In tutto l’articolo si sta scambiando la causa con l’effetto. Non serve nessuna indagine, anche un bambino capisce che in un paese più ricco ci sono condizioni di vita migliore che permettono un’aspettativa di vita più alta.

  • renato |

    forse sarebbe il caso di incrociare i dati del pil con quelli del patrimonio. se una popolazione si “sputtana” tutto il patrimonio, il pil cresce a razzo. quella popolazione sarà quindi più ricca? decisamente no.

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