L’investimento in formazione paga. Anche durante gli anni della crisi e in barba alle statistiche che evidenziano il gap dell’Italia, dove solo il 22% delle persone tra 25 e 34 anni ha una laurea in tasca, rispetto al resto d’Europa che arriva al 37 per cento. L’Istat certifica, infatti, che il tasso di occupazione dei laureati è al 76,4% contro il 62,2% dei diplomati. Non solo, la quota di senza lavoro tra i primi è al 7,8% rispetto all’11,9% dei diplomati e a cavallo della recessione – dal 2007 al 2014 – se il tasso di disoccupazione è cresciuto dell’8,9% per chi aveva solo la licenza media e del 6,3% per i diplomati, si è registrato “appena” un +3,4% per i laureati.
I corsi di laurea con la percentuale più alta di occupati sono quelli in ambito medico (97%), seguiti da quelli in ingegneria (90,7%) e dagli studi economici e statistici (87,5%). Agli ultimi tre posti si trovano invece le lauree in ambito geo-biologico, chimico-farmaceutico e letterario che hanno comunque tassi occupazionali superiori al 60%. A guadagnare di più sono gli ingegneri con una media di 1.693 euro netti al mese, mentre i meno retribuiti sono gli psicologi (962 euro al mese)
Tratto da Il Sole 24 ORE del 06/07/2015, pagina 19